Come lavorare nelle scuole senza concorso

Simone Micocci

19 Marzo 2025 - 14:19

Lavorare nelle scuole pubbliche senza concorso è possibile. Ecco come funziona la Messa a disposizione nel 2025.

Come lavorare nelle scuole senza concorso

Per lavorare alle dipendenze della Pubblica amministrazione è di regola necessario passare attraverso un concorso.

La procedura concorsuale è prevista infatti dalla legge per assicurare l’indipendenza, l’imparzialità e la trasparenza a cui sono chiamati gli Enti pubblici. Nonostante ciò, sono ammesse delle deroghe per sopperire ai pubblici interessi, soprattutto per quanto riguarda l’istruzione.

Lavorare nelle scuole pubbliche senza concorso è infatti possibile attraverso l’istituto della Messa a disposizione (Mad), funzionale a coprire i posti vacanti di docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) che nel 2024 è stata affiancata dall’interpello, la modalità di assunzione fuori graduatoria preferenziale regolamentata dall’ordinanza ministeriale n. 88/2024 del ministero dell’Istruzione e del Merito. L’interpello rappresenta la modalità prioritaria, ma non esclude affatto la Messa a disposizione, che resta un istituto fondamentale per soddisfare il fabbisogno di personale.

Come lavorare nelle scuole senza concorso

Prima di concentrarci sulla domanda di Messa a disposizione, chiariamo cos’è il nuovo istituto dell’interpello. Quest’ultimo corrisponde a una domanda effettuata direttamente dagli istituti scolastici con posti vacanti a cui possono candidarsi coloro che corrispondono ai requisiti, previsti innanzitutto per abilitazione o specializzazione.

Il titolo di studio è in subordine e, vista la ristrettezza di candidati, è ammesso anche quando affine alla posizione. È possibile cercare interpelli aperti sui canali ufficiali delle scuole, ma anche attraverso le piattaforme online dedicate alla raccolta di posizioni aperte nel sistema scolastico.

Se non è possibile assumere i candidati sufficienti attraverso l’interpello, le scuole devono attingere alle figure che hanno presentato la domanda di Messa a disposizione e infine di eventuali candidature libere proposte. Nel dettaglio, la Messa a disposizione è una proposta informale con cui il cittadino dichiara appunto la disponibilità a ricoprire ruoli come supplente: ciò non toglie che il lavoratore riesce a inserirsi nel panorama scolastico, accumulando esperienze e competenze, ben potendo proseguire la sua carriere nell’istruzione.

Innegabilmente, il percorso è più tortuoso rispetto a quello tradizionale, ma spesso consente di iniziare a lavorare molto prima. Il tutto, soprattutto, senza rinunciare a un posto fisso nella scuola. Chi lavora come precario non è infatti precluso dalla partecipazione ai concorsi ed ha anzi modo di partecipare ai concorsi straordinari dopo aver svolto l’impiego per un certo periodo di tempo. Almeno inizialmente, tuttavia, bisogna presumere un lavoro determinato alla fascia temporale in cui la scuola ne ha necessità.

Come inviare la Messa a disposizione

Per inviare la Messa a disposizione è innanzitutto fondamentale selezionare gli istituti scolastici e apprenderne le richieste, per quanto i requisiti siano comuni in tutto il territorio italiano e determinati per il ruolo richiesto, per lo più in base ai titoli. Possono infatti essere richiesti il diploma o la laurea a seconda del ruolo scelto. La domanda deve essere compilata sull’apposito modulo distinguendo tra personale Ata, docenza e docenza di sostegno per poi essere consegnata direttamente alle scuole (con la possibilità di farlo anche telematicamente attraverso una serie di software dedicati).

Quando inviare la Mad

La Messa a disposizione è una domanda informale e libera, infatti non esistono specifici periodi dell’anno in cui inviarla.

Nonostante ciò, se si è pronti a incarichi molto circoscritti nel tempo, è consigliabile rinnovare la propria domanda a ridosso dei periodi particolarmente faticosi per gli istituti scolastici.

I periodi a ridosso delle festività, per esempio, come anche quelli estivi quando le scuole ne hanno necessità. Molti raccomandano, inoltre, di mandare la candidatura più volte nel corso dell’anno per non perdere nessuna occasione ed eventualmente ottimizzare la domanda in base a nuove preferenze comunicate dalla scuola.

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