La guerra in Ucraina ha radicalmente cambiato l’economia della Russia ma Mosca non è (ancora) implosa come molti ipotizzavano. Ecco cosa è successo nel Paese.
La guerra in Ucraina ha radicalmente cambiato l’economia della Russia. Non solo perché Mosca ha dovuto fare i conti con le pesanti sanzioni varate da Unione europea, Stati Uniti e altri partner del blocco occidentale, ma anche per via della conseguente ristrutturazione delle relazioni diplomatiche del Paese.
Il Cremlino, non potendo più vendere le sue risorse energetiche ai tradizionali clienti del Vecchio Continente, ha speso l’ultimo biennio a riorganizzare i piani operativi, cercando mercati capaci di sostituire gli introiti un tempo derivanti dalle casse dei governi membri dell’Ue. È così che il gas e il petrolio della Federazione Russa hanno preso la strada dell’Asia, dove India e soprattutto Cina sono ben disposte a stringere accordi con Vladimir Putin.
Ed è sempre così che la maggior parte delle grandi multinazionali occidentali operative sul territorio russo sono state sostituite da brand autoctoni (o cinesi). Detto altrimenti, l’economia di Mosca – al contrario delle prime previsioni nefaste – non è ancora crollata sotto i colpi dell’Occidente, ma si è anzi riorganizzata, mostrando un tasso di resilienza non preventivato dagli analisti. [...]
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