L’obbligo di quarantena all’arrivo può penalizzare ancora un settore già in piena crisi. Le compagnie aeree non ci stanno
Le compagnie aeree si schierano contro l’obbligo di quarantena all’arrivo.
Esplicativa al riguardo la causa che British Airways, EasyJet e Ryanair hanno intentato contro il Regno Unito per l’isolamento imposto ai passeggeri in arrivo sul territorio britannico.
I tre colossi del settore aereo - già in sofferenza dopo il lungo periodo di restrizioni causa coronavirus - hanno chiamato l’esecutivo di Boris Johnson a rispondere in tribunale per le “conseguenze devastanti su turismo ed economia”.
Conseguenze che - è l’accusa dei vettori - sono da imputare all’isolamento che il Paese impone all’arrivo, al fine di contenere la diffusione dei contagi. Da lunedì infatti per tutti i viaggiatori che arrivano sul territorio britannico è obbligatoria la quarantena, misura che resterà in vigore almeno fino all’inizio di luglio.
Cosa può voler dire imporre la quarantena ai viaggiatori?
British Airways, EasyJet e Ryanair hanno agito di concerto, spiegando in un comunicato le ragioni dell’azione legale intentata i danni del governo britannico.
Hanno definito quarantena per i viaggiatori come un elemento in grado di penalizzare con forza non solo il comparto aereo e turistico, ma tutta l’economia in generale:
“Imporre l’isolamento a tutti quelli che arrivano sul suolo britannico avrà conseguenze devastanti sul turismo britannico e sull’economia in generale e distruggerà migliaia di posti di lavoro”,
si legge nella nota a firma delle tre compagnie.
Costringere a una quarantena va inevitabilmente ad arrestare sul nascere un’enorme numero di viaggi che - in un momento di parziale ripartenza come quello attuale - poteva essere destinato a crescere notevolmente.
Ma ci sono altri elementi che hanno portato le compagnie ad agire legalmente.
Su tutti, la mancanza di prove scientifiche che mostrino l’effettiva necessità di un isolamento all’arrivo.
In più i tre vettori puntano il dito contro la discrezionalità del provvedimento: francesi e tedeschi non hanno nessun obbligo di quarantena all’arrivo sul suolo britannico, mentre altri Paesi, anche con un numero di positivi molto basso rispetto a quello attualmente registrato nel Regno Unito, devono rispettarlo.
Per il Regno Unito non esiste quindi nessun indice che porti a considerare come necessario solo l’isolamento di viaggiatori in arrivo dai cosiddetti “Paesi ad alto rischio”, come fino alla scorsa settimana stabiliva il governo britannico.
Le tre compagnie chiedono che si torni proprio a quel principio di partenza, soprattutto in considerazione del fatto che “non esiste nessuno studio e nessuna prova scientifica a sostegno di una politica così restrittiva e severa”.
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