Al via il progetto sperimentale del MIUR per la cancellazione dei compiti in classe: 89 docenti e 699 studenti coinvolti.
Compiti a casa addio?
L’a.s. 2017-2018 porta con sé un’importante novità. Da quest’anno infatti comincerà la fase di sperimentazione proposta dal Ministero dell’Istruzione in merito alla cancellazione dei compiti a casa. Quello dei compiti a casa è un tema che da diversi anni divide genitori e gli stessi insegnanti; infatti c’è chi è convinto che questi siano utili mentre altri sono favorevoli alla loro cancellazione.
Specialmente i genitori che lavorano vorrebbero che gli insegnanti la smettano di assegnare i compiti a casa, visto il poco tempo che hanno a disposizione per supportare i figli nello svolgimento.
Già nei mesi scorsi il Ministero dell’Istruzione ha indicato la propria posizione in merito al dibattito; la Ministra Valeria Fedeli si è detta favorevole alla cancellazione dei compiti, proponendo agli insegnanti di lavorare più in classe.
Adesso le parole della Fedeli si stanno per tramutare in realtà; 36 classi infatti hanno aderito al progetto sperimentale proposto dal pedagogista e funzionario del MIUR Raffaele Ciambrone nel quale non sono contemplati i compiti a casa.
La sperimentazione avverrà in alcune scuole di Milano, Torino, Verbania, Biella e Trapani, per un totale di 85 insegnanti e 699 studenti coinvolti. Vedremo se il progetto sperimentale voluto dal MIUR avrà un esito positivo e se i risultati ottenuti non convincano i tecnici di Viale Trastevere ad estendere questa novità per tutte le scuole del territorio.
Ma come funziona la fase di sperimentazione? Da cosa saranno rimpiazzati i compiti a casa? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul progetto che potrebbe rivoluzionare la scuola italiana.
Niente compiti a casa, tempo pieno per tutti
Il progetto sperimentale del MIUR coinvolge 36 classi di tutta Italia, tra elementari e medie. Gli 85 docenti impiegati in queste scuole non potranno più assegnare i compiti a casa ai propri studenti, poiché questi verranno svolti in classe.
L’obiettivo del MIUR è di far svolgere la lezione teorica nella mattina in maniera continuata, per poi lasciare il pomeriggio libero per la pratica.
Una giornata di lavoro molto intensa per gli studenti - così come per gli insegnanti - che però una volta tornati a casa avranno tutto il tempo a disposizione da dedicare allo sport e al divertimento.
Gli insegnanti quindi si alterneranno tra mattina e pomeriggio e non è esclusa la possibilità di collaborare; le materie, infatti, saranno affrontate in maniera interdisciplinare, così da toccare vari ambiti.
Il Miur quindi sembra aver preso la propria decisione, ma adesso dovrà aspettare l’esito della sperimentazione sul campo per effettuare la scelta definitiva.
Sicuramente non mancheranno le polemiche; difficilmente infatti i docenti italiani - che sono tra i più impiegati in Europa ma allo stesso tempo i meno pagati - accetteranno di restare in classe anche nel pomeriggio, rinunciando a quello che per molti è un importante strumento per la “didattica e l’apprendimento”.
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