La composizione negoziata interviene per aiutare l’imprenditore in situazioni di squilibrio economico, patrimoniale e finanziario: ecco come funziona.
La composizione negoziata della crisi è uno strumento introdotto nell’ordinamento italiano per assistere le imprese in difficoltà finanziarie, facilitando il risanamento attraverso negoziazioni assistite da un esperto indipendente. Questo istituto si distingue per la sua natura volontaria e stragiudiziale, mirata a prevenire l’insolvenza e a preservare la continuità aziendale.
Nel corso degli anni, la disciplina ha subito diverse modifiche, con l’obiettivo di renderla più efficace e aderente alle esigenze del tessuto imprenditoriale. In particolare, il Decreto Legislativo n. 136 del 2024 ha apportato significative integrazioni e correzioni al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, influenzando direttamente la procedura di composizione negoziata, come vedremo.
Cos’è la composizione negoziata della crisi?
La composizione negoziata della crisi è un percorso volontario che consente all’imprenditore, in presenza di squilibri patrimoniali o economico-finanziari, di avvalersi dell’assistenza di un esperto indipendente per intraprendere trattative con i creditori e altri soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione idonea al superamento della crisi.
Questo strumento si caratterizza per la sua flessibilità nonché riservatezza, permettendo all’imprenditore di mantenere la gestione dell’impresa durante le negoziazioni, senza l’imposizione di vincoli autorizzatori preventivi o successivi.
L’accesso alla composizione negoziata avviene tramite una piattaforma telematica nazionale (composizionenegoziata.camcom.it), gestita dalle Camere di Commercio, dove l’imprenditore presenta una richiesta corredata da una serie di documenti attestanti la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa, nonché le prospettive di risanamento. Una volta verificata la completezza della documentazione, viene nominato un esperto con il compito di facilitare le trattative tra l’imprenditore e le parti coinvolte.
È importante sottolineare che la composizione negoziata non è una procedura concorsuale, bensì un percorso stragiudiziale finalizzato al risanamento dell’impresa.
Tuttavia, l’imprenditore può richiedere al tribunale l’applicazione di misure protettive del patrimonio o autorizzazioni per atti di straordinaria amministrazione, qualora necessario. In tali casi, il tribunale valuta la sussistenza delle condizioni per l’adozione dei provvedimenti richiesti, considerando elementi quali lo stato di crisi, le prospettive di risanamento e l’interesse dei creditori.
Il decreto sulla composizione negoziata della crisi: cosa dice la legge
Introdotta dal Decreto legislativo 12 gennaio 2019 numero 14 «Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155» la composizione negoziata, come detto, garantisce legalmente un supporto all’imprenditore commerciale e agricolo che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico finanziario, tali da renderne probabile la crisi o l’insolvenza.
Il citato Decreto Legislativo n. 136 del 2024 ha introdotto importanti modifiche alla disciplina della composizione negoziata della crisi, con l’obiettivo di migliorarne l’efficacia e l’applicabilità. Tra le principali novità, si evidenzia una maggiore definizione delle condizioni di accesso alla procedura, specificando che l’imprenditore può richiedere la nomina di un esperto quando si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che rendono probabile la crisi o l’insolvenza, purché il risanamento dell’impresa risulti ragionevolmente perseguibile.
Il decreto ha, inoltre, chiarito il ruolo e le responsabilità dell’esperto, il quale è tenuto a condurre le trattative con professionalità e imparzialità, assistendo l’imprenditore nell’individuazione delle soluzioni più idonee al superamento della crisi. L’esperto deve altresì vigilare affinché le trattative si svolgano nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, segnalando eventuali condotte o situazioni che possano pregiudicare il buon esito del percorso di risanamento.
Un ulteriore aspetto innovativo riguarda l’introduzione della transazione fiscale nell’ambito della composizione negoziata, permettendo all’imprenditore di definire accordi con l’amministrazione finanziaria per la ristrutturazione dei debiti tributari e contributivi. Questa possibilità rappresenta un elemento fondamentale per il successo del risanamento, in quanto consente di affrontare in modo organico anche le esposizioni debitorie verso l’erario e gli enti previdenziali.
Composizione negoziata, i requisiti necessari
Per accedere alla composizione negoziata della crisi, l’imprenditore deve soddisfare specifici requisiti stabiliti dalla normativa vigente. Innanzitutto, è necessario che l’impresa si trovi in una situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario tale da rendere probabile la crisi o l’insolvenza, ma con concrete prospettive di risanamento. Ciò implica che l’imprenditore debba predisporre un piano di risanamento realistico e sostenibile, supportato da una adeguata documentazione contabile e finanziaria.
La nomina dell’esperto
Un elemento cruciale per l’efficacia della composizione negoziata è la scelta dell’esperto che affiancherà l’imprenditore nel percorso di risanamento. La normativa prevede che possano assumere il ruolo di esperto solo determinate figure.
- Gli iscritti da almeno 5 anni all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili, nonché all’albo degli avvocati, che documentano di aver maturato precedenti esperienze nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa;
- Gli iscritti da almeno 5 anni all’albo dei consulenti del lavoro che documentano di aver concorso, almeno in tre casi, alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati ovvero accordi sottostanti a piani attestati, nonché di aver concorso alla presentazione di concordati con continuità aziendale omologati;
- Quanti, pur non iscritti in albi professionali, documentano di aver svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo di imprese interessate da operazioni di ristrutturazione concluse con piani di risanamento attestati, accordi di ristrutturazione dei debiti e concordati preventivi con continuità aziendale omologati, nei confronti delle quali non sia stata successivamente pronunciata sentenza di apertura della liquidazione giudiziale o sentenza di accertamento dello stato di insolvenza.
Gli incarichi conferiti e il curriculum vitae dell’esperto sono pubblicati in un’apposita sezione del sito internet istituzionale della Camera di commercio del luogo di nomina e del luogo dove è tenuto l’elenco presso il quale l’esperto è iscritto.
L’indipendenza dell’esperto
L’esperto, una volta nominato, ha il compito di analizzare le prospettive di risanamento dell’impresa e di facilitare le trattative con i creditori. La sua imparzialità è garantita da un obbligo di dichiarazione preventiva circa l’assenza di conflitti di interesse.
Il professionista e i soggetti con i quali l’esperto è eventualmente unito in associazione professionale non devono aver prestato negli ultimi 5 anni attività di lavoro subordinato o autonomo in favore dell’imprenditore né essere stati membri degli organi di amministrazione o controllo dell’impresa, né tantomeno aver posseduto partecipazioni in essa.
Chi ha svolto l’incaricato di esperto non può intrattenere rapporti professionali con l’imprenditore se non sono decorsi almeno due anni dall’archiviazione della composizione negoziata.
La documentazione da presentare (e che deve essere accettata)
Un ulteriore requisito per l’accesso alla composizione negoziata è la completezza della documentazione fornita dall’imprenditore tramite la piattaforma telematica. Tale documentazione deve includere:
- un’analisi dettagliata della situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa;
- il bilancio degli ultimi tre esercizi, se disponibile;
- un elenco completo dei creditori e dei debiti aggiornati;
- una relazione che illustri le cause della crisi e le azioni già intraprese per affrontarla.
Infine, è richiesto che l’imprenditore adotti una condotta improntata alla trasparenza e alla collaborazione con l’esperto e i creditori. Eventuali omissioni o condotte scorrette possono compromettere l’intero percorso di risanamento e precludere l’accesso a misure protettive o agevolazioni previste dalla legge.
Come funziona con le imprese sotto soglia
Si definisce impresa minore o sotto soglia, la realtà che presenta congiuntamente i seguenti requisiti:
- un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000,00 euro nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- ricavi per un ammontare complessivo annuo non eccedente i 200.000,00 euro nei tre esercizi precedente la data di deposito dell’istanza di apertura della liquidazione giudiziale o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;
- un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore a 500.000,00 euro.
In queste ipotesi della nomina dell’esperto si occupa direttamente il segretario generale della Camera di commercio in cui ha sede legale l’impresa richiedente.
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La procedura di composizione negoziata della crisi
Collegandosi alla piattaforma telematica «composizionenegoziata.camcom.it» l’imprenditore ha innanzitutto a disposizione un test preliminare, tale da consentirgli di verificare la ragionevole perseguibilità del risanamento.
Lo strumento in parola permette di misurare il grado di difficoltà dell’impresa ed eventualmente procedere con maggiore consapevolezza all’invio dell’istanza di nomina dell’esperto.
Una volta valutata la fattibilità della procedura, l’interessato clicca su «Accedi al servizio», inserendo le credenziali Spid, Cns / Token Wireless, Cie.
Il Rappresentante dell’Impresa è successivamente guidato nell’inserimento delle informazioni e dei documenti obbligatori (questi ultimi indicati all’articolo 17, comma 3), mentre altri dati saranno raccolti dalla posizione iscritta al Registro delle Imprese.
Trasmessa l’istanza, la piattaforma rende disponibile la documentazione sulla scrivania virtuale del segretario generale della Camera di commercio competente, il quale la prende in carico e la trasmette alla Commissione regionale.
Nel caso di imprese sotto soglia, il segretario provvede in proprio alla nomina dell’esperto.
La Commissione regionale, costituita presso le Camere di commercio dei capoluoghi di regione e delle province autonome di Trento e Bolzano, resta in carica 2 anni ed è composta da:
- un magistrato effettivo ed uno supplente designati dal Presidente della sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale del capoluogo di regione;
- un membro effettivo ed uno supplente designati dal Presidente della Camera di commercio del capoluogo di regione;
- un membro effettivo ed uno supplente designati dal Prefetto del capoluogo di regione.
La Commissione è coordinata dal componente più anziano e decide a maggioranza. Ai commissari non spettano compensi.
Grazie alla consultazione dell’elenco degli esperti regionale, la Commissione o il segretario generale procedono alla nomina del professionista, sulla base dell’esperienza formativa risultante dal curriculum vitae.
L’esperto, la cui nomina può avvenire anche al di fuori dell’ambito regionale, non può assumere più di due incarichi contemporaneamente.
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Accettazione dell’incarico
L’esperto designato accede alla documentazione prodotta dall’impresa al fine di verificare la possibilità o meno di accettare l’incarico, in ragione di:
- indipendenza;
- possesso delle competenze;
- disponibilità di tempo.
In caso di esito positivo delle verifiche, l’esperto inserisce nella piattaforma la dichiarazione di accettazione. A questo punto lo stesso potrà scaricare interamente la documentazione aziendale, prima disponibile solo in visione.
Conduzione delle trattative
L’esperto, accettato l’incarico, convoca senza indugio l’imprenditore per valutare l’esistenza di una concreta prospettiva di risanamento, anche alla luce delle informazioni assunte dall’organo di controllo e dal revisore legale, ove in carica.
L’imprenditore (il quale partecipa personalmente senza l’assistenza di consulenti) ha il dovere di rappresentare la propria situazione all’esperto, ai creditori e agli altri soggetti interessati in modo completo e trasparente.
L’esperto, se ritiene che le prospettive di risanamento sono concrete, incontra le altre parti interessate al processo di risanamento stesso, fissando i successivi incontri con cadenza periodica ravvicinata.
Al contrario se non si ravvisano concrete prospettive di risanamento, all’esito della convocazione o in un momento successivo, l’esperto ne dà notiziai all’imprenditore e al segretario generale della Camera di commercio, il quale dispone l’archiviazione dell’istanza di composizione negoziata, entro i 5 giorni lavorativi successivi.
Le banche e gli intermediari finanziari, i loro mandati e i cessionari dei loro crediti, sono tenuti a partecipare alle trattative in modo attivo e informato.
Nel corso degli incontri, l’esperto può invitare le parti a rideterminare, secondo buona fede, il contenuto dei contratti ad esecuzione continuata o periodica ad esecuzione differita se la prestazione è divenuta eccessivamente onerosa o se è alterato l’equilibrio del rapporto in ragione di circostanze sopravvenute.
L’incarico dell’esperto si considera concluso se, decorsi 180 giorni dall’accettazione della nomina, le parti non hanno individuato, anche a seguito di sua proposta, una soluzione adeguata per il superamento della situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario.
Se all’esito delle trattative non è individuata una soluzione tra quelle appena citate, l’imprenditore può, in alternativa:
- predisporre il piano attestato di risanamento;
- domandare l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti;
- proporre la domanda di concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio;
- accedere ad uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza disciplinati dallo stesso Codice della crisi d’impresa, dal Decreto legislativo numero 270/1999, dal Decreto - legge numero 347/2003.
Conclusione delle trattative
Nel caso in cui si individui una soluzione idonea al superamento della situazione di squilibrio economico-finanziario le parti possono, in alternativa:
- concludere un contratto, con uno o più creditori, tale da produrre gli effetti di cui all’articolo 25-bis, comma 1, se, secondo la relazione dell’esperto, è idoneo ad assicurare la continuità aziendale per un periodo non inferiore a 2 anni;
- concludere la convenzione di moratoria di cui all’articolo 62;
- concludere un accordo sottoscritto dall’imprenditore, dai creditori e dall’esperto che produce gli effetti di cui agli articoli 166, comma 3, lettera d) e 324 (con la sottoscrizione dell’accordo l’esperto dà atto che il piano di risanamento appare coerente con la regolazione della crisi o dell’insolvenza).
Conclusione dell’incarico
Al termine dell’incarico l’esperto redige una relazione finale, che inserisce nella piattaforma, in cui dà atto dell’attività compiuta e delle possibili soluzioni emerse all’esito delle trattative per il superamento delle condizioni di squilibrio in cui si trova l’impresa.
Se la relazione è negativa la procedura viene archiviata.
Misure premiali
Grazie alla composizione negoziata è possibile accedere ad una serie di misure premiali, come:
- la riduzione alla misura legale per quanto riguarda gli interessi che maturano sui debiti tributari dell’imprenditore, dall’accettazione dell’incarico da parte dell’esperto sino alla conclusione delle trattative;
- le sanzioni tributarie (per le quali è prevista l’applicazione in misura ridotta in caso di pagamento entro un determinato termine dalla comunicazione dell’ufficio che le irroga) sono ridotte alla misura minima se il termine per il pagamento scade dopo la presentazione dell’istanza di nomina dell’esperto;
- le sanzioni e gli interessi sui debiti tributari sorti prima del deposito dell’istanza di nomina dell’esperto o oggetto della composizione negoziata sono ridotti della metà nelle ipotesi previste dall’articolo 23, comma 2;
- in caso di pubblicazione nel Registro imprese del contratto di cui all’articolo 23, comma 1, lettera a) e dell’accordo di cui all’articolo 23, comma 1, lettera c) l’Agenzia entrate concede all’imprenditore che lo richiede un piano di rateazione, fino ad un massimo di 72 rate mensili, con riguardo alle somme dovute e non versate a titolo di imposte sul reddito, ritenute alla fonte in qualità di sostituto d’imposta, imposta sul valore aggiunto, imposta regionale sulle attività produttive non ancora iscritte a ruolo e relativi accessori.
Il compenso dell’esperto
Il compenso dell’esperto (articolo 25-ter), a carico dell’imprenditore, è determinato tenuto conto dell’opera prestata, della sua complessità, del contributo dato nella negoziazione e della sollecitudine con cui sono state condotte le trattative, in percentuale sull’ammontare dell’attivo dell’impresa debitrice secondo i seguenti scaglioni.
- Fino a 100.000,00 euro, dal 4 al 6%;
- Da 100.000,01 fino a 500.000,00 euro dall’1 all’1,5%;
- Da 500.000,01 a 1.000.000,00 euro dallo 0,50 allo 0,80%;
- Da 1.000.000,01 a 2.500.000,00 euro dallo 0,25 allo 0,43%;
- Da 2.500.000,01 a 50.000.000,00 euro dallo 0,05 allo 0,10%;
- Da 50.000.000,01 a 400.000.000,00 euro dallo 0,010 allo 0,025%;
- Da 400.000.000,01 a 1.300.000.000,00 euro dallo 0,002 allo 0,008%;
- Sulle somme eccedenti euro 1.300.000.000,00 euro dallo 0,005 allo 0,002%.
Fermo restando che il compenso complessivo non può essere inferiore a 4.000 euro né superiore a 400.000,00 euro, lo stesso è rideterminato come di seguito descritto.
- Se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative è compreso tra 21 e 50 il compenso è aumentato del 25%;
- Se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative è superiore a 50, il compenso è aumentato del 35%;
- Se il numero dei creditori e delle parti interessate che partecipano alle trattative non è superiore a 5, il compenso è ridotto del 40%;
- In caso di vendita del complesso aziendale o di individuazione di un acquirente da parte dell’esperto, il compenso è aumentato del 10%.
Da notare che i lavoratori e le rappresentanze sindacali non sono considerati nel numero dei creditori e delle altre parti interessate ai fini del riconoscimento degli aumenti.
Da ultimo, il compenso è aumentato del 100% in tutti i casi in cui, anche successivamente alla redazione della relazione finale, si concludono il contratto, la convenzione o il piano di risanamento.
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