La direttrice dell’Agenzia delle Entrate annuncia l’arrivo ad ottobre di numerose comunicazioni di irregolarità relative ai redditi 2015.
In arrivo più di 220.000 lettere per il mese di ottobre 2016 ai contribuenti italiani per potenziali irregolarità derivanti dal modello 730/2016 relativi ai redditi 2015.
Ad annuciarlo direttamente la direttrice dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, in un’intervista concessa al Sole24.
A detta della stessa Orlandi, queste comunicazioni proseguono verso la strada già intrapresa, da un anno a questa parte, volta a rendere il Fisco meno invasivo e più orientato alla compliance.
Queste comunicazioni «bonarie e preventive» riguarderanno eventuali irregolarità scaturite da incroci effettuati nelle banche dati del fisco favoriti dal 730 precompilato.
Ecco tutti i dettagli relativi alle 220.000 lettere che verranno spedite per il mese di ottobre 2016 ai contribuenti e le altre importanti dichiarazioni rilasciate dalla direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi.
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Agenzia delle Entrate: Orlandi: comunicazioni di irregolarità in arrivo ad ottobre
A rivelare l’imminente invio di 220.000 comunicazioni di irregolarità riguardanti il modello 730/2016 è la numero uno dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi in un’intervista al Sole 24 ore:
“Il sistema della precompilata ha in sé il vantaggio di poter disporre con largo anticipo di informazioni utili per l’attività di compliance nei confronti dei cittadini che non hanno presentato la dichiarazione. Anche quest’anno, in autunno, prevediamo di inviare queste lettere, affinando i criteri di estrazione dei soggetti rispetto al 2015. Non sappiamo ancora quanti saranno i cittadini interessati, considerato che c’è tempo fino al 30 settembre per trasmettere Unico, ma è ragionevole pensare che i volumi (degli accertamenti, ndr) saranno analoghi a quelli dello scorso anno”.
Tali comunicazioni sono il frutto dell’utilizzo sempre più incessante delle banche dati telematiche a disposizione del fisco, facilitate come afferma la stessa Orlandi dall’introduzione del modello 730 precompilato.
La direttrice prosegue affermando infatti:
“Visti i positivi riscontri, stiamo gradualmente aumentando i criteri di incrocio e ampliando la platea dei contribuenti destinatari delle comunicazioni preventive".
L’obiettivo ormai conclamato del fisco, è quello di orientare il rapporto con il contribuente verso un modello di compliance.
In quest’ottica devono essere viste queste comunicazioni che stanno per arrivare. Viene data infatti la possibilità al contribuente, prima della scadenza della presentazione della dichiarazione annuale, di venire a conoscenza dei dati in possesso del fisco, oggetto di comunicazione, nonché delle anomalie già riscontrate nelle precedenti dichiarazioni, consentendo al contribuente di non fare errori in dichiarazione o di correggere con sanzioni molto ridotte gli errori già fatti.
In questo modo, i contribuenti eviteranno di essere sottoposti a controllo e le energie dell’Agenzia verranno rivolte verso le forme di evasione più gravi e fraudolente.
Agenzia delle Entrate, le altre dichiarazioni della Orlandi
La direttrice Orlandi prosegue l’intervista puntando forte sul concetto di un fisco più “collaborativo” con il contribuente e meno invasivo, tranne per alcune eccezioni, rispetto a prima.
La stessa Orlandi afferma infatti che:
“Non è nelle intenzioni dell’Agenzia depotenziare né il redditometro né le indagini finanziarie ma, trattandosi di strumenti di controllo molto pervasivi e basati su presunzioni di legge, vogliamo utilizzarli solo quando è strettamente necessario. Il redditometro è un valido strumento accertativo che consente l’individuazione delle posizioni a maggior rischio di evasione. In particolare, si è dimostrato molto utile per intercettare i contribuenti, non titolari di partita Iva, che presentano un rilevante scostamento tra l’importo del reddito dichiarato e la capacità di spesa manifestata nell’anno”.
Per quanto riguarda l’accertamento bancario invece prosegue dicendo che:
“Per le indagini finanziarie il loro uso deve essere appropriato e finalizzato ad attuare ricostruzioni credibili e realistiche. Questo strumento, quindi, è da adoperare solo a valle di un’attenta analisi del rischio da cui emergano significative anomalie dichiarative e nel caso in cui sia già in corso un’attività istruttoria d’ufficio. Le indagini finanziarie non costituiscono uno strumento di applicazione automatica, ma richiedono un’elaborazione e valutazione successiva, secondo logiche di proporzione e ragionevolezza”.
Strada tracciata quindi per un fisco meno invasivo e più orientato alla compliance con l’obiettivo di far ricredere sia l’Ocse sia il Fondo monetario internazionale sul fatto che l’Italia è un Paese con alta evasione e bassa compliance.
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