Concessioni balneari, proroga al 2027 e tutele per i gestori uscenti e lavoratori

Nadia Pascale

5 Settembre 2024 - 10:32

Sciolti i nodi delle concessioni balneari: nuova proroga, tutela dei lavoratori e dei gestori uscenti che ricevono un equo indennizzo. Ecco cosa cambia nella gestione delle spiagge.

Concessioni balneari, proroga al 2027 e tutele per i gestori uscenti  e lavoratori

Arriva la tanto attesa proroga delle concessioni balneari, con disciplina anche degli indennizzi e delle tutele in favore dei gestori uscenti e lavoratori impiegati. Una questione annosa che ha portato l’Italia a collezionare negli anni, e sotto diversi governi, varie procedure di infrazione.

Ecco tutte le nuove regole sulle concessioni balneari e le tutele riconosciute a lavoratori e gestori uscenti.

Le concessioni balneari, come si è arrivati alla nuova disciplina?

Perché nasce l’annosa questione delle concessioni balneari? Le spiagge fanno parte del demanio marittimo, quindi proprietà pubblica, ma grazie alle concessioni balneari si permette ai privati di gestire quote della spiaggia stessa.

A fronte della concessione balneare ci sono dei guadagni legati ai servizi offerti alle persone (noleggio sdraio, servizio di sicurezza…e tutti i servizi che generalmente ci vengono offerti nelle spiagge non libere). Naturalmente vi sono anche degli obblighi da parte dei concessionari che non sono limitati a pagare la concessione.

Il problema sorge perché la disciplina italiana introdotta nel 1992 prevede che il titolare di una concessione debba essere preferito tra i possibili pretendenti e che la concessione sia rinnovata ogni 6 anni in modo automatico, senza effettuare nuovi bandi. Le concessioni tornano disponibili solo in caso di rinuncia o decadenza.
Questo consente ai gestori di avere una sorta di proprietà, ma di fatto li mette al sicuro nel momento in cui fanno investimenti perché sanno di poter rientrare dei costi sostenuti.

In concreto però un bene pubblico viene privatizzato in favore di un unico soggetto. In tale materia interviene la Direttiva 123 del 2006, direttiva Bolkestein, relativa ai servizi nel mercato interno e che favorisce la concorrenza, il libero commercio e la tutela dei consumatori. La direttiva stabilisce che gli Stati membri sottopongano ad aste pubbliche, trasparenti ed imparziali, le nuove concessioni e quelle in scadenza.

Nel 2009 il Parlamento italiano, per non incorrere in possibili sanzioni, abroga il rinnovo automatico e la procedura a favore degli attuali proprietari di concessioni, ma mantiene invariate le concessioni esistenti fino al 2015. Vi sono poi state nel tempo diverse proroghe dettate dalla necessità di tutelare i gestori che hanno effettuato investimenti. L’ultima al 2033.

A un certo punto nasce però l’esigenza di adeguare effettivamente la disciplina italiana alla normativa europea per evitare sanzioni, infatti, nel frattempo sono state aperte procedure di infrazione nei confronti dell’Italia.

Siamo quindi giunti ad oggi in cui c’è un accordo tra il Governo e la Commissione che consente agli attuali gestori di mantenere la gestione fino a settembre 2027. Questo accordo, racchiuso in decreto legge, consente di chiudere 16 procedure di infrazione nei confronti dell’Italia. Di queste 6 con immediata archiviazione.

Concessioni balneari, proroga al 2027 e tutela dei lavoratori

Il nodo cruciale è favorire la libera concorrenza e la possibilità di nuovi soggetti di entrare nel circuito delle concessioni balneari, tutelare i lavoratori e i gestori uscenti.
Per quanto riguarda i lavoratori, è prevista tutela per coloro che si trovano in determinate situazioni, deve trattarsi di lavoratori il cui reddito principale (per sé e per la propria famiglia) derivi dal contratto di lavoro presso lidi (ad esempio uno stagionale che ha anche altri redditi di entità maggiore rispetto a quelli ricavati dal contratto stagionale, non viene tutelato).

Per i concessionari uscenti è previsto un indennizzo a carico del nuovo gestore, pari a valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni sulla base di criteri previsti con decreto del Mit (Ministero del turismo) di concerto con il Mef da adottarsi entro il 31 marzo 2025. Il valore degli investimenti sarà determinato con una perizia.

Come sono rilasciate le nuove concessioni balneari

Le nuove concessioni avranno una durata minima di 5 anni e massimo di 20 anni.
Le nuove gare dovranno avvenire massimo entro il mese di giugno del 2027, non sono esclusi anticipi che potrebbero anche essere richiesti dall’Europa.

Le offerte possono provenire anche dagli attuali gestori e nella valutazione delle offerte sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare.
Le offerte effettuate quindi dovranno essere vantaggiose per lo Stato, dovranno tenere in considerazione l’indennizzo da versare all’attuale gestore e dovranno prevedere anche interventi per la tutela del territorio e per la riduzione dell’impatto ambientale.

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