Diverse le richieste di Confcommercio che potrebbero rendere più appetibile il concordato preventivo alle partite Iva.
Correzioni in arrivo per il concordato preventivo biennale: tra le proposte la flat tax incrementale e la gestione delle perdite. Tra le richieste avanzate c’è anche quella che prevede di effettuare i controlli su base analitica (e non induttiva) qualora lo scostamento sia maggiore dal 30 al 50% del reddito per fuoriuscire dal concordato. Tra le novità proposte c’è anche una modifica sostanziale al calendario delle scadenze fiscali con uno spostamento per i versamenti delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi al 31 luglio.
Si tratta di richieste avanzate da Confcommercio e che saranno, poi, illustrate anche ai commercialisti. Il relatore del provvedimento, Massimo Garavaglia, chiarisce che si tratta di richieste per rendere più appetibile il concordato preventivo. Si parla anche di non pagare l’acconto di novembre, ragionando su una sorta di premialità.
Flat tax incrementale per il differenziale
Una delle proposte maggiormente interessanti è quella che riguarda la differenza tra reddito dichiarato negli anni precedenti e quello che risulta dal concordato. L’ipotesi è quella di prevedere una flat tax incrementale per una tassazione sostitutiva del differenziale. In questo modo si chiederebbe alle partite Iva una tassazione “maggiorata”, ma resa più morbida da un’aliquota più bassa.
Vincenzo De Luca, responsabile fiscale di Confcommercio illustra in questo modo la richiesta:
per i soggetti che presentano un livello di affidabilità: uguale o superiore ad 8, l’imposta sostitutiva sul “differenziale” potrebbe essere pari al dieci per cento; uguale o superiore a 6 ma inferiore ad 8, l’imposta sostitutiva sul “differenziale” potrebbe essere pari al dodici per cento; non superiore a 6, l’imposta sostitutiva sul “differenziale” potrebbe essere pari al quindici per cento.
Ritocchi al calendario fiscale
Per i titolari di partita Iva, poi, si richiede anche una messa a regime del termine ultimo per il versamento delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi al 31 luglio (per quest’anno lo slittamento è solo provvisorio). La cosa eviterebbe di dover chiedere eventuali proroghe nel caso si necessiti di più tempo.
Un’altra richiesta riguarda, invece, il termine per il versamento delle somme derivanti da avviso bonario che potrebbe essere ampliato a 60 giorni.
Un problema che è stato evidenziato riguarda il calcolo degli acconti che potrebbe determinare diversi risultati: in questi casi si chiede di non prevedere sanzioni.
Attualmente la fuoriuscita dal concordato preventivo è prevista qualora dai controlli analitici si evidenziasse uno scostamento superiore al 30% sul reddito che determina un maggior imponibile: in questo caso la richiesta è di ampliare lo scostamento al 50% per consentire una permanenza nel concordato stesso a una platea di contribuenti più ampia.
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