Dopo il concorso docenti si diventa subito di ruolo: Bussetti cambia (di nuovo) il reclutamento insegnanti

Simone Micocci

25 Settembre 2018 - 12:42

Dopo un solo anno dalla sua introduzione, il FIT potrebbe essere cancellato dal Ministero dell’Istruzione; secondo Marco Bussetti, infatti, i vincitori del concorso scuola devono essere assunti immediatamente.

Dopo il concorso docenti si diventa subito di ruolo: Bussetti cambia (di nuovo) il reclutamento insegnanti

Mentre si attende l’uscita del bando del primo concorso a cattedra caratterizzato dalle nuove regole introdotte dalla Buona Scuola, il Ministro dell’Istruzione - Marco Bussetti - ha ribadito l’intenzione del Miur di modificare nuovamente il percorso per diventare insegnanti di ruolo.

A tal proposito ricordiamo che con una delle leggi delega previste dalla Buona Scuola l’allora Governo di Centrosinistra ha previsto delle nuove regole per il reclutamento docenti nella scuola secondaria: nel dettaglio, è stato deciso che ogni due anni dovrà essere bandito un concorso aperto ai laureati in possesso di 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche, al termine del quale i vincitori saranno ammessi ad un percorso triennale di formazione iniziale e tirocinio chiamato FIT.

Solo coloro che, al termine del tirocinio saranno giudicati idonei all’insegnamento diventeranno docenti di ruolo a tutti gli effetti.

Il Ministro dell’Istruzione - Marco Bussetti - però sembra voler mettere nuovamente mano alla riforma del reclutamento dal momento che considera troppi tre anni di attesa per diventare insegnanti. Secondo il Ministro, infatti, serve prevedere un sistema molto più veloce rispetto a quello descritto dalla Buona Scuola, come confermato da lui stesso in un’intervista per Italia Oggi.

Quindi, qualora il Ministro dell’Istruzione dovesse realizzare quanto premesso, l’iter per diventare insegnanti verrebbe snellito dal momento che non ci sarebbe più alcun percorso intermedio tra il concorso e l’effettivo accesso al ruolo. Una vera e propria rivoluzione rispetto a quanto previsto dalla Buona Scuola.

Marco Bussetti promette: “Addio al FIT, troppi tre anni per diventare insegnanti

Il Ministro dell’Istruzione, il leghista Marco Bussetti, nel corso del suo intervento per Italia Oggi non ha nascosto il merito della Legge 107 di aver assunto migliaia di docenti, ma allo stesso tempo ritiene che ciò è stato fatto in maniera “confusa” e in parte “lesiva dei diritti di migliaia di docenti”.

È il caso, ad esempio, di coloro che per diventare insegnanti di ruolo sono stati costretti a trasferirsi a diversi chilometri da casa per colpa di un “freddo algoritmo”.

Lo stesso percorso previsto per il reclutamento docenti presenta diversi problemi; il più importante è quello che obbliga i vincitori del nuovo concorso scuola ad intraprendere un tirocinio triennale (in parte sottopagato) prima di essere assunti di ruolo. Secondo Bussetti questa non è una soluzione che aiuta il sistema d’istruzione italiano, dal momento che comporta degli svantaggi sia per gli studenti che per i docenti stessi; ecco perché è intenzione del Miur bandire al più presto un concorso scuola che dia la possibilità a tutti i vincitori di essere assunti immediatamente.

Bussetti spiega il nuovo reclutamento docenti

Il sistema per il reclutamento, quindi, cambierà visto che già nel prossimo concorso scuola potrebbe non esserci il FIT (formazione iniziale e tirocinio) descritto dalla Legge 107 del 2015.

A tal proposito il Ministro dell’Istruzione ha spiegato che negli uffici di Viale Trastevere si sta lavorando per individuare una soluzione che soddisfi tutte le parti in gioco: l’idea è quella di prevedere l’integrazione con esami ad hoc durante il percorso di laurea, per poi accedere direttamente ad un concorso.

Il concorso quindi sarà l’unica strada di accesso all’insegnamento, e dovrà essere bandito in base ai posti vacanti e disponibili. Solamente così - e prevedendo anche dei determinati vincoli di permanenza - si potrà ridare dignità al ruolo del docente, vero e proprio “pilastro della scuola italiana”.

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