Come funziona lo scorrimento nei concorsi pubblici: gli obblighi dell’Amministrazione

Isabella Policarpio

13/09/2019

Come funziona esattamente lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici? C’è speranza di essere chiamati? Ecco cosa prevede la Pubblica Amministrazione.

Come funziona lo scorrimento nei concorsi pubblici: gli obblighi dell’Amministrazione

La corsa ai concorsi pubblici ha interessato, e continua ad interessare, centinaia di partecipanti i quali, accomunati dal bisogno di certezza e stabilità lavorativa, hanno ripreso in mano dispense e manuali nella speranza di poter vincere il pubblico concorso o, quantomeno, di raggiungere una buona posizione in graduatoria, aspettando gli scorrimenti preannunciati.

L’attesa degli esiti delle prove diventa spasmodica e ha portato all’apertura di gruppi di discussione e chat ad hoc - spesso di dubbia attendibilità - ed in questa confusione crescono le incertezze riguardo il come ed il quando saranno disposti gli scorrimenti delle graduatorie.

Il nodo da sciogliere investe l’esistenza o meno di un “diritto allo scorrimento” per valutare le concrete possibilità di ottenere il sospirato posto fisso nella Pubblica Amministrazione.

Proviamo insieme a capire se tale diritto esiste, come funziona e a quali condizioni la graduatoria resta valida.

Esiste un diritto alla scorrimento in graduatoria?

È legittimo parlare di “diritto allo scorrimento” delle graduatorie concorsuali esclusivamente in relazione all’esistenza di un atto amministrativo che preveda l’assunzione di un determinato numero di unità per un certo profilo professionale da ricoprire.

Quindi senza atto amministrativo il diritto allo scorrimento non sussiste.

L’insufficienza della dotazione organica da sola non basta: anche se il personale in servizio è al di sotto dell’organico necessario, non si può prescindere dalla obbligatorietà di un atto amministrativo che indichi in modo specifico i posti vacanti da coprire mediante pubblico concorso.

Questo iter persegue la ratio di tutelare la potestà organizzativa della Pubblica Amministrazione, prevalente rispetto agli interessi del privato cittadino.

Dunque il privato cittadino che ha preso parte ad un pubblico concorso non può in nessun modo rivendicare lo scorrimento della graduatoria come un suo diritto.

E per gli idonei non vincitori?

Altra questione che affolla le chat ed i gruppi di discussione è la sorte di chi ha tutti i requisiti per l’idoneità pur risultando non vincitore: si tratta dell’amara posizione degli idonei non vincitori.

Spesso i partecipanti dei concorsi si appellano all’esistenza di un “diritto all’assunzione” da parte della Pubblica Amministrazione per tutti quelli che risultano in possesso dei requisiti richiesti ma abbiano ottenuto un punteggio non abbastanza alto da comparire tra i vincitori.

Anche qui smentiamo l’esistenza di un diritto all’assunzione vantato dal partecipante idoneo. Sull’argomento rimandiamo al nostro articolo di approfondimento che spiega le ragioni dell’inesistenza di tale diritto.

Arrivati a queste conclusioni, è legittimo domandarsi se sia obbligatorio coprire tutti i posti vacanti con lo scorrimento della graduatoria oppure se la Pubblica Amministrazione possa bandire un nuovo concorso, spegnendo le speranze di quelli che si trovano nel limbo della graduatoria.

Scorrimento della graduatoria o nuovo concorso pubblico?

Laddove vi sia una graduatoria concorsuale ancora efficace, la Pubblica Amministrazione segue come regola generale la copertura dei posti vacanti mediante lo scorrimento della graduatoria e non con l’indizione di una nuovo bando di concorso.

Anche se il privato cittadino non vanta un diritto soggettivo nei confronti della P.A. all’assunzione mediante scorrimento, questa modalità è la via preferenziale scelta dall’Amministrazione Pubblica per procedere alle assunzioni. Qualora la P.A. ritenga opportuno discostarsi da tale principio operativo dovrà pronunciare un’idonea motivazione.

Vi sono però delle fattispecie che consentono alla Pubblica Amministrazione di derogare il suddetto principio, preferendo la via del concorso pubblico anche senza una specifica motivazione.

Sulla questione in esame si è espressa l’Adunanza Plenaria 14/2011 che da un lato ha sancito la prevalenza dello scorrimento della graduatoria e dall’altro ha stabilito la possibilità di una deroga, anche senza motivazione. Ma adesso scendiamo nei dettagli.

Deroghe al principio della prevalenza dello scorrimento della graduatoria

La deliberazione dell’Adunanza Plenaria nel ribadire la prevalenza dello scorrimento della graduatoria rispetto all’indizione di un nuovo concorso pubblico, sottolinea che si tratta di una prevalenza non assoluta e incondizionata.

Secondo la Plenaria, ogni volta che venga in essere una modifica sostanziale della disciplina applicabile alla procedura concorsuale rispetto alla disciplina che regola la graduatoria ancora efficace, si manifesta l’opportunità e la necessità di bandire un nuovo concorso, anche senza motivazione da parte della P.A.

Il Consiglio di Stato (Sez VI, n. 1517/2018) si è espresso sull’argomento individuando due ulteriori ipotesi di deroga al principio della prevalenza dello scorrimento in graduatoria:

  • quando si palesa l’esigenza di selezionare personale maggiormente qualificato rispetto a quello presente nelle graduatorie già esistenti;
  • quando il nuovo bando di concorso viene rivolto ad un profilo professionale più preciso e definito.

Dalla nostra disamina si evince che tempi e modi dello scorrimento in graduatoria sono rimessi alla sola discrezionalità amministrativa , mentre al privato cittadino non resta che aspettare ed incrociare le dita.

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