L’operazione condono del governo Meloni prende forma: in base all’importo dei debiti, le cartelle vengono stralciate, scontate oppure pagate a rate. Le novità in vista della legge di Bilancio 2023.
La cosiddetta tregua fiscale del governo Meloni assume contorni più nitidi, anche se ancora non si è raggiunto un accordo all’interno della maggioranza. L’idea di base è quella di impostare la nuova pace fiscale su tre linee, in base all’importo del debito accumulato dei confronti del Fisco: stralcio della cartella, quindi cancellazione, sconto su una parte della cifra dovuta e pagamento a rate.
Fratelli d’Italia vorrebbe evitare l’idea di un condono generalizzato, mentre la Lega spinge per uno sconto maggiore. Le cartelle prese in considerazione sono quelle precedenti al 2016, con un importo tra i mille e i 3mila euro. In questo caso, una parte del debito è dovuta e l’altra invece viene cancellata. Fratelli d’Italia e Lega starebbero contrattando sulle percentuali: il partito di Meloni vorrebbe fermarsi intorno al 50%, mentre Salvini chiede la cancellazione di almeno l’80% del debito, facendo pagare solo il restante 20%.
Far pagare solo il 20% invece del 50%, quindi almeno la metà di quanto dovuto, è quello che fa la differenza tra un condono da una maxi sanatoria generalizzata.
Tregua fiscale, stralcio delle cartelle fino a mille euro senza fare domanda
Per le cartelle fino a mille euro non ci sono dubbi nella maggioranza: il titolo dell’operazione, dice Repubblica, è «condono». Le cartelle iscritte a ruolo fino a questo importo verranno cancellate: gli atti saranno cestinati, con una cancellazione automatica allo studio da parte dell’Agenzia delle Entrate. Quindi, cittadini, imprese e professionisti destinatari di queste cartelle non dovranno fare domanda per ottenere lo stralcio del proprio debito.
Con la cancellazione del debito vuol dire che non entreranno soldi nelle casse dello Stato, nonostante la metà delle 130-140 milioni di cartelle dal 2000 a oggi presenti nel magazzino della Riscossione abbiano un importo fino a mille euro.
Spiegano fonti di Fratelli di Italia a Repubblica: «Il governo vuole alleggerire milioni di italiani da cartelle che non sono enormi, ma che hanno un peso psicologico importante». L’obiettivo della pace fiscale è evitare di appesantire il conto che grava sulle famiglie per via delle bollette e più in generale dell’inflazione che intacca salari e pensioni.
Saldo e stralcio delle cartelle con importi tra i mille e i 3mila euro
Chi ha una cartella con un valore compreso tra mille e tremila euro potrà beneficiare dal saldo e stralcio: una parte del dovuto sarà corrisposto alle Entrate, il resto non dovrà essere pagato. La novità più importante riguarda la possibilità di accedere alla nuova sanatoria in base al reddito. In questo modo, ad avere un particolare vantaggio saranno i cittadini con un reddito modesto, fissato -secondo le ultime anticipazioni- a 15mila euro.
In caso di importi superiori a 2.500 euro e redditi superiori a 15mila, l’imposta andrebbe pagata per intero, ma invece del circa 40% di sanzioni e interessi, la percentuale scenderebbe al 5%, con un comodo pagamento in rate decennali.
Come anticipato, Fratelli d’Italia vorrebbe uno schema 50 e 50, mentre la Lega vorrebbe cancellare l’80% del debito e far pagare solo il 20%.
Pagamento a rate per le cartelle sopra i 3mila euro
Ancora non è stato deciso quali cartelle sopra i 3mila euro di debito potranno essere pagate a rate in massimo 5 anni. Sempre secondo Repubblica, alcune simulazioni prendono in considerazione solo quelle notificate prima del 2016, e altre estendono l’agevolazione anche a quelle notificate dopo.
In ogni caso, l’importo da pagare sarà superiore a quello indicato nella cartella, con una maggiorazione che al momento oscilla tra il 5% e il 10%. Anche in questo caso potrebbero essere esclusi interessi e sanzioni.
Rottamazione cartelle, scadenza pagamento il 30 novembre 2022
Nel frattempo, si avvicina la scadenza per pagare le rate della rottamazione ter delle cartelle dovute per il 2022, ovvero per le rate dovute originariamente il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e a fine novembre.
Trattandosi di una scadenza della definizione agevolata, vanno tenuti in considerazione i 5 giorni di tolleranza. La scadenza finale, quindi, è il 5 dicembre 2022: dopo questa data si decade dai benefici della pace fiscale.
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