Conguaglio 730/2023 sulla pensione, in quale data aspettarselo? Ecco il calendario e le informazioni su cosa bisogna aspettarsi.
Si avvicinano i conguagli per i pensionati che hanno presentato dichiarazione dei redditi indicando, com’è corretto che sia, l’Inps come sostituto d’imposta.
Operazione che da alcuni - ossia da coloro a cui è risultato un credito dalla dichiarazione dei redditi e quindi aspettano il rimborso Irpef - è molto attesa, mentre da altri - per chi al contrario ha ancora delle imposte da versare che verranno trattenute direttamente dai prossimi cedolini - meno.
Nel dettaglio, il conguaglio fiscale - sia se positivo che negativo - viene effettuato direttamente dall’Inps quando la dichiarazione dei redditi è stata presentata con modello 730/2023; per chi utilizza il modello Redditi Pf, invece, sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a procedere con il pagamento del rimborso o comunque a richiedere di versare la quota Irpef mancante.
Per quanto riguarda le date, nonché le modalità di pagamento o recupero, molto dipende da quando è stata inviata la dichiarazione dei redditi con modello 730/2023: come comunicato dall’Agenzia delle Entrate, infatti, per il conguaglio per la pensione si applicano delle tempistiche differenti da quelle previste per i lavoratori dipendenti che hanno indicato il datore come sostituto d’imposta.
Nel dettaglio, per i pensionati i tempi sono più lunghi: infatti, mentre il conguaglio in busta paga potrebbe esserci già da luglio, per la pensione bisognerà attendere almeno fino ad agosto.
Conguaglio 730/2023: cos’è e come funziona
Per coloro che sono in pensione l’Inps agisce come sostituto d’imposta: ciò significa che sia rimborsi che eventuali trattenute saranno effettuati direttamente sul cedolino della pensione.
Ma in quali casi si ha diritto a un rimborso, e quando invece si deve temere una trattenuta? Dipende dall’esito del conguaglio, effettuato - ricordiamo - sulla base dei redditi dichiarati nel modello 730/2023 (percepiti dunque nel periodo che va dall’1 gennaio al 31 dicembre 2022) e di eventuali detrazioni e deduzioni alle quali si ha diritto. Nel dettaglio, dal conguaglio Irpef può risultare che:
- il contribuente ha pagato tante tasse quante effettivamente dovute: non sono previste quindi né trattenute né rimborsi;
- il contribuente ha pagato meno tasse di quelle dovute: il saldo è negativo, quindi sulla pensione si applicano delle trattenute;
- il contribuente, grazie alle detrazioni, ha pagato più tasse di quelle dovute: il saldo è positivo e di conseguenza si ha diritto a dei rimborsi.
Ad esempio, chi non ha altri redditi oltre alla pensione non deve temere un conguaglio a debito. Questo perché l’Irpef dovuta è già stata trattenuta ogni mese dall’Inps. Al massimo, quindi, beneficiando di detrazioni e deduzioni, ci sarà la possibilità di recuperarne una parte in dichiarazione dei redditi, con il rimborso che verrà caricato direttamente sui prossimi cedolini della pensione.
Diversamente, chi è titolare di altri redditi oltre alla pensione, ad esempio chi ha una doppia Certificazione unica, rischia un conguaglio a debito, da cui quindi risulterà ulteriore Irpef da versare all’erario.
Conguaglio 730/2023 sulla pensione: quando è previsto
Per l’invio della dichiarazione dei redditi con 730/2023 c’è tempo fino al 2 ottobre 2023.
Le tempistiche del conguaglio, quell’operazione con cui, tenendo conto di tutti i redditi percepiti nonché delle detrazioni e delle deduzioni a cui si ha diritto, viene calcolata l’Irpef effettivamente dovuta dal contribuente, variano in base alla data in cui tale dichiarazione è stata inviata.
Nel dettaglio, come spiegato dall’Inps, per i primi pensionati che hanno inviato la dichiarazione dei redditi il conguaglio Irpef è in programma tra le mensilità di agosto e settembre. Ovviamente i tempi saranno più lunghi per coloro che aspetteranno l’ultimo momento per inviare dichiarazione dei redditi: ad esempio, per chi lo farà negli ultimi giorni prima della scadenza, il conguaglio ci sarà solamente a novembre.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i pensionati l’Inps e tutti gli enti pensionistici effettuano le operazioni di addebito o accredito a partire dal secondo mese successivo a quello in cui è stato ricevuto il prospetto di liquidazione.
A tal proposito, è importante sapere che:
- entro il 15 giugno dovranno essere comunicati i risultati finali delle dichiarazioni presentate entro il 31 maggio;
- entro il 29 giugno, per quelle presentate dal 1° al 20 giugno;
- entro il 23 luglio, per quelle presentate dal 21 giugno al 15 luglio;
- entro il 15 settembre, per quelle presentate dal 16 luglio al 31 agosto;
- entro il 2 ottobre per quelle presentate dal 1° settembre al 2 ottobre.
Ciò significa, ad esempio, che coloro che hanno inviato la dichiarazione dei redditi entro il 31 maggio devono aspettarsi il conguaglio ad agosto, così come per coloro che lo hanno fatto entro il 29 giugno. A settembre, invece, è atteso il conguaglio per i modelli 730/2023 inviati tra il 21 e il 15 luglio, mentre tra il 16 e il 2 ottobre c’è il rischio di dover attendere anche fino a novembre.
Ed è bene sottolineare che qualora dal conguaglio ne risulti un credito superiore a 4.000 euro, il rimborso potrebbe anche slittare di qualche mese; questo perché l’Agenzia delle Entrate si riserva di effettuare dei controlli preventivi prima di dare il via libera.
Come funziona il conguaglio 730/2023 sulla pensione
Come visto sopra, dal conguaglio del 730/2023 può risultarne un debito o un credito per il pensionato. Nel primo caso ci saranno delle trattenute, nel secondo, invece, un rimborso che verrà caricato direttamente - e in un’unica soluzione - nel cedolino mensile.
Anche il recupero delle somme a debito viene effettuato dal cedolino della pensione, in quanto l’Inps agisce come sostituto d’imposta facendosi dunque carico del versamento delle imposte per conto del contribuente.
Nel caso in cui dal conguaglio del 730/2023 ne risulti un debito, il pensionato ha due possibilità:
- decidere di pagare l’importo dovuto al Fisco in un’unica soluzione, quindi con una trattenuta solo sul cedolino di agosto (o dei mesi successivi);
- decidere di pagare l’importo dovuto in più tranche: quando si presenta la dichiarazione dei redditi, infatti, si può decidere di optare per una rateizzazione, sulla quale però si applica un tasso di interesse (che di solito varia dallo 0,33% allo 0,44%).
In ogni caso, anche laddove si preferisca la rateizzazione dell’indebito, bisogna versare quanto dovuto all’erario entro la scadenza del 30 novembre.
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