Un chatbot che risponde alle domande dei cittadini, il call center e l’interpello a pagamento, questi i canali per ottenere la consulenza dell’Agenzia delle Entrate.
Consulenza fiscale direttamente dall’Agenzia delle Entrate, questa una delle novità introdotte dalla legge delega per la riforma fiscale. Quest’ultima, infatti, cerca di intervenire anche sul numero di interpelli e chiarimenti che, in misura ormai smisurata, si sono stratificati dall’ultima riforma del 2015.
Anche la prassi fiscale, quindi, subirà delle semplificazioni rendendo anche le circolari che emana l’Agenzia più fluide e scorrevoli. Vediamo come si interverrà e come si potrà chiedere una consulenza all’Ade richiedendo un interpello a pagamento.
Meno circolari più fluide
Ormai le circolari dell’Agenzia delle entrate vanno interpretate per essere comprese, visto che rimandano sempre ad altre norme e a interpelli che sono intervenuti sulla prassi amministrativa e fiscale.
Le circolari dedicate alle nuove disposizione, prima di essere rese pubbliche e consultabili dai contribuenti, dovranno prima passare per un confronto con le istituzioni o altri “soggetti portatori di interesse collettivo”.
Ci saranno circolari di pubblica consultazione, quindi, solo quando la prassi andrà a interessare un gran numero di contribuenti o quando va a modificare qualche cosa che fino a quel momento è stato interpretato o seguito diversamente.
Consulenza giuridica e semplificata
La consulenza giuridica non sarà più rivolta al singolo contribuente, ma avrà una sorta di canale diretto con gli ordini professionali, i sindacati e le amministrazioni.
Sarà, poi, messa a disposizione dei contribuenti meno pratici una consulenza semplificata tramite il chatbot fiscale. Si tratta di uno strumento che si affiancherà al call center dell’Agenzia che fornirà una consulenza più immediata ai contribuenti di minori dimensioni.
Tramite questo canale il cittadino potrà presentare i propri quesiti se non sono già presenti negli archivi di risposte automatizzate. L’intelligenza artificiale prova a individuare la soluzione più semplice al problema del cittadino, ma va chiarito che la soluzione proposta non ha la stessa valenza dell’interpello.
Si tratta, in ogni caso, di un servizio di consultazione gratuita con cui il contribuente viene supportato nella ricerca di una soluzione a un problema. Nel caso manchino risposte univoche o non ci siano precedenti da cui prendere spunto, la banca dati informerà il contribuente che può presentare un interpello.
Gli interpelli diventano sei
Adesso quando si presenta una domanda di interpello finisce in un grande calderone di pareri dell’Agenzia delle Entrate. Non sarà più così perché gli interpelli verranno suddivisi in:
- interpretativo;
- qualificatorio;
- antiabuso;
- disapplicativo;
- probatorio (riservto a chi aderisce alle compliance);
- per i paperoni fiscali.
L’interpello non sarà più gratuito e proprio per questo viene messo a disposizione il servizio di chatbot da cui passare gratuitamente prima di ricorrere all’interpello che diventa a pagamento. Quale sarà il costo? Il prezzo varierà in bae alla complessità della domanda e servirà a finanziare la formazione dei dipendenti dell’Agenzia delle Entrate.
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