Cos’è il conto corrente cointestato? Come aprirlo e tutte le caratteristiche su come funziona, con vantaggi e svantaggi per i cointestatari.
Il conto corrente cointestato è uno strumento finanziario che può essere intestato a due o più titolari con o senza vincoli di parentela. Ma come funziona esattamente e quale procedura seguire per aprirlo?
Per non incorrere in problemi, è necessario che tutti i titolari siano a conoscenza dei vincoli e delle operazioni possibili con l’apertura di questo conto. Ne esistono diverse tipologie e la gestione dei soldi depositati segue regole precise.
Il conto corrente cointestato comporta, quindi, vantaggi e svantaggi per i titolari. Tutto quello che c’è da sapere su come funziona e come procedere per aprirlo.
Cosa si intende per conto corrente cointestato
Il conto corrente cointestato è un normale conto corrente intestato a due o più titolari.
Questa è la definizione più semplice per identificare lo strumento finanziario. In sostanza, il conto corrente cointestato è detenuto da più di una persona. Per il resto, funziona come un tipico conto corrente bancario, consentendo le attività tipiche come trasferimenti di denaro, depositi, prelievi, gestione di carte di debito o credito.
Poiché il conto corrente cointestato ha più di un titolare, ognuno di essi gode degli stessi diritti sui fondi e può svolgere qualsiasi operazione consentita.
Le tipologie di conto corrente cointestato
Sono due le tipologie di conto corrente cointestato:
- a firma congiunta, quando per ogni operazione è necessario il consenso di tutti i contitolari;
- a firma disgiunta, quando ogni contitolare può disporre liberamente del conto, senza dover chiedere l’approvazione agli altri
Prima di aprire un conto corrente cointestato, quindi, è bene conoscere le differenze tra questi due tipi distinti di conto.
Conto corrente cointestato a firma congiunta
Il conto corrente cointestato a firma congiunta prevede che ogni operazione svolta tramite il conto avvenga solo dopo la firma di tutti i cointestatari.
Questo significa che un titolare non può agire in autonomia per svolgere qualsiasi azione legata al conto.
Le parti possono anche stabilire che il vincolo della firma congiunta sia operativo a partire da una soglia determinata o esclusivamente per un tipo di operazioni. Basta che le condizioni che regolano la contitolarità siano espresse al momento dell’apertura del conto corrente.
Se è stabilita la firma congiunta, ogni tipo di operazione e movimentazione (operazioni di prelievo, emissione di assegni, disposizioni di bonifici) richiede la presenza e la firma di tutti i cointestatari.
Tale formula è sempre consigliata nel caso in cui i contitolari del conto siano soci in affari, in quanto la controfirma consente di controllare le operazioni di ognuno.
Se la banca autorizza uno dei titolari a svolgere attività sul conto senza l’espresso consenso degli altri, l’istituto risponderà dei danni arrecati agli altri cointestatari a titolo di risarcimento.
Conto corrente cointestato a firma disgiunta
Il conto corrente cointestato a firma disgiunta funziona in maniera opposta: in questo caso ogni contitolare può compiere operazioni in autonomia, senza aver bisogno dell’autorizzazione degli altri cointestatari.
Solitamente questa soluzione viene scelta in ambito familiare, soprattutto tra coppie di coniugi, in quanto comporta minori limitazioni e rende le operazioni più agevoli.
Avere un conto corrente cointestato a firma disgiunta non significa, però, che ciascuno degli intestatari ossa fare tutto quello che vuole senza che l’altro sappia. Egli potrà versare, prelevare, dare delle disposizioni su bonifici o pagamenti, ecc. Tuttavia, ci sono delle operazioni sulle quali sarà necessario avere il consenso scritto del cointestatario.
Tutti gli intestatari dovranno essere d’accordo sulla chiusura del conto, così per la sua apertura. L’operazione in sé può essere fatta anche da uno solo dei contitolari, ma è fondamentale che gli altri dichiarino per iscritto di esserne stati informati e diano il proprio consenso all’operazione.
Se la chiusura del conto cointestato comporta il trasferimento del denaro depositato verso un altro conto di una diversa banca, l’operazione di chiusura viene predisposta dal nuovo istituto solo se la richiesta viene effettuata e sottoscritta da tutti i contitolari.
Facciamo anche una piccola precisazione: il conto cointestato si distingue dalla semplice delega su conto corrente che, invece, lascia immutata la titolarità in capo a un solo soggetto (il delegante), ma implica una procura generale a compiere determinate operazioni, conferita a un determinato soggetto (il delegato). Quest’ultimo, quindi, non diventa proprietario del conto.
Come funziona il conto corrente cointestato: tutto quello che c’è da sapere
Come si fa, quindi, per aprire un conto corrente cointestato? E quali sono le specifiche operazioni che ogni titolare ha il pieno diritto di compiere?
Per rispondere a queste domande occorre soffermarsi su come funziona il conto corrente cointestato, quali documenti sono necessari per aprirlo, come fare per la gestione del saldo e cosa succede con il decesso di un titolare.
Documenti necessari per cointestare un conto in banca
Diciamo prima di tutto che la legge non pone alcun vincolo sul numero massimo di cointestatari né sulla necessità che tra di loro ci debba essere per forza un legame di parentela.
Per aprire un conto corrente cointestato sono comunque obbligatori i seguenti documenti:
- la carta di identità, primo documento necessario per aprire un conto corrente, sia nel caso di apertura in una filiale con sportello bancario sia se lo si apre online con l’home banking;
- il codice fiscale. Nel caso si decida di rivolgersi allo sportello bancario sarà necessario il documento originale e la fotocopia da lasciare in banca;
- le firme di tutti i cointestatari del conto corrente
Invece per chiudere un conto cointestato è necessario che tutti i titolari del conto ne chiedano l’estinzione, se il rapporto è stato aperto a firma congiunta. Se il conto è cointestato a firma disgiunta, ciascuno dei cointestatari, singolarmente, ne può richiedere la chiusura.
Gestione delle somme sul conto cointestato
Tutti i titolari del conto cointestato possono effettuare le operazioni che normalmente si eseguono sul conto come prelievi, versamenti, bonifici. La regola su come farlo è scritta nella tipologia di conto, se a firma congiunta o disgiunta, come già spiegato.
Ma di chi sono i soldi sul conto e come va gestito il saldo?
Una prima risposta è la seguente: interpretando l’art. 1298 del codice civile, si presume che le somme di denaro cointestate siano di proprietà comune.
Ad esempio, sul conto cointestato a Tizio e Caio sono depositati 6.000 euro. Secondo la legge si presume che la somma sia divisa in parti uguali e che, quindi, 3.000 euro appartengano a Tizio e altre 3.000 a Caio. Ogni titolare, nei rapporti interni tra i contestatari, non può disporre più di questa quota, salvo il consenso dell’altro.
Questa uguaglianza nella disposizione della somma, divisa quindi in parti uguali tra i contestatari, è presunta e vale fino a prova contraria.
Per capire come funzionano i rapporti tra tutti gli intestatari del conto e come possono gestire le somme depositate occorre anche fare riferimento all’articolo 1.854 del Codice civile:
Nel caso in cui il conto sia intestato a più persone, con facoltà per le medesime di compiere operazioni anche separatamente, gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto.
Esempi: conto corrente cointestato con firma disgiunta ha due titolari. Se uno dei due effettua delle operazioni e provoca uno scoperto sul conto, la banca (creditore) può agire nei confronti del titolare che non ha eseguito l’operazione per recuperare il credito.
Stesso discorso per la solidarietà attiva. Per esempio, visto che i cointestatari sono concreditori solidali, ognuno di loro può chiedere l’integrale prestazione al debitore (la banca).
Cosa succede in caso di morte di un cointestatario?
Con la morte di uno dei contitolari, gli effetti sul conto corrente cointestato cambiano in base alla tipologia, con firma congiunta o disgiunta.
Nel caso di conto corrente a firma congiunta, il rapporto viene congelato in attesa che vengano individuati gli eredi della persona defunta. Gli altri titolari del conto, intanto, non potranno effettuare alcun tipo di operazione fin quando non sarà terminata la procedura di successione.
Se il conto è a firma disgiunta, invece, gli eredi dovranno procedere ugualmente alla pratica di successione per subentrare e acquisire la titolarità della quota spettante, ma i cointestatari potranno nel frattempo effettuare operazioni e operare in maniera autonoma sul conto.
Ad esempio, se il conto a firma disgiunta è intestato a due persone e una muore, l’intestatario in vita potrà continuare a utilizzare liberamente il 50% del denaro, mentre il restante 50% resta bloccato ai fini della successione.
In alcuni casi però, per scongiurare possibili scontri tra cointestatari ed eredi legittimi di uno dei titolari defunti, gli istituti di credito bloccano comunque il conto in via precauzionale in attesa che l’iter della successione venga portato a termine.
Vantaggi e svantaggi del conto corrente cointestato
Un conto corrente cointestato presenta sia vantaggi che svantaggi.
I risvolti più vantaggiosi dell’apertura di un conto cointestato comprendono:
- praticità di avere un unico conto bancario in ambito familiare;
- possibilità di controllare gestione aziendale in caso di cointestazione tra soci;
- evitare la necessità di una delega;
- risparmiare sui costi fissi (canoni, imposta di bollo etc.), pagandoli per un solo conto
Tra gli svantaggi, invece, va sottolineato il fatto che la somma depositata si presume essere in contitolarità, divisa in parti uguali, tra tutti gli intestatari, indipendentemente dal fatto che la provvista sul conto provenga soltanto (o in prevalenza) da uno dei titolari.
Altro elemento a sfavore, come già precedentemente detto, è che la banca è esonerata da ogni responsabilità qualora uno dei cointestatari dovesse prelevare l’intero patrimonio.
Specifichiamo anche che chi sostiene che la cointestazione sia meramente una simulazione ha l’onere della prova e se uno dei cointestatari dovesse contrarre dei debiti, i suoi creditori potrebbero pignorare il 50% del conto corrente (con o senza firma disgiunta).
FAQ, domande frequenti sul conto corrente cointestato
Di seguito una serie di risposte alle più frequenti domnde sulla casisitica relativa al conto corrente cointestato, con spiegazioni dettagliate su alcune funzionalità e caratteristiche del conto.
Un conto corrente cointestato può essere pignorato
Il conto corrente cointestato, come quello ordinario, può essere pignorato, come si ricava dall’art. 599, comma 1, c.p.c.:
“possono essere pignorati i beni indivisi anche quando non tutti i comproprietari sono obbligati verso il creditore”
Il creditore può quindi procedere a pignorare la parte del conto corrente cointestata del debitore titolare, ovvero il 50% del saldo.
Se c’è la notifica del pignoramento presso terzi, la banca però è costretta a vincolare tutto il saldo sul conto cointestato, senza prendere
in considerazione la presunzione di comproprietà tra i cointestatari.
La banca non è chiamata a verificare chi ha versato le somme sul conto corrente, ma questo va valutato e deciso dal Giudice dell’Esecuzione.
Si può cointestare un conto corrente già aperto?
Sì, è possibile cointestare un conto corrente che è già esistente e attivo a nome di un solo titolare.
In questo caso, la procedura da seguire è piuttosto semplice: basta recarsi nella banca o in ufficio postale dove è stato sottoscritto il conto corrente già aperto. Il titolare si presenta insieme alla persona - o alle persone - che vuole diventare cointestataria per il deposito della sua firma.
A questo punto il conto corrente esistente diventa cointestato. I contitolari scelgono anche la tipologia, se a firma congiunta o disgiunta.
A chi conviene aprire un conto corrente cointestato?
Aprire un conto corrente cointestato presuppone un rapporto di fiducia solido, anche se si sceglie la tipologia a firma congiunta che prevede il consenso dei titolari per eseguire le operazioni.
Con questa premessa si intuisce che un conto cointestato conviene innanzitutto in ambito familiare. Una coppia, per esempio, riesce a gestire in modo più semplice e trasparente il bilancio attraverso un conto unico nel quale operare in due. Spese quotidiane o straordinarie, bollette, rate, versamenti dello stipendio sono tutti convogliati in un unico conto dove poter tenere sotto controllo i soldi a disposizione in famiglia.
Il vantaggio è anche economico visto che in questo modo si pagano gli oneri solo di un conto.
Per le stesse motivazioni sopra elencate, un conto corrente cointestato può essere conveniente per chi divide la stessa casa, come studenti o lavoratori fuori sede. Attraverso un unico conto possono gestire più comodamente le spese e le bollette relative alla convivenza.
Nel caso di un’associazione, il conto cointestato conviene perché consente a più persone di gestire il bilancio associativo, senza dover contare sulla disponibilità a pagamenti e versamenti di una sola persona.
Infine, una società può decidere di aprire un conto corrente cointestato per avere trasparenza nella gestione dei soldi societari. In questo caso conviene se c’è davvero molta fiducia.
Cosa succede in caso di divorzio dei due cointestatari
Il conto corrente cointestato a una coppia può diventare problematico in caso di divorzio.
Se gli intestatari sono i coniugi e questi decidono di separarsi è bene rimettere la questione nelle mani dell’avvocato perché la divisione del saldo sul conto può sfociare in attriti.
In sintesi, occorre considerare la condizione patrimoniale della coppia: comunione dei beni o separazione dei beni.
Se i coniugi sono in comunione legale dei beni, con lo scioglimento del regime patrimoniale il saldo sul conto cointestato è diviso al 50%, salvo prova contraria. In questo caso il coniuge deve dimostrare che una parte dei fondi è di sua esclusiva proprietà.
Se vige la separazione dei beni si presume che la proprietà del saldo sia divisa a metà tra i coniugi.
Come funziona il calcolo dell’ISEE del conto cointestato
Il conto corrente cointestato va compreso nel calcolo dell’ISEE.
I soldi presenti su questo conto, infatti, rientrano nella ricchezza riconducibile alla persona e quindi devono essere calcolati.
Nello specifico, per il calcolo ISEE, il contestatario deve considerare solo la quota di saldo che gli spetta. Per esempio, se i titolari sono due è il 50% della somma sul conto, se invece sono tre è il 33,3%.
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