Conto termico 2018 per il rimborso della stufa a pellet: come funziona e calcolo importo

Simone Micocci

11/07/2018

Con il Conto termico 2.0 si può ottenere un rimborso, fino al 65%, del costo sostenuto per l’acquisto di una stufa a legna o a pellet; basta rottamare il vecchio impianto. Ecco quali sono i requisiti necessari e come calcolare l’importo del rimborso.

Conto termico 2018 per il rimborso della stufa a pellet: come funziona e calcolo importo

Come funziona il Conto termico 2.0 per risparmiare sul costo di una stufa a pellet per il riscaldamento? Con l’avvicinarsi dei mesi autunnali sempre più persone cominciano a pensare all’acquisto di una stufa a pellet; anzi, è proprio comprandola adesso - in piena estate - che si potrebbe ottenere uno sconto sul prezzo sia della stufa che del pellet.

Acquistare una stufa a pellet o a legna può avere un costo molto elevato, anche perché al prezzo del prodotto bisogna aggiungere quello del montaggio. Tuttavia decidere di collegare il proprio impianto di riscaldamento ad una stufa a pellet può rappresentare una scelta molto conveniente poiché in questo modo si risparmia sul costo del GPL o del metano.

Il costo iniziale, quindi, viene ammortizzato dopo qualche anno ed è per questo che acquistare una stufa di questo genere rappresenta sicuramente un investimento vincente.

Inoltre bisogna considerare che ci sono diverse agevolazioni fiscali per chi acquista una stufa con il quale è possibile risparmiare sul costo d’acquisto. Ad esempio, questa rientra tra le spese detraibili ai fini Irpef con l’Ecobonus, con il quale è possibile ottenere un’agevolazione fiscale fino al 65% sul costo del prodotto.

Per beneficiare di questa agevolazione, però, è necessario che la stufa a pellet rientri in un progetto finalizzato al miglioramento della prestazione energetica della propria abitazione (il tutto deve essere certificato da un perito o da un tecnico abilitato).

In alternativa è possibile richiedere il Conto termico 2.0, grazie al quale chi acquista una stufa può ottenere un rimborso (nella maggior parte dei casi in un’unica soluzione) fino al 65% della spesa sostenuta.

Il Conto termico 2.0 quindi è molto utile perché permette di ricevere immediatamente - o quasi - il rimborso di una parte della spesa sostenuta per l’acquisto della stufa; beneficiare di questa agevolazione, però, non è semplice poiché ci sono dei requisiti ben precisi da rispettare per averne diritto.

Ne parleremo nel prosieguo dell’articolo, dove trovate anche le informazioni necessarie per calcolare l’importo del rimborso al quale si ha diritto.

Cos’è il Conto termico 2.0?

Di Conto termico si parla dal 2013, poiché è con il DM del 28/12/2012 che questo viene riconosciuto per la prima volta in Italia al fine di incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili come le biomasse (legna e pellet).

Questo incentivo ha subito una modifica nel 2016, con il quale il Conto termico è stato potenziato tramite la semplificazione della procedura per la richiesta del rimborso, l’innalzamento del limite per l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata (si è passati da 600€ a 5.000€) e la riduzione dei tempi per il rimborso (da 6 a 3 mesi). Da allora, quindi, si parla di Conto termico 2.0.

Tuttavia non basta acquistare una caldaia a biomassa (come le stufe a legna, pellet o cippato) per avere diritto al rimborso; il Conto termico 2.0, infatti, è riconosciuto solamente a coloro che comprano questi prodotti in sostituzione di apparecchi obsoleti, ovvero che hanno bassi rendimenti ma alte emissioni.

Con il Conto termico 2.0, quindi, lo Stato premia quei cittadini che decidono di abbandonare un vecchio e inquinante impianto di riscaldamento in favore di uno maggiormente innovativo, così da aiutare l’ambiente contribuendo alla diminuzione del consumo energetico globale.

Requisiti

Come anticipato il primo requisito da soddisfare è quello di acquistare una caldaia a biomassa o una pompa di calore la quale andrà a sostituire un apparecchio obsoleto sempre a biomassa oppure a gasolio, olio combustibile o carbone.

Tuttavia l’impianto che si andrà a sostituire deve rispettare un altro importante requisito: non deve avere una potenza inferiore al 10% rispetto a quella del nuovo acquisto.

Qualora la caldaia che si vuole comprare abbia una potenza superiore al 10% all’impianto che andrà a sostituire non si perde automaticamente il diritto al Conto termico 2018; per avere comunque diritto al rimborso, infatti, basterà presentare un documento specifico - rilasciato da un professionista - con il quale si certifica la necessità di maggior fabbisogno energetico per riscaldare l’abitazione.

Come calcolare il rimborso

Come anticipato con il Conto termico 2.0 è possibile ottenere un rimborso fino al 65% della spesa sostenuta. Rimborso che sarà accreditato direttamente sul conto corrente di colui che ha acquistato la stufa a pellet entro 90 giorni dal montaggio; come anticipato ciò avverrà in un’unica soluzione se l’importo è inferiore ai 5.000€, mentre per cifre superiori il rimborso sarà in due rate annuali.

Anche se è possibile rimborsare fino al 65% del costo sostenuto, solitamente l’importo riconosciuto è più basso. Questo, infatti, dipende sia dalla zona climatica in cui si installa l’apparecchio che dalla sua potenza ed emissioni.

Nel dettaglio, l’Italia si suddivide in 6 zone in base al consumo medio di energia elettrica e gas: dalla A - per il minor consumo - alla F (dove i consumi sono maggiori). Quindi maggiori saranno i consumi e più alto sarà il rimborso riconosciuto.

A tal proposito ecco una cartina dell’Italia realizzata dalla Nordica (azienda leader per la produzione di stufe a legna e a pellet) dove vengono messe in evidenza le varie zone.

Per calcolare l’importo del contributo, però, bisogna considerare anche le caratteristiche dell’impianto installato. Ogni azienda dispone di un elenco dettagliato dei rimborsi previsti a seconda del prodotto acquistato che potete consultare così da farvi un’idea di quanto è possibile risparmiare.

Di seguito, ad esempio, trovate una tabella riassuntiva dei prodotti della Nordica incentivabili.

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