Cosa sono i contratti forward? Definizione e significato

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29 Gennaio 2025 - 18:02

Un contratto forward, spesso citato insieme ai futures, è uno strumento derivato che ha una precisa funzione: ecco di cosa si tratta, tra rischi e opportunità.

Cosa sono i contratti forward? Definizione e significato

Nell’ambito finanziario e del trading, i contratti forward sono strumenti derivati molto importanti per chi opera sui mercati. Conoscerne significato, funzionamento, rischi e vantaggi può voler dire investire in maniera ponderata, anche in base alle opportunità, nel momento giusto.

Di base, si sa che i contratti forward permettono agli investitori di comprare o vendere un asset in un momento prestabilito e ad un dato prezzo. Ma cos’è un contratto forward? E, soprattutto, come funziona? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Cos’è un contratto forward: definizione e significato pratico

Prima di tutto, partiamo dalla definizione economico-finanziaria più pratica e generale dei contratti forward.

Un forward è un accordo finanziario personalizzato tra due parti, in cui si stabilisce l’acquisto o la vendita di un’attività sottostante a un prezzo specifico, con consegna e pagamento fissati a una data futura prestabilita. Questi contratti sono negoziati privatamente over-the-counter (OTC), al di fuori dei mercati regolamentati, offrendo flessibilità ma comportando anche determinati rischi.

Questo tipo di contratti è per lo più utilizzato come strumento di copertura per eliminare la volatilità del prezzo di un bene, e la consegna del bene, o del profitto netto, ha luogo abitualmente. Ma possono essere utilizzati anche a fini speculativi.

Se dovessimo racchiudere le caratteristiche di base comuni a tutti i forward, possiamo definirne tre in particolare:

  • personalizzazione: le parti coinvolte possono definire dettagli specifici come quantità, qualità, luogo di consegna e data di scadenza dell’attività sottostante;
  • assenza di standardizzazione: a differenza dei contratti futures, come vedremo, i forward non seguono standard prestabiliti, permettendo una maggiore adattabilità alle esigenze delle controparti;
  • rischio di controparte: essendo accordi privati, esiste il rischio che una delle parti non adempia ai propri obblighi alla scadenza del contratto.

Il mercato dei contratti forward è enorme poiché molte delle grandi società a livello mondiale lo utilizzano per coprire i rischi di cambio e quelli legate al tasso di interesse. Tuttavia, poiché i dettagli dei contratti forward sono limitati all’acquirente e al venditore - e non sono noti al grande pubblico - la dimensione di questo mercato è difficile da stimare.

A cosa servono i contratti forward: qualche esempio per capire

Come detto, i contratti forward sono strumenti finanziari derivati utilizzati principalmente per la gestione del rischio e la speculazione sui mercati finanziari. Grazie alla loro natura personalizzabile, permettono alle aziende e agli investitori istituzionali di fissare oggi il prezzo di un’attività che verrà scambiata in futuro, proteggendosi dalle variazioni dei mercati.

Uno dei principali utilizzi dei contratti forward è, quindi, la copertura del rischio di cambio. Le multinazionali che operano in più valute sono esposte alle fluttuazioni del forex, che possono avere un impatto significativo sui bilanci.

Per esempio, un’azienda europea che deve ricevere pagamenti in dollari tra sei mesi può stipulare un forward per bloccare il tasso di cambio attuale, evitando perdite in caso di deprezzamento del dollaro rispetto all’euro.

Secondo il Bank for International Settlements (BIS), il mercato dei derivati valutari ha raggiunto un volume giornaliero di oltre 7,5 trilioni di dollari nel 2024, con un aumento del 15% rispetto al 2022 dovuto all’incremento della volatilità nei mercati emergenti.

Un altro settore in cui i contratti forward trovano largo impiego è quello delle materie prime. Produttori e aziende di trasformazione utilizzano forward per stabilizzare i costi delle risorse necessarie alla produzione.

Ad esempio, una compagnia aerea potrebbe utilizzare un forward per bloccare il prezzo del carburante e proteggersi da possibili aumenti dovuti a tensioni geopolitiche o riduzioni dell’offerta.

Secondo un report di Bloomberg Commodities Outlook 2025, il 60% delle aziende energetiche globali fa uso di contratti forward per mitigare i rischi legati alla volatilità del petrolio e del gas naturale.

Ma non solo. Come anticipato, oltre alla copertura, i forward sono utilizzati anche a fini speculativi. Hedge fund e trader professionisti sfruttano questi contratti per scommettere sull’andamento futuro dei prezzi di valute, azioni e materie prime, ottenendo profitti significativi in caso di previsioni corrette. Tuttavia, la mancanza di regolamentazione nel mercato OTC dei forward può aumentare il rischio di controparte, rendendo queste operazioni particolarmente rischiose, come affronteremo più avanti.

Differenze tra forward e futures

I forward e i futures sono strumenti derivati spesso citati insieme ma presentano diverse differenze. Ecco una tabella riepilogativa di tutte le differenze e le caratteristiche dei contratti derivati forward e futures, come il rischio di controparte, la compensazione quotidiana centralizzata e mark-to-market, la trasparenza dei prezzi e l’efficienza.

. Forward Futures
Definizione Un contratto a termine è un accordo tra due parti per comprare o vendere un asset (che può essere di qualsiasi tipo) in un momento nel futuro pre-concordato e ad un determinato prezzo. Un contratto futures è un contratto standardizzato, negoziato sul mercato dei futures, con il quale si vende o si acquista un determinato strumento sottostante in una determinata data futura, ad un determinato prezzo.
Struttura e obiettivo Su misura per le esigenze dei clienti. Di solito non viene richiesto un pagamento iniziale. Utilizzato solitamente come copertura. Standardizzato. È richiesto un pagamento iniziale a margine. Di solito viene utilizzato per la speculazione.
Metodo di transazione Negoziato direttamente tra venditore e compratore Quotato e scambiato sul mercato
Regolamentazione di mercato Assente Regolamentato dalle autorità nazionali di competenza
Garante Le parti contraenti Camera di compensazione (clearing house)
Rischio Alto rischio di controparte Basso rischio di controparte
Garanzie Nessuna garanzia di compenso fino alla data di scadenza, il prezzo futuro si basa sul prezzo corrente del sottostante. Entrambe le parti devono depositare una garanzia iniziale (margine). Il valore dell’operazione deriva dai tassi di mercato con definizione giornaliera dei profitti e delle perdite.
Scadenza del contratto I contratti forward scadono alla consegna dell’asset I future non necessariamente maturano solo alla consegna dell’asset

I rischi del contratto forward

Il principale rischio dei contratti forward risiede nella più grande differenza, in fin dei conti, con i futures.

Dato che i contratti forward sono accordi privati, c’è sempre la possibilità che una delle parti non adempia ciò che è previsto dall’accordo. I contratti futures invece - ed è qui la differenza più grande - sono regolati da una stanza di compensazione (clearing house in inglese) che garantisce le transazioni, il che riduce drasticamente le possibilità che le parti vadano in default.

In Italia, la clearing house sul mercato dei futures è la Cassa di Compensazione e Garanzia.

Le grandi dimensioni e la natura non regolamentata del mercato dei contratti forward ci portano a pensare che possa essere oggetto di una serie di inadempienze a cascata. Anche se le banche e le società finanziarie mitigano questo rischio facendo molta attenzione nella scelta della controparte, esiste la possibilità di default su larga scala.

Un altro rischio derivante dalla natura non standard dei contratti forward è che essi vengono regolati solo alla data di regolamento, ovvero di conclusione del contratto. Cosa succede se prezzo del forward specificato nel contratto differisce ampiamente dal prezzo spot al momento del regolamento? In questo caso, l’istituto finanziario che ha dato origine al forward è esposto a un grado maggiore di rischio in caso di inadempimento o mancato regolamento da parte del cliente rispetto al caso in cui il contratto fosse definito regolarmente marked-to-market.

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