Contratto di locazione a canone concordato: regole, novità e agevolazioni 2017

Anna Maria D’Andrea

1 Giugno 2017 - 15:46

Contratto di locazione a canone concordato, ecco le novità e le regole sulla tassazione e quali sono le agevolazioni per proprietari e affittuari nel 2017.

Contratto di locazione a canone concordato: regole, novità e agevolazioni 2017

Contratto di locazione a canone concordato: novità su agevolazioni e tassazione nel 2017 per effetto dell’entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 16 gennaio 2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 15 marzo scorso.

Per chi stipula un contratto di locazione a canone concordato è prevista la possibilità di applicazione della cedolare secca al 10 per cento fino al 31 dicembre 2017, termine dopo il quale salvo ulteriori misure l’aliquota della cedolare secca agevolata passerà al 15 per cento.

Le agevolazioni per chi sceglie il canone concordato nel 2017 sul contratto di locazione non riguardano, tuttavia, soltanto il regime della cedolare secca. Sono molte le agevolazioni previste sulla tassazione dei redditi fondiari e in più è prevista la riduzione del 75 per cento dell’aliquota Imu e Tasi stabilita dal Comune.

Negli ultimi tempi si è tornati a parlare del contratto di locazione a canone concordato: i dati parlano di un vero e proprio successo e con le novità introdotte dal Decreto Ministeriale del 16 gennaio 2017 saranno sempre più i proprietari di immobili che potranno beneficiare delle agevolazioni sulla tassazione.

Cos’è il canone concordato sul contratto di locazione, come si calcola e quali sono le agevolazioni sulla tassazione e le novità previste nel 2017? Ecco di seguito tutte le informazioni utili.

Contratto di locazione a canone concordato: regole, novità e agevolazioni 2017

La stipula del contratto di locazione a canone concordato è ammessa secondo specifiche regole e disposizioni contenute nella legge 431/1998 con la quale vengono fornite le linee guida sui casi in cui è ammesso. Il Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 15 marzo 2017 ha introdotto, tra le novità del 2017, la possibilità di optare per il canone concordato in tutti i comuni d’Italia.

Le disposizioni precedentemente in vigore stabilivano che la possibilità di scegliere il canone concordato sull’affitto e di conseguenza anche la cedolare secca al 10 per cento fosse consentita soltanto nei comuni ad alta densità abitativa, come Roma, Milano, Palermo e le altre grandi città d’Italia con carenza di soluzioni abitative.

A partire dal 2017 il canone concordato e le agevolazioni sul contratto di locazione si applicano in tutti i comuni d’Italia e nello specifico nei seguenti casi:

  • contratto 3+2;
  • contratto di locazione studenti fuori sede;
  • contratti transitori.

Per l’applicazione delle agevolazioni su tassazione per i proprietari e le importanti detrazioni fiscali per gli inquilini è necessario che vengano stipulati accordi territoriali con l’importo del canone calmierato, calcolato su diversi parametri tra cui la tipologia di zona in cui è situato l’immobile dato in locazione e le caratteristiche specifiche dello stesso.

Ai contratti di locazione a canone concordato potrà essere applicato il regime sostitutivo di tassazione della cedolare secca al 10 per cento, agevolazione in vigore fino al 31 dicembre 2017 salvo ulteriori misure di proroga.

Contratto di locazione a canone concordato: cedolare secca al 10 per cento fino a dicembre 2017

Tra le agevolazioni previste per i contratti di locazione a canone concordata è ammessa la facoltà del proprietario dell’immobile di scegliere il regime fiscale della cedolare secca con aliquota al 10 per cento; tassazione inferiore più della metà di quanto previsto per la cedolare secca del 21 per cento.

Conviene optare per la cedolare secca al 10 per cento sulle locazioni a canone concordato? Sebbene nel caso della cedolare secca con aliquota al 21 per cento la valutazione dei vantaggi va effettuata caso per caso, la stessa cosa non vale in considerazione della tassazione prevista per i contratti a canone concordato.

Oltre all’esonero dal pagamento di addizionali regionali, comunali, imposta di registro e di bollo, è prevista una tassazione sostitutiva dell’Irpef. Ricordiamo che la tassazione Irpef ordinaria prevede il cumulo del reddito fondiario con i redditi complessivi dichiarati, con un aumento dell’imposizione fiscale sui proventi derivanti dal canone di locazione percepito.

Per fare un esempio, mettiamo il caso di un contratto di locazione a canone concordato in una città come Roma o Milano con affitto fissato a 1.000 euro al mese. Con il regime della cedolare secca al 10 per cento l’importo delle tasse dovute sarà pari a 1.200 euro. La tassazione ordinaria Irpef per aliquote e scaglioni farebbe aumentare notevolmente l’importo dovuto.

Pertanto, la possibilità di scegliere la tassazione ad aliquota fissa della cedolare secca 10 per cento è sicuramente un’ottima alternativa e una possibilità di risparmio. Le agevolazioni sul canone concordato dei contratti di locazione sono previste, tuttavia, anche nel caso in cui si volesse scegliere per il regime fiscale ordinario.

Contratti di locazione a canone concordato: agevolazioni fiscali 2017 proprietari e affittuari

Le agevolazioni fiscali per chi sceglie di applicare il canone concordato sul contratto di locazione si estendono oltre che ai proprietari anche agli affittuari, i quali possono portare in detrazione fiscale il costo sostenuto per pagare l’affitto.

Per i proprietari di immobili dati in locazione con contratto a canone concordato l’agevolazione prevista consente una riduzione del 30% del reddito fondiario imponibile ai fini Irpef in relazione a immobili concessi ad uso abitativo.

Per l’applicazione dell’agevolazione bisognerà indicare nel modello di dichiarazione dei redditi gli estremi di registrazione del contratto di locazione a canone concordato, l’anno di presentazione della dichiarazione Imu e il Comune in cui ha sede l’immobile in oggetto. Tra le novità introdotte nel 2017 è prevista la possibilità di riduzione dell’aliquota comunale Imu e Tasi del 75 per cento.

Per gli affittuari che trasferiscono la propria residenza nell’immobile locato a canone concordato è ammessa la detrazione dell’affitto per un importo massimo di 991,60 euro e per i primi tre anni. Negli altri casi la detrazione fiscale è corrisposta entro limiti di reddito e di importo annuo inferiori.

Nella guida alla detrazione dell’affitto a canone concordato tutte le regole e le modalità di fruizione dell’agevolazione fiscale.

Iscriviti a Money.it