La Guardia di Finanza di Catania ha scovato 19 imprenditori che hanno ottenuto i contributi a fondo perduto pur non avendone diritto, in quanto condannati per mafia.
Contributi a fondo perduto anche ai mafiosi: la Guardia di Finanza di Catania ha individuato ben 19 imprenditori che hanno avuto i finanziamenti senza averne diritto, nonostante fossero già condannati per mafia o sottoposti a interdittiva antimafia.
Le indagini dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno riguardato oltre 20 soggetti, che tra il 2020 e il 2021 hanno chiesto (e ottenuto) i contributi a fondo perduto, spettanti in base al calo di fatturato.
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Fondo perduto ai mafiosi: 19 imprenditori già condannati hanno ottenuto i contributi
I 19 imprenditori scovati dalle Fiamme Gialle operavano in tutta la provincia di Catania in vari settori, dalla ristorazione ai trasporti, fino all’immobiliare. Per loro l’accesso al fondo perduto era fuori discussione fin dall’inizio, in quanto condannati con sentenza definitiva, per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso o, comunque, già colpiti da interdittiva antimafia.
Con le indagini del Nucleo PEF e dei Reparti territoriali della Guardia di finanza di Catania, sono stati denunciati 5 soggetti Procura della Repubblica di Catania per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Gli altri 14 imprenditori sono stati segnalati per il pagamento della sanzione amministrativa, in quanto il contributo indebitamente incassato è inferiore a 4.000 euro.
Tutti i dettagli vengono riportati dal comunicato stampa della Guardia di Finanza del 24 giugno.
Ricordiamo invece ai titolari di partita IVA onesti che hanno presentato domanda per i contributi a fondo perduto ma per errori o incongruenze è stata scartata, che è possibile inviare all’Agenzia delle Entrate un’istanza di autotutela.
L’istanza in autotutela deve essere presentata tramite PEC, con un messaggio indirizzato alla Direzione provinciale competente in base al domicilio fiscale del richiedente.
L’istanza può essere inoltrata sia dal contribuente richiedente o dall’intermediario delegato, e deve essere firmata digitalmente dal soggetto che la presenta.
Nel caso in cui non venga firmata digitalmente dal richiedente, l’istanza deve contenere firma autografa e copia del documento di identità di quest’ultimo.
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