Contributi a fondo perduto nel decreto Sostegni bis: come cambiano e quali sono le novità della bozza? Facciamo il punto della situazione con un esempio pratico su calcolo e importo del contributo alternativo spettante.
Contributi a fondo perduto, quali sono le novità nel decreto Sostegni bis? Come cambiano regole e modalità di calcolo?
I contribuenti titolari di partita IVA scalpitano in attesa di sapere quando e come avranno i prossimi contributi, come calcolarli e l’importo spettante.
È da chiarire che in questo momento è in circolazione una bozza datata 30 aprile: fino al 7 maggio, data in cui il testo del provvedimento è atteso al Consiglio dei Ministri, non vi è alcuna certezza.
Vediamo però quali sono le linee guida della bozza sui contributi a fondo perduto e come cambiano rispetto ai precedenti bonus.
Decreto Sostegni bis: come cambiano i contributi a fondo perduto? Le novità nella bozza
Il decreto Sostegni bis vale circa 40 miliardi e dovrebbe essere l’ultimo di questa portata. Una buona parte delle risorse andranno ai nuovi contributi a fondo perduto: ma come funzionano e cosa cambia?
L’obiettivo del provvedimento che traspare dalla bozza attualmente in circolazione è quello di coinvolgere anche attività e lavoratori autonomi che hanno subìto perdite a causa delle misure restrittive del 2021, categorie finora rimaste prive di aiuti.
I nuovi contributo a fondo perduto si muovono su due binari. Il primo binario è una sorta di replica del fondo perduto del primo Sostegni: chi ha già fatto domanda e ricevuto il contributo riceverà in automatico il nuovo bonus. Non cambiano modalità di erogazione (quindi chi ha scelto il bonifico avrà l’accredito sul conto corrente, altrimenti sarà riconosciuto come credito d’imposta), anche l’importo erogato sarà identico.
Il secondo binario invece è il cosiddetto contributo a fondo perduto alternativo: vediamo come funziona.
Nuovo fondo perduto: DL Sostegni bis considera le perdite del 2021. Calcolo ed esempio pratico di importo
Veniamo alla novità del decreto Sostegni bis. In pratica, il provvedimento prende in considerazione le perdite nel periodo compreso dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 rispetto al periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020.
Il calcolo del contributo alternativo spettante si effettua applicando le stesse percentuali del primo Sostegni alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020:
- 60% per i soggetti con ricavi e compensi non superiori a 100.000 euro;
- 50% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 100.000 euro e fino a 400.000 euro;
- 40% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 30% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro;
- 20% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro.
In effetti è abbastanza intricato, quindi proviamo a fare un esempio per semplificare. Prendiamo il caso di un’attività aveva diritto a 4.000 euro di contributi a fondo perduto secondo il primo decreto Sostegni. Nelle prossime settimane quindi avrà di nuovo, in automatico, altri 4.000 euro.
Prendendo in considerazione però anche le perdite dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e lo stesso periodo del 2020, avrebbe diritto a un contributo a fondo perduto, ipotizziamo, di 5.000 euro.
Il contributo alternativo spettante quindi è di 1.000 euro (5.000-4.000). Attenzione: se invece coi nuovi calcoli spetta un contributo più basso, l’attività avrà solo i primi 4.000 euro, e la nuova domanda non verrà presa in considerazione.
La modalità di richiesta del contributo a fondo perduto alternativo andrà presentata secondo regole e tempi stabiliti da un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.
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