Stop al coprifuoco in Catalogna: secondo la Corte il coprifuoco non ha «motivazioni sanitarie». Scopriamo perché.
Non ci sarà più alcun coprifuoco per Barcellona. A deciderlo è stata la Corte Superiore di Giustizia della Catalogna che ha negato la richiesta del Governo di prorogare l’ordinanza anche per quelle regioni con un’incidenza inferiore a quella stabilita come soglia minima.
La notizia in sé non avrebbe catturato l’attenzione di tutta la stampa iberica se non fosse stato per la critica pungente mossa dalla Corte di Giustizia verso il Governo.
Le parole, infatti, sono rimbalzate su tutti i giornali e tabloid spagnoli, in special modo su quelli catalani. Secondo la stessa Corte, in queste condizioni, il coprifuoco non aveva lo scopo di limitare i contagi, e quindi non aveva motivo di esistere.
Vediamo nel dettaglio che cosa è accaduto.
Stop al coprifuoco
Da domani il coprifuoco non sarà più necessario a Barcellona e in altre località del nordest della Spagna. Il tribunale catalano ha infatti approvato solo 19 dei 148 Comuni che il Governo aveva presentato nella domanda di estensione delle restrizioni per combattere la diffusione del Covid-19.
La richiesta includeva di prorogare il coprifuoco anche per le regioni con incidenza inferiore ai 250 casi diagnosticati su 100 mila abitanti.
Ed è proprio per questi Comuni che il tribunale ha deciso di bocciare l’istanza. Le limitazioni orarie della mobilità notturna saranno applicate solo nei Comuni con un’incidenza cumulativa superiore ai 250 casi per 100.000 abitanti, come era stato stabilito precedentemente.
Il tribunale ha poi voluto fornire le ragioni di tale scelta: la misura non risponde a esigenze di contenimento dell’epidemia, ma a quelle di sicurezza o di mero ordine pubblico.
I magistrati: non ci sono ragioni per il coprifuoco
Della stessa opinione sono i magistrati, i quali ritengono che la Generalitat (il Governo catalano) non stia applicando il coprifuoco seguendo i parametri di contenimento della pandemia.
Le misure proposte non trovano giustificazione tanto in ragioni sanitarie, quanto in ragioni di sicurezza o di ordine pubblico, che devono essere curate mediante l’esercizio dei poteri ordinari di cui è titolare la propria Amministrazione.
Con queste parole i magistrati chiariscono che misure di questo genere, le quali limitano la libertà di movimento personale, sono del tutto inaccettabili.
Coprifuoco: migliora la situazione sanitaria
La Catalogna rimane una delle zone più colpite dalla quarta ondata nella penisola iberica, a causa sopratutto della variante Delta che ha causato un aumento dei contagi in tutti i paesi.
Il coprifuoco è rimasto in vigore per diverse settimane per più di 100 Comuni catalani, proibendo spostamenti notturni e la circolazione dall’una alle sei del mattino.
L’ultima volta in cui si è deciso di prorogare le restrizioni, lo scorso 5 agosto, le autorità avevano proposto di modificare il criterio secondo il quale un comune può essere indicato ad “alto rischio”.
Grazie, infatti, al netto miglioramento della situazione sanitaria il governo regionale aveva deciso di abbassare la soglia dell’incidenza necessaria per giustificare l’estensione del coprifuoco.
Le restrizioni sarebbero state applicate solo se un Comune presentava un’incidenza cumulativa di nuovi casi, negli ultimi 7 giorni, uguale a superiore a 250 ogni 100.000 abitanti, non più di 400 ogni 100.000.
Eppure nonostante quanto stabilito, secondo la Generalitat anche i comuni «non ad alto rischio» avrebbero dovuto mantenere il coprifuoco, mossa più che evidente per impedire gli spostamenti e controllare la movida.
In questo modo si dimostra quanto stabilito dalla Corte: il Governo continuava a proporre ed estendere un coprifuoco che non aveva «ragioni sanitarie».
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