In Spagna le auto potranno circolare a 150 km/h, ma non tutti potranno farlo. Ecco perché e quali altri Paesi stanno seguendo questa strada.
Aumenta il limite di velocità a 150 km/h ma non per tutti. È questo ciò che è accaduto in Spagna, dove alcune categorie selezionate di conducenti potranno ora legalmente superare il tradizionale limite di 120 km/h sulle autostrade.
Una novità che potrebbe far drizzare le antenne a chi spera di premere il piede sull’acceleratore durante i viaggi estivi nella penisola iberica. Tuttavia, è bene chiarire fin da subito: non si tratta di una misura estesa a tutti gli automobilisti.
Siti autorevoli come El Motor e El Confidencial spiegano che questa deroga non è destinata ai comuni cittadini, né tantomeno agli agenti di polizia o ai soccorritori. Una misura tanto tecnica quanto restrittiva, che apre il dibattito su una possibile revisione più ampia dei limiti di velocità in Europa.
E in effetti, la Spagna non è sola. Anche altri Paesi europei, come la Repubblica Ceca, stanno sperimentando limiti più generosi. E in Italia? Le leggi ci sarebbero, ma nella pratica tutto tace. Ecco chi potrà andare a 150 km/h in Spagna e cosa sta accadendo in altri Paesi.
Spagna, aumenta il limite a 150 km/h in autostrada: ecco per chi
In Spagna, il limite massimo di velocità sulle autostrade resta fermo a 120 km/h per la maggioranza degli automobilisti. Tuttavia, è possibile guidare fino a 150 km/h, ma solo in casi molto specifici e con permessi ben definiti. A riportare la notizia sono stati diversi portali spagnoli, tra cui El Motor e El Confidencial, che hanno chiarito come questo permesso non sia una scappatoia per i “velocisti della domenica”, bensì un’esigenza concreta per chi lavora nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi veicoli.
A usufruire di questa deroga saranno solo i costruttori di automobili, allestitori e ricercatori scientifici impegnati in test di prova su strada. Questi soggetti possono fare richiesta di un’autorizzazione speciale presso la Direzione Generale del Traffico (DGT), l’ente spagnolo che gestisce la sicurezza e la regolamentazione del traffico. Una volta ottenuto il via libera, i veicoli in questione dovranno esporre un’etichetta ben visibile con la sigla “FN” sul retro, che sta per Fabricante de vehículos, ossia “produttore di veicoli”.
È importante sottolineare che questo limite di velocità più elevato non è una novità assoluta: era già in vigore da alcuni anni, ma la DGT ha recentemente rilanciato la comunicazione ufficiale, probabilmente per chiarire eventuali dubbi e malintesi tra gli automobilisti. In particolare, l’avviso costituisce un monito: vedere un’auto sfrecciare a 150 km/h non significa che sia permesso farlo a chiunque. Ecco perché, soprattutto per i turisti stranieri, è fondamentale non imitare chi ci sorpassa pensando di poter fare altrettanto senza conseguenze.
Limiti di velocità, l’Europa tra aperture e promesse mancate
La Spagna non è l’unico Paese europeo a esplorare la possibilità di alzare i limiti di velocità. Uno degli esempi più recenti è quello della Repubblica Ceca, dove è stata da poco approvata una legge che consente di raggiungere i 150 km/h su specifici tratti autostradali. A differenza del caso spagnolo, qui il nuovo limite non è riservato a categorie professionali ma si applica, in teoria, a tutti gli automobilisti. Tuttavia, nella pratica, i cartelli stradali che indicano il nuovo limite non sono ancora stati installati, rendendo il cambiamento più una prospettiva futura che una realtà immediata.
E in Italia? La situazione è decisamente più statica. Più di dieci anni fa è stata approvata una legge che, almeno sulla carta, consentirebbe di elevare il limite di velocità a 150 km/h su alcune autostrade a tre corsie, dotate di corsia di emergenza e sistemi di controllo della velocità media. Una norma pensata per adattarsi alla modernizzazione delle infrastrutture e alle migliori prestazioni dei veicoli odierni. Tuttavia, da allora, non è mai stato individuato un tratto autostradale dove tale limite sia stato effettivamente introdotto.
Le ultime notizie sull’argomento risalgono a circa due anni fa, ma da allora tutto sembra essere rimasto fermo. Le ragioni? Probabilmente una combinazione di prudenza politica, mancanza di infrastrutture idonee e timori legati alla sicurezza. Anche se alcuni automobilisti e associazioni di categoria continuano a spingere per una revisione dei limiti.
Insomma, mentre alcuni Paesi come la Repubblica Ceca muovono passi concreti verso un aumento generalizzato dei limiti, altri – come la Spagna – optano per soluzioni più tecniche e selettive. L’Italia, invece, osserva da lontano, muovendosi con un passo più prudente.
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