Tornano coprifuoco e smart working: il gas come il Covid in Italia?

Alessandro Cipolla

01/09/2022

Crisi del gas: il governo sarebbe pronto a ripristinare lo smart working per la PA e una sorta di coprifuoco con chiusura anticipata delle attività e spegnimento delle luci.

Tornano coprifuoco e smart working: il gas come il Covid in Italia?

Proprio mentre pensavamo di esserci messi alle spalle la stagione del coprifuoco, dello smart working forzato e delle restrizioni in generale, ecco che la crisi del gas potrebbe riportare in Italia le lancette dell’orologio indietro di diversi mesi.

Mentre il governo a breve dovrebbe varare un nuovo decreto, che poi sarà convertito dal prossimo Parlamento, per cercare di fronteggiare il caro-bollette che a breve potrebbe mettere in ginocchio famiglie, attività e imprese, il ministero della Transizione Ecologica starebbe lavorando in contemporanea a un piano per cercare di contenere l’uso di energia elettrica - e quindi anche di gas - nel nostro Paese.

Nonostante l’annuncio da parte di Ursula von der Leyen del raggiungimento dell’80% di riempimento dei siti di stoccaggio del gas, obiettivo che l’Ue si era dato per inizio novembre ma che sarebbe stato raggiunto con largo anticipo, il probabile stop dei rifornimenti da parte della Russia dovrebbero portare ugualmente a delle politiche di razionamento nel Vecchio Continente.

Stando a quanto riportato da La Repubblica e Il Messaggero, per far fronte all’emergenza quest’inverno in Italia potrebbero tornare in auge due termini di covidiana memoria come smart working e coprifuoco.

Smart working e coprifuoco contro la crisi del gas?

Nei prossimi mesi in Italia l’imperativo sarà risparmiare energia elettrica, che nel nostro Paese viene prodotta per il 50% grazie al gas: tra gli stati membri dell’Ue siamo quelli che hanno la quota più alta.

Visti i tempi bui (e freddi) che ci aspettano a causa del minor afflusso di gas dalla Russia (ma si sta andando verso un azzeramento) e dell’aumento dei costi, il governo a breve annuncerà un piano per contenere i consumi di elettricità.

La prima mossa riguarderà case e attività, con l’abbassamento di un grado del termostato e la diminuzione di un’ora al giorno dei tempi di accensione. In più si cercheranno di risparmiare 15 giorni di operatività degli impianti ritardando la data di accensione dei termosifoni e anticipando quella della chiusura.

Queste misure dovrebbero generare un risparmio di circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas, ma questo potrebbe non essere sufficiente. Ecco che allora sta circolando con insistenza l’ipotesi di un ritorno dello smart working per tutti i dipendenti pubblici come ai tempi del Covid.

Una strategia questa che potrebbe coinvolgere anche il settore privato, con molte aziende che già avrebbero iniziato a impostare questa strategia. A riguardo non sembrerebbero mancare le polemiche, visto che in questi tempi di bollette pazze i lavoratori avrebbero il timore, con il ritorno di uno smart working che spesso è stato negato anche nel pieno della pandemia, di veder aumentare i propri consumi per abbattere quelli delle aziende.

Come nel pieno del Covid ci sarebbe infine il concreto rischio di un sostanziale coprifuoco: per risparmiare energia elettrica, oltre allo spegnimento del 40% dei lampioni e delle insegne luminose durante la notte, c’è l’ipotesi di una chiusura anticipata di uffici pubblici (17.30), dei negozi (19.00) e dei locali (23.00).

In sostanza gli italiani potrebbero essere chiamati a fare nuovi sacrifici senza che in cambio ci sia la pace in Ucraina, con la guerra che va avanti e la Russia che ha triplicato i suoi guadagni derivanti dal gas nonostante delle sanzioni che finora stanno mettendo in ginocchio soltanto l’Europa.

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