L’agenzia di spionaggio sudcoreana si è unita al Cyber Defense Group della Nato. È la prima potenza asiatica all’Alleanza transatlantica. Ecco perché e perché potrebbe essere pericoloso.
La Corea del Sud si avvicina progressivamente alla Nato e la Cina minaccia un epilogo simile alla guerra in Ucraina. Aumentano quindi le tensioni in Asia Orientale.
La National Intelligence Service (Nis), l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud è diventata la prima potenza in Asia a unirsi al gruppo di difesa informatica dell’Alleanza, la Cyber Defense Group, nata nel 2008 in risposta a un attacco informatico russo che paralizzò le reti statali dell’Estonia.
A oggi il Centro, destinato alla cooperazione per la sicurezza informatica, concentrandosi sulla ricerca e formazione nel campo della cyber security, vede la partecipazione di 32 Paesi, 27 membri della Nato e 5 che non ne fanno parte. Non è possibile stabilire con sicurezza se sia stata la guerra tra Russia e Ucraina ad accelerare l’ammissione della forza asiatica tra le file della Cyber Defense Group; ciò che è certo però è che l’ammissione di Seul è un segnale più che evidente della determinazione degli Stati Uniti a rispondere alle crescenti minacce della Russia e anche della Cina.
Pechino non ha infatti gradito l’adesione della Corea nel gruppo di difesa informatica dell’Alleanza e ha minacciato ritorsioni: se Seul dovesse adottare toni ostili contro la Cina, si potrebbe avere una nuova Ucraina. Davanti a una simile notizia è naturale domandarsi cosa stia accadendo e se l’avvicinamento della Corea con la Nato potrebbe rivelarsi pericoloso. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Corea del Sud si avvicina alla Nato: cosa sta accadendo?
La guerra in Ucraina potrebbe essere stato il catalizzatore per accelerare l’adesione della Corea del Sud al Cyber Defense Group, gruppo di difesa informatica della Nato, di certo non è stata una scelta improvvisa.
Nel 2018 il presidente uscente Moon Jae-In aveva posto in cima all’agenda politica la sicurezza informatica nazionale per poter fronteggiare e contrastare i cyberattacchi provenienti dalla Corea del Nord e dalla Cina. Per questo motivo già nel 2019, Seul aveva presentato la richiesta di adesione per poi partecipare al gruppo di cyber security. L’anno successivo ha poi preso parte a due esercitazioni di sicurezza informatica internazionale, le Locked Shields.
L’adesione, quindi, non è stata improvvisa, in realtà riflette alle preoccupazioni del Paese in termini di sicurezza informatica. “Le minacce informatiche stanno causando grandi danni non solo agli individui, ma anche alle nazioni separate e anche a livello transnazionale; quindi, una stretta cooperazione internazionale è fondamentale”. Sono state queste le parole con cui la Nis, l’agenzia di spionaggio sudcoreana, ha spiegato uno dei motivi principali della propria adesione al gruppo di cyber sicurezza della Nato.
Corea del Sud si avvicina alla Nato: perché è pericoloso?
L’adesione dei Seul al gruppo di difesa informatica della Nato ha sicuramente rinfocolato le tensioni in Asia.
Se da una parte il nuovo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, osservando con timore i test missilistici in Corea del Nord, ha minacciato a sua volta l’uso di attacchi preventivi per spegnere una futura offensiva di Pyongyang; dall’altra non si possono ignorare i movimenti dell’esercito cinese nell’Indo-pacifico. La Cina, infatti, si dimostra sempre più assertiva e contraria alle alleanze in materia di difesa e cooperazione militare a livello internazionale.
La mossa di Seul è stata quindi aspramente criticata da Hu Xijin, ex direttore del Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito comunista cinese. Il monito di Hu è chiaro, se la Corea del Sud dovesse intraprendere “una strada per diventare ostile nei confronti dei suoi vicini, la fine di questa strada potrebbe essere l’Ucraina”. Una minaccia da non sottovalutare e che va ad aggiungersi alle altre mosse da Pechino e da Mosca.
Mentre si protrae il conflitto russo-ucraino, sulla scacchiera geopolitica sembrano quindi rivitalizzarsi alcune tensioni in Oriente, dove la Cina vorrebbe la Corea lontana dalla sfera d’influenza degli Stati Uniti d’America, sempre più determinati a fronteggiare Mosca e Pechino. Il rischio è quindi quello che anche queste tensioni possano arrivare a un punto di rottura. Il rischio esiste ma non è possibile stabilire se e quando potrebbe concretizzarsi.
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