Il primo ministro francese, Édouard Philippe, per difendersi dalle critiche ricevute ha messo a confronto la gestione dell’emergenza coronavirus in Francia e in Italia, sottolineando come nel nostro Paese si sia dovuto scegliere chi curare.
“In Italia hanno scelto chi curare, noi non siamo arrivati a tanto”: queste le parole del premier francese, Édouard Philippe, che è intervenuto davanti all’Assemblea nazionale per difendere la gestione dell’emergenza coronavirus da parte del Governo.
Tra le prove di aver compiuto un buon lavoro secondo Philippe proprio quella di non esser dovuti ricorrere alla selezione dei malati da ammettere in terapia intensiva, rispetto a quanto sarebbe stato fatto invece nel nostro Paese. Intanto, la situazione economica in Francia peggiora e l’esecutivo è stato bersagliato dalle critiche.
“Italia ha scelto chi curare, il sistema in Francia ha retto”
La Francia sta accusando il grave impatto che l’epidemia di coronavirus ha avuto sul tessuto socioeconomico e molte critiche sono state indirizzate al Governo, che secondo molti non sarebbe riuscito a gestire in modo ottimale l’emergenza. Anzi come riporta Le Monde la nazione starebbe scivolando tra i “Paesi del sud dell’Europa”.
Per difendere l’operato dell’esecutivo il primo ministro francese, Édouard Philippe, ha parlato all’Assemblea Nazionale e ha confrontato quanto fatto rispetto al resto d’Europa. Particolare menzione per l’Italia che come affermato da Philippe sarebbe stata costretta a scegliere chi curare.
Ecco le sue dichiarazioni:
“Il sistema italiano spesso criticato a torto ha dovuto mettere in atto il famoso e terribile triage dei pazienti da ammettere in rianimazione. Questo non è avvenuto in Francia perché il nostro sistema ha resistito, probabilmente perché aveva un po’ più di tempo per adattarsi rispetto a quello dei nostri amici italiani”
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Coronavirus in Francia, PIL a picco e tanti morti
Nonostante le parole del premier Philippe in difesa di quanto fatto finora dal Governo, in Francia si contano oltre 25.000 morti a causa del coronavirus. Non solo, visto che il PIL è andato a picco, crollando a -5,8% insieme alla fiducia della popolazione nell’esecutivo, arrivata al 39%. Una situazione non esattamente rosea che però sta conducendo il Paese nella Fase 2.
Il piano di déconfinement partirà il prossimo 11 maggio e si articolerà in due fasi da tre settimane l’una, la preoccupazione circa un peggioramento della situazione però è concreta. Riaprirà la gran parte dei negozi da lunedì e anche alcune scuole potranno riprendere la propria attività. Previsti anche 100.000 test al giorno e l’isolamento di due settimane per chi è entrato in contatto con persone contagiate mentre rimarranno in vigore le norme di distanziamento sociale per quanto riguarda i luoghi pubblici.
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