Il coronavirus come un tempo di guerra: il paragone è del commissario Domenico Arcuri, nominato dal Presidente del Consiglio per affrontare l’emergenza sanitaria. L’Italia è chiamata ad attrezzarsi per combattere, ecco come.
L’emergenza coronavirus in Italia, e nello specifico negli ospedali la conosce bene Domenico Arcuri. Il commissario straordinario è stato da pochi giorni nominato dal Presidente del Consiglio proprio per agire in tutta fretta e con efficienza nell’ambito sanitario.
La situazione è eccezionale e richiama alla responsabilità di tutti e a interventi straordinari, proprio come fossimo in guerra. Questo il concetto espresso da Arcuri, che ha illustrato il suo piano di azione in un’intervista alla trasmissione Di Martedì.
Il coronavirus come una guerra: lo dice il commissario Arcuri
Il suo è il compito più difficile in queste ore complesse soprattutto per le strutture ospedaliere del Nord Italia: garantire l’efficienza nelle cure per tutti i malati e i contagiati da coronavirus.
Una vera missione, quella di Domenico Arcuri, che si sta trovando dinanzi a una emergenza sanitaria senza precedenti. Lui stesso ha spiegato le sue priorità:
“Da quando mi ha chiamato il premier Conte non ho mai smesso di correre, bisogna dotare il numero maggiore di ospedali di strumenti di terapia intensiva, inondare l’Italia di tutto quello che serve per far fronte a questa drammatica emergenza”
Lo spirito deve essere quasi quello di un combattente. Non a caso, il paragone con la guerra è calzante e spiegato così da Arcuri:
“Come nelle guerre e nelle epidemie dobbiamo produrre prima possibile quello che ci serve: stiamo riconvertendo i sistemi produttivi, importando industrie che ora sono localizzate altrove.”
Dotare l’Italia di una industria nazionale che la renda autosufficiente nei settori chiave in questa battaglia è il compito di Arcuri. Mascherine, attrezzature sanitarie, apparecchi per la terapia intensiva, ventilatori sono i beni di prima necessità in questo straordinario momento italiano.
Coronavirus, Arcuri: “le mascherine sono un bene prezioso”
Uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza coronavirus in Italia è la carenza di attrezzature basilari per medici, infermieri e operatori sanitari. Come le mascherine, diventate introvabili e difficili da reperire poiché non realizzate in Italia.
Il manager Arcuri ha richiamato i cittadini alla responsabilità, sottolineando che:
“Le mascherine sono un bene prezioso: i cittadini devono capire che le non si possono comprare al supermercato, devono essere oculati nel loro utilizzo”
In questa guerra al coronavirus, tutti, quindi, sono chiamati a svolgere il loro dovere. Quello del commissario è di distribuire più mascherine possibile, aumentare i 5.300 posti di terapia intensiva in Italia, ora non sufficienti, e acquistare nuovi ventilatori, oltre ai 4.950 appena comprati.
Se il coronavirus è come una battaglia, bisogna attrezzarsi per vincerla.
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