Un team di ricerca dell’Università di Trento ha individuato il modo in cui il coronavirus riesce a ingannare le cellule del nostro organismo e attaccarle.
Il coronavirus per entrare nell’organismo trae in inganno le cellule, e in particolar modo la membrana che le riveste. Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Trento che ha collaborato con l’Università Federico II si Napoli, scoprendo il modo con cui il coronavirus riesce ad assaltare le cellule umane.
Non si arresta la ricerca sul coronavirus, e sempre più scienziati cercano di comprendere a fondo il processo d’infezione e diffusione del virus che ha causato la pandemia che ha messo in ginocchio il mondo. Sebbene adesso il virus sembra essere meno aggressivo, la strada per debellarlo sembra essere ancora lunga.
Il coronavirus inganna le cellule per attaccarle
Lo studio è stato pubblicato sulla celebre rivista scientifica “Journal of Mechanics and Physics of Solids” e costituisce un nuovo tassello nella conoscenza del virus, che potrebbe aiutare anche nella scoperta di un vaccino.
Secondo quanto riportato dai ricercatori il coronavirus si presenterebbe alle cellule “sotto mentite spoglie”, mostrandosi come un ligando, ossia una molecola in grado di legarsi alla cellula e formare un complesso per indurre una funzione biologica. La membrana della cellula, di fronte al virus, che reputa amichevole, forma degli ispessimenti localizzati definiti “zattere lipidiche” che consentono al patogeno di aprirsi un varco e penetrare nella cellula.
“La membrana cellulare regola il trasporto di sostanze nutritive, l’espulsione dei prodotti di scarto all’esterno e funge da barriera all’ingresso di sostanze tossiche e di agenti patogeni, tra cui i virus”. Spiega Luca Deseri, professore del Gruppo di Meccanica dei Solidi e delle Strutture del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento, aggiungendo che “nel caso del virus SARS-Cov-2, che ha determinato l’attuale pandemia Covid-19, il virus inganna la membrana esponendo specifici anti-recettori, simili ai ligandi con cui normalmente i recettori della cellula si accoppiano, in tal modo attivando degli ispessimenti localizzati della membrana che poi consentono al virus di aprirsi un varco e penetrare all’interno della cellula”.
Chiave di volta per combattere il coronavirus
I risultati scientifici di questo studio sono in contributo inedito nell’attuale dibattito scientifico sulle patologie provocate dai coronavirus e che rientrano in quelli che vengono chiamati SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome).
Questo studio potrebbe essere la chiave di volta per suggerire nuove possibili strategie e perfezionare dei nuovi approcci terapeutici in grado di combattere o prevenire l’infezione del virus, basandosi sull’integrazione delle conoscenze biomediche e ingegneristiche, fa sapere il team di ricerca.
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