Gli esperti insistono sulla necessità di controllare a tappeto gli stranieri in ingresso in Italia. Il coronavirus è ancora troppo spesso legato ad arrivi non monitorati. Tamponi a tappeto come soluzione?
Gli arrivi degli stranieri continuano a destare preoccupazione per la diffusione del coronavirus.
Secondo gli esperti, infatti, in Italia manca ancora una rete di monitoraggio davvero efficace per chi entra nel nostro Paese da Stati a rischio. Nonostante la quarantena obbligatoria da alcune destinazioni, non ci sono test in aeroporto o per chi è appena arrivato con altri mezzi, se non in casi speciali (i bus dalla Romania a Roma).
E questo è un problema che sta facendo scattare l’allarme di alcuni virologi, timorosi che non ci sia pieno controllo dell’epidemia.
Se, infatti, finora l’attenzione politica e soprattutto mediatica si è concentrata sui migranti - sottoposti tutti a tampone - a sfuggire ai test sono soprattutto stranieri che entrano con bus, treni, auto. Che fare? La soluzione degli esperti.
Allarme esperti: gli stranieri vanno sottoposti a test
Non è tanto la curva dei contagi in ascesa (+400 casi il 6 agosto) che preoccupa il virologo Crisanti. Piuttosto, il Governo dovrebbe porre maggiore attenzione sul piano di controllo per chi entra nel Paese da zone estere a rischio.
Nel giorno in cui è arrivato il monito di Speranza contro i giovani, veicoli di contagio pericolosi, l’esperto mette l’accento sulla falla dei tamponi per gli stranieri che entrano in Italia.
E qui la polemica sui migranti non c’entra nulla. Queste le parole di Crisanti in un’intervista a La Stampa:
“A una analisi più approfondita emerge che questi nuovi contagi [in Italia] sono casi importati da altri Paesi, focolai da rientro che sono una minaccia vera e propria. E per i quali vanno presi dei provvedimenti”
Il modello da prendere in considerazione è quello della Germania, che ha appena imposto test per tutti gli arrivi da zone a rischio. La stessa impostazione deve esserci in Italia secondo l’esperto:
“Di ogni viaggiatore si ricostruisce l’itinerario, lo si sottopone a tampone e poi lo si mette in isolamento. È un lavoro enorme, molto faticoso, ma necessario. Credo che anche noi arriveremo a elaborare un piano del genere per chi arriva da fuori dell’Italia”
D’altronde sono settimane che il nostro Paese si sente circondato da arrivi rischiosi da nazioni con contagi incontrollati: Bangladesh, India, Pakistan, Romania, Bulgaria.
L’obbligo di quarantena imposto dal ministro della Salute per chi arriva da zone a rischio non basta.
Casi importati: come evitarli
Tra le voci degli esperti che stanno mettendo in allerta sugli arrivi dall’estero c’è Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’ospedale San Martino a Genova.
Il virus, sottolinea il professore, non viaggia soltanto nei barconi presi di mira in questi giorni, ma anche in bus, automobili e treni.
Questa la sua osservazione:
“Nei giorni scorsi ho visto un’automobile con una targa dalla Bulgaria...in autogrill, chi ha controllato? È stato detto alle persone di mettersi in quarantena? Chi avvisa quanti arrivano da un Paese endemico via Europa di rispettare la quarantena? Il timore è che tanti non vengano intercettati”
I tamponi a tappeto, quindi, potrebbero ovviare a questa mancanza di controllo. Ma uno scenario del genere è davvero possibile? Le ipotesi comprendono anche la possibilità di utilizzare test veloci.
Sono ancora diversi, quindi, i nodi da sciogliere per avere una efficiente prevenzione contro il coronavirus in Italia. E il fronte stranieri resta caldo.
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