Degli anticorpi prodotti da delle mucche geneticamente modificate potrebbero essere la soluzione al coronavirus, ecco come funzionano.
Sono stati scoperti dei particolari anticorpi prodotti dalle mucche che potenzialmente possono combattere e forse prevenire il coronavirus. La nuova ricerca arriva dagli Stati Uniti, dove un gruppo di ricercatori, attraverso l’ingegneria genetica, è riuscito a modificare geneticamente dei bovini, rendendoli in grado di produrre degli anticorpi per l’uomo.
Il procedimento di questo nuovo ritrovato medico prevede di sottoporre le mucche a uno speciale vaccino a DNA, che si basa sul genoma del virus responsabile della COVID-19, e una successiva iniezione con cui viene introdotto nell’organismo dei bovini un frammento della proteina S o Spike del SARS-CoV-2. I dettagli della ricerca sono stati riportati dall’autorevole rivista scientifica Science.
Anticorpi prodotti dalle mucche: come funzionano
Grazie a questa specifica procedura è possibile sviluppare degli anticorpi in grado di attaccare la proteina Spike che il coronavirus usa per legarsi al recettore ACE2 delle cellule umane e con cui entra nell’organismo, dando il via alla replicazione e all’infezione. Inattivando questa proteina dunque il virus non sarà in grado di infettare l’organismo.
Generalmente gli anticorpi umani vengono prodotti in particolari piante o in provetta, ma in questo caso i bovini sono stati considerati dei “bioreattori” particolarmente efficaci, dal momento che, per ogni millilitro di sangue può essere recuperato il doppio degli anticorpi rispetto al sangue umano. Inoltre le immunoglobuline prodotte sono “anticorpi policlonali”, che a differenza dei monoclonali colpiscono diverse parti di un virus, come ha specificato il dottor Eddie Sullivan, presidente e CEO dell’azienda SAB Biotherapeutics.
Gli anticorpi policlonali sono efficaci in vitro
La SAB Biotherapeutics, l’azienda che ha avviato la ricerca, ha fatto sapere che gli anticorpi policlonali ottenuti dalle mucche, chiamati SAB-185, nei test in provetta sono risultati essere quattro volte più efficaci del plasma iperimmune. Ancora i dati sull’efficacia e la sicurezza di questi anticorpi non sono stati chiariti, ma l’azienda farmaceutica si è dichiarata fiduciosa. Il professor William B. Klimstra, docente di Microbiologia, Genetica molecolare e Immunologia ha dichiarato che:
“I dati indicano che questo anticorpo policlonale umano ha una potente attività neutralizzante contro SARS-CoV-2 vivo. I titoli neutralizzanti di SAB-185 sono significativamente più alti di quelli del plasma più potente dei pazienti guariti da COVID-19 che siamo stati in grado di reperire”.
La sperimentazione sull’uomo potrebbe partire già in estate, e il professor Klimstra ha aggiunto che “siamo ancora nelle prime fasi della valutazione di SAB-185, ma i risultati preliminari sono promettenti. Il mio laboratorio sta conducendo una serie di studi per portare SAB-185 alla sperimentazione clinica il più presto possibile”.
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