Mark Casey, gestore di portafoglio di Capital Group, sottolinea come la pandemia potrebbe essere il catalizzatore per una “crescita ancora più incisiva del commercio online negli anni a venire". I dettagli
La pandemia di Coronavirus e i lockdown forzati di una fetta consistente della popolazione mondiale ha dato una spinta a un settore che stava già sperimentando una crescita sostenuta: l’online.
Molti servizi che già dimostravano una richiesta importante prima del virus, come ad esempio il cloud, hanno accelerato ulteriormente la loro crescita. In tal caso, le stime di Statista evidenziano come le potenzialità delle applicazioni cloud dovrebbero raggiungere una quota di mercato pari a 136,49 miliardi di dollari nel 2020, fino ad arrivare a 161,97 miliardi di dollari potenziali nel 2023.
Oltre a questo, anche l’e-commerce, i pagamenti elettronici e le piattaforme di streaming hanno visto crescere la loro popolarità. A tal proposito è da evidenziare come alcuni player del mercato dello streaming siano stati costretti ad abbassare la qualità del video, in risposta a un utilizzo senza precedenti che poteva causare un crash della rete.
La crisi COVID-19 e la crescita del commercio online
Mark Casey, gestore di portafoglio di Capital Group, sottolinea come la pandemia potrebbe essere il catalizzatore per una “crescita ancora più incisiva del commercio online negli anni a venire”.
L’esperto puntualizza come l’obbligo di rimanere a casa imposto dai lockdown ha slanciato ancor di più il trend di digitalizzazione mondiale, con molti servizi (prima considerati utili) oramai essenziali.
Secondo Casey, vi è ancora margine di incremento: “per quanto l’e-commerce sia cresciuto in popolarità, continua a rappresentare solo l’11% circa delle vendite al dettaglio dello scorso anno negli Stati Uniti e anche i pagamenti mobili si sono attestati a livelli analogamente bassi. Considerato lo stato attuale del settore della tecnologia di consumo, il potenziale di crescita è davvero entusiasmante”.
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