Cos’è la Green economy? Come funziona, gli obiettivi e i piani per attuarla

Violetta Silvestri

30/10/2024

La Green economy è un termine molto attuale quando si parla di sviluppo economico globale: cos’è, come funziona, quali sono i suoi obiettivi e i piani di attuazione?

Cos’è la Green economy? Come funziona, gli obiettivi e i piani per attuarla

Cos’è la Green economy? La risposta a questa domanda è cruciale per capire le priorità dell’economia globale di oggi e gli obiettivi per lo sviluppo mondiale di domani.

Il termine, infatti, è strettamente legato a concetti ormai molto diffusi nella vita quotidiana e nei contesti istituzionali ed economici, come: transizione energetica, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, sviluppo ecocompatibile, conservazione della biodiversità, zero emissioni di CO2.

In sostanza, la Green economy è quel concetto più ampio di “economia verde” - come traduzione dall’italiano - che racchiude tutte le espressioni prima elencate e sintetizza la definizione di un’economia basata non solo sulla crescita, ma anche sulla sostenibilità e sull’uso responsabile delle risorse.

Poiché influenza ogni sfera produttiva e relativa allo sviluppo della società mondiale, capire cos’è la Green economy, come funziona, quali sono gli obiettivi mondiali e i piani in corso per la sua attuazione, anche in Italia, è utile per comprendere le sfide del mondo in cui viviamo.

Cos’è la Green economy: significato e definizione

Per capire cos’è la Green economy possiamo innanzitutto ricorrere alla definizione elaborata da Treccani:

Modello teorico di sviluppo economico che prende in considerazione l’attività produttiva valutandone sia i benefici derivanti dalla crescita, sia l’impatto ambientale provocato dall’attività di trasformazione delle materie prime.

Nel corso degli ultimi 15 anni circa, le spiegazioni e gli approfondimenti su questo specifico sistema economico si sono moltiplicate, a testimonianza della preminenza che il termine ha assunto soprattutto nei contesti istituzionali internazionali.

Nel 2011, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha scritto questa definizione di Green economy:

un’economia che si traduce in un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, riducendo significativamente i rischi ambientali e le scarsità ecologiche. È a basse emissioni di carbonio, efficiente in termini di risorse e socialmente inclusiva

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha offerto questa spiegazione in una delle sue analisi: “un’economia verde può essere intesa come un’economia in cui le politiche e le innovazioni ambientali, economiche e sociali consentono alla società di utilizzare le risorse in modo efficiente, migliorando il benessere umano in modo inclusivo, pur preservando i sistemi naturali che ci sostengono.”

Riassumendo, per Green economy si intende un approccio nuovo alla crescita economica in ogni settore - da quello agricolo alla produzione industriale fino alla fornitura dei servizi - nel quale diventano prioritarie la scelta delle risorse energetiche, la preservazione dell’ambiente, il riciclo, la diminuzione dello spreco, l’attenzione all’inquinamento e al benessere dell’uomo.

L’innovazione tecnologica, anch’essa concepita come verde, è fulcro dello sviluppo di questo metodo economico, che può funzionare solo se è all’avanguardia.

Come funziona la green economy

Il funzionamento della Green economy può essere complesso da concretizzare.

Innanzitutto, questo concetto di emancipazione economica, produttiva, sociale deve rispondere a 5 principi base, come definiti nel report Principi, priorità e percorsi per economie verdi inclusive presentato all’UN High-Level Forum on Sustainable Development nel 2019.

Per capire come funziona la Green economy, quindi, bisogna sapere che essa è chiamata a soddisfare almeno 5 esigenze:

  • principio del benessere: l’economia verde si concentra sul miglioramento del benessere di tutti gli individui, sia economico che sociale, fisico, di godimento dei diritti;
  • principio di giustizia: l’economia verde promuove l’inclusività e l’equità, mirando a ridurre le disparità soprattutto nella distribuzione delle risorse;
  • principio dei confini planetari: rispettare e mantenere i limiti ecologici è fondamentale per l’economia verde. Questo principio riconosce i diversi valori della natura: ecologici, sociali ed economici;
  • principio di efficienza e sufficienza: l’economia verde promuove una produzione e un consumo sostenibili. Abbraccia modelli economici circolari, diversificati, a basse emissioni di carbonio e a basso consumo di risorse;
  • principio di buona governance: le istituzioni politiche e finanziarie danno priorità alla sostenibilità a lungo termine e al benessere generale della società

Come funziona, quindi, la Green economy? Attraverso investimenti pubblici e privati Governi, enti internazionali, aziende, associazioni di categoria, imprenditori si impegnano in progetti mirati a inquinare meno, riciclare, smaltire i rifiuti in modo sostenibile, costruire edifici efficienti a livello energetico, produrre energia con fonti rinnovabili abbandonando gradualmente petrolio, carbone, gas, dotare le città di piste ciclabili e spazi verdi e di mezzi pubblici elettrici.

In sintesi, l’economia verde funziona attraverso leggi e buone pratiche che favoriscono il rispetto dell’ambiente e l’uso di tecnologie produttive innovative dal punto di vista di consumo energetico, smaltimento dei rifiuti, impiego di sostanze tossiche, riciclo di materiali.

Il funzionamento della Green economy dipende da norme spefiche che accrescono lo sviluppo e, quindi, il beneficio anche finanziario nell’uso di questi metodi. Ma il successo dell’economia verde è legato anche alle abitudini quotidiane dei cittadini, chiamati a un uso minore e più responsabile di energia e risorse.

Quali sono i settori relativi alla green economy

Per settori della Green economy si intendono quei comparti relativi ad attività economiche e produttive che più di altri sono chiamati ad approcciarsi al nuovo metodo di sviluppo.

Questi settori comprendono:

  • Industria;
  • Agricoltura e Allevamento;
  • Pesca;
  • Trasporti;
  • Edilizia;
  • Gestione forestale
  • Energia

L’economia verde, quindi, si applica innanzitutto nei settori elencati che sono considerati quelli tradizionali, che vanno a incidere più degli altri all’economia di un Paese e al suo PIL. Correlati a essi ci sono anche quelli più specifici, che si occupano per esempio del trattamento dei rifiuti e delle acque o del riciclo.

Perché è importante la Green economy a livello globale

La Green economy è oggi un approccio irrinunciabile quando si pianifica lo sviluppo delle singole nazioni e del mondo in generale.

Il rapido deterioramento dello stato di salute della Terra, provato da numerosi studi scientifici e conosciuto come cambiamento climatico, rende ormai irreversibile la rivoluzione verde. L’aumento della temperatura globale e degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai, i fenomeni devastanti come inondazioni, uragani, siccità, erosione del suolo hanno anche cause umane, legate all’uso irresponsabile delle risorse e delle attività produttive.

Proprio le risorse che più impieghiamo per il vivere quotidiano, però, sono finite e quelle rinnovabili hanno bisogno di un utilizzo responsabile. Ecco perché la Green economy è importante. Ne dipende la sicurezza alimentare, energetica, abitativa dei popoli.

Non solo. L’economia verde non è una piccola nicchia di mercato, focalizzata sulla decarbonizzazione delle industrie inquinanti. È un vasto ed espansivo ecosistema di attività che permea tutti gli aspetti dell’economia e ha un impatto trasversale.

Una ricerca di vari enti in collaborazione con Oxford Economics ha esplorato la transizione verso un mondo ambientalmente sostenibile entro il 2050, non solo in termini di costi delle misure di mitigazione del cambiamento climatico, ma anche in base alle opportunità che potrebbe creare per l’economia globale.

L’economia verde è importante, quindi, perché stimola delle opportunità che gli studiosi hanno raggruppato un 3 filoni:

  • nuove opportunità competitive si fanno strada nel processo di disruption del settore: man mano che alcune aziende si muovono rapidamente per adottare misure ecologiche, i loro operatori possono beneficiare dei vantaggi del pioniere, brevettando nuove scoperte e stabilendo posizioni dominanti sul mercato;
  • nuovi mercati verdi emergono man mano che la domanda di energie rinnovabili e tecnologie verdi creerà il bisogno e quindi l’offerta per beni e servizi verdi, generando “effetti a catena” lungo tutta la filiera;
  • si otterranno guadagni di produttività poiché le regioni colpite negativamente dal cambiamento climatico e dall’uso non sostenibile delle risorse naturali vedranno invertire tali effetti negativi, dando vita a un’economia globale responsabile e non distruttiva

Oxford Economics ha previsto che queste nuove attività verdi creeranno un’opportunità del valore di 10,3 trilioni di dollari per il PIL globale del 2050, a prezzi del 2020, ovvero il 5,2% del PIL mondiale di quell’anno.

La parte cruciale dell’opportunità è nella produzione di veicoli elettrici e nella generazione di elettricità rinnovabile, oltre alle loro vaste catene di fornitura.

A beneficiare di un sistema basato sulla Green economy è inoltre anche la salute dei cittadini, dal momento che uno degli obiettivi dell’economia verde è quello di ridurre le emissioni di CO2. Con un’aria più pulita e una minore emissione di polveri sottili anche la salute dei cittadini migliorerebbe, permettendo anche al sistema sanitario di risparmiare.

Gli obiettivi della green economy a livello planetario per il prossimo futuro

L’impegno alla trasformazione eocnomica attraverso l’applicazione sempre più diffusa della Green economomy è globale.

C’è un documento che più degli altri sancisce con obiettivi specifici la portata di questa sfida epocale: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Sottoscritto il 25 settembre 2015 da 193 Paesi delle Nazioni unite, tra cui l’Italia, questo documento definisce innanzitutto 17 target da raggiungere al 2030:

  1. sconfiggere la povertà;
  2. sconfiggere la fame;
  3. salute e benessere;
  4. istruzione di qualità;
  5. paarità di genere;
  6. acqua pulita e servizi igienico-sanitari;
  7. energia pulita e accessibile;
  8. lavoro dignitoso e cescita economica;
  9. imprese, innovazione e infrastrutture;
  10. ridurre le disuguaglianze;
  11. città e comunità sostenibili;
  12. consumo e produzioni responsabili;
  13. lotta contro il cambiamento climatico;
  14. vita sott’acqua;
  15. vita sulla terra;
  16. pace, giustizia, istituzioni solide;
  17. partnership per gli obiettivi

Poiché per Green economoy si intende un approccio di sviluppo nuovo e trasversale, tutti i 17 goal menzionati sono consideraati inerenti.

Ma quanto il mondo è riuscito ad emanciparsi in questi obiettivi? Un grafico elaborato su dati ONU dal report GreenItaly 2024 è eloquente:

Progressi 17 obiettivi Progressi 17 obiettivi Agenda 2030

Come spiegato dal documento, “i dati pubblicati dalle Nazioni Unite rivelano che solo il 17% degli SDG è sulla buona strada per essere raggiunto entro il 2030, quasi la metà mostra progressi minimi (30%) o moderati (18%) rispetto alla traiettoria desiderata e oltre un terzo ha rallentato (18%) o addirittura è regredito (17%).”

Tuttavia, non mancano le buone notizie sugli obiettivi di Green economy. Per esempio, questi dati (al 2023) sono visti come incoraggianti:

  • produzione delle energie rinnovabili al 30% nel mix elettrico globale;
  • 69 Paesi sono oltre il 50% delle rinnovabili nel mix energetico;
  • al 2025 si stima che le rinnovabili raggiungano il 35% nel mix, superando carbone e gas nella generazione di energia

Una menzione particolare per quanto riguarda la politica a favore della Green economy la merita l’Unione Europea. Da anni, infatti, suo impegno per la transizione energetica e, ingenerale, per l’economia verde è forte e vanta una ricca legislazione al riguardo:

  • Green Deal: pilastro della politica verde Ue, che mira rendere l’Unione climaticamente neutra entro il 2050, a dare impulso all’economia attraverso la tecnologia verde, a creare industria e trasporti sostenibili e a ridurre l’inquinamento;
  • Regolamento Ecodesign: stabilisce requisiti e standard supplementari sia per la durabilità, la riparabilità, l’efficienza energetica e il riciclaggio dei prodotti;
  • Direttiva sul “Right to Repair”: favorire le riparazioni di oggetti per un minore spreco e inquinamento;
  • Nature Restoration Law: per ripristinare gli ecosistemi degradati;
  • ReFuelEU Aviation: per ridurre l’impronta di carbonio nell’aviazione;
  • Direttiva tesa a responsabilizzare i consumatori per la transizione verde;
  • FuelEU Maritime: per decarbonizzare il trasporto marittimo;
  • Regolamento europeo imballaggi e rifiuti da imballaggio: con limiti vincolanti per ridurre materiali e rifiuti inquinanti

Queste sono soltanto alcune tra le numerose iniziative delle istituzioni Ue per stimolare tutto ciò che ruota intorno alla Green economy.

I piani attuali dell’Italia in merito alla Green economy

Tra gli obiettivi più ambiziosi e, sulla caarta, concreti per lo sviluppo della Green economy in Italia ci sono quelli fissati nel Pnrr.

Il capitolo della missione Rivoluzione verde e transizione ecologica vale 55,52 miliardi di euro, il 28,56% del totale di risorse acquisite con il Piano di ripresa e resilienza.

L’Italia vuole incoraggiare: la gestione dei rifuti, l’econoia circolare, lo sviluppo dell’idrogeno, l’efficienza energetica degli edifici, miglioraare reti idriche ed elettriche, interventi contro il dissesto idrologico,

Inoltre, il nostro Paese ha ideato il Piano Transizione 5.0, in complementarità con il Piano Transizione 4.0, che “si inserisce nell’ambito della più ampia strategia finalizzata a sostenere il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese e mette a disposizione delle stesse, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro.”

Nell’ambito dell’economia verde, il nostro Paese può vantare alcuni piccoli successi. Per esempio, l’Italia fa parte della classifica mondiale dei 10 Paesi per potenza installata nel fotovoltaico (5,2 GW di potenza installata nel 2023, pari al 92,2% della potenza generata dalle rinnovabili).

Inoltre, il tasso di riciclo sulla totalità dei rifiuti nel 2022 è stato del 91,6% nel nostro Paese, ben oltre la media Ue del 57,9%.

Secondo il Rapporto 2024 sull’economia circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network (CEN) e da ENEA, la nostra nazione è seconda nel tasso di utilizzo circolare di materia dopo la Francia.

Nel quinquennio 2019-2023 il 38,6% di imprese italiane hanno investito nel green e l’Italia vanta il primo posto in Europa per numero di aziende agricole biologiche.

Per diventare sistemica, però, l’economia verde deve ancora crescere anche in Italia.

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