Il disastro climatico è ormai irreversibile: questo l’avvertimento sostenuto da una coalizione di oltre 15.000 scienziati provenienti da più di 150 Paesi del mondo.
Gli scienziati non hanno dubbi: “stiamo entrando in una nuova fase critica e imprevedibile della crisi climatica”. Così un gruppo di studiosi ha scritto sulla rivista scientifica BioScience, ottenendo il sostegno di oltre 15.000 scienziati di più di 150 Paesi in tutto il mondo.
Il rapporto sullo stato del clima del 2024 presentato dal gruppo di accademici, guidati da William Ripple e Christopher Wolf, ha un titolo eloquente: “tempi pericolosi per il pianeta Terra”.
Il messaggio è chiaro: il sistema climatico supererà punti critici oltre i quali non ci sarà più alcuna via d’uscita, come lo scioglimento accelerato delle grandi masse di ghiaccio o la distruzione incontrollata delle foreste. In sintesi, dei 35 parametri vitali planetari che gli scienziati monitorano annualmente per valutare lo stato di salute del pianeta, 25 hanno raggiunto livelli record in negativo.
I segnali, secondo il rapporto, sono inequivocabili: una catastrofe climatica attende il prossimo futuro del mondo se non si agisce subito. Gli scienziati avvertono che siamo già in ritardo, spiegando in che modo la crisi climatica è sempre più inarrestabile.
Tutti i segnali del disastro climatico secondo la scienza
Gli scienziati hanno elencato diversi fenomeni climatici allarmanti che stanno interessando il mondo negli ultim anni. I cambiamenti sono oggettivi e per questo devono essere seriamente presi in considerazione.
Innanzitutto, la Terra è attualmente più calda di circa 1,3 gradi rispetto a prima della rivoluzione industriale. Nel 2024 si supererà per la prima volta la soglia dell’aumento di 1,5 gradi, l’obiettivo climatico che la comunità internazionale si è prefissata. Per il momento, il riscaldamento globale si dirige verso i 2,7 gradi entro la fine di questo secolo, ben al di sopra dei 2 gradi che la comunità internazionale considera come limite massimo.
Il consumo di combustibili fossili, intanto, è salito dell’1,5% nel 2023 rispetto al 2022 principalmente a causa di aumenti sostanziali nel consumo di carbone (+1,6%) e nel consumo di petrolio (+2,5%).
Gli oceani intanto sono diventati più caldi e acidi che mai e la perdita annuale di foreste è aumentata da 22,8 a 28,3 milioni di ettari, un’area grande quanto la Romania. Inoltre, secondo lo scienziato Wolf, è “estremamente preoccupante” che le emissioni di metano e ossidi di azoto, entrambi potenti gas serra, stiano accelerando.
Ci sono indicazioni che lo scioglimento di una parte dell’Antartide sia diventato irreversibile, così come segnali che la Corrente del Golfo Atlantico, che fornisce calore all’Europa e agli Stati Uniti, sta iniziando a collassare. Sorprendentemente, ciò porterebbe a un periodo freddo lungo secoli nel Nord Europa.
Mai prima d’ora i ghiacciai si sono sciolti così velocemente come l’anno scorso, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale.
Inoltre, nel 2023 i livelli dei fiumi sono calati in modo allarmante in tutto il mondo. Ad esempio, il Rio delle Amazzoni e il Mississippi erano a livelli di prosciugamento come mai accaduto e ci sono stati problemi con il Gange e il Mekong. Ciò pone delle sfide enormi per la produzione di energia e la fornitura di acqua potabile. Altri fiumi invece sono straripati a causa delle forti piogge, come successo in Europa centrale.
Infine, l’allarme della scienza è anche demografico. “Il nostro resoconto grafico illustra come le dimensioni collettive e i modelli di consumo dell’umanità abbiano continuato ad accelerare su più fronti”, si legge nel documento. Nonostante si parli di crisi delle nascite in alcune zone del mondo, la popolazione umana e quella del bestiame sono cresciute di circa 200.000 e 170.000 al giorno. “Potrebbe essere difficile disaccoppiare la crescita di tutte queste variabili dalle emissioni di gas serra”, hanno spiegato gli scienziati.
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L’allarme sui fenomeni del meteo
La scienziata del clima Marleen de Ruiter, una dei tantissimi firmatari del report, ha sottolineato che negli ultimi anni “abbiamo assistito a un enorme aumento degli eventi estremi legati alle condizioni meteorologiche”.
Anche questo aspetto è stato analizzato dal rapporto. Il documento ha acceso i riflettori su 16 fenomeni meteorologici disastrosi che hanno interessato diverse parti del mondo da novembre 2023 ad agosto 2024. L’elenco, come evidenziato dagli stessi studiosi, non è affatto esaustivo ma molto indicativo della correlazione tra cambiamento climatico ed evento estremo del meteo.
Dagli incendi boschivi in Cile, “che hanno ucciso almeno 131 persone e distrutto più di 14.000 case” al caldo estremo in Nord Africa, nel Sahel, in Asia fino alle inondazioni in Brasile, alla tempesta e all’inondazione in Bangladesh, agli uragani Usa e alle anomale ondate di calore del Mediterraneo, i mesi scorsi sono stati devastanti.
Anche per questo, gli scienziati hanno alzato la voce: “ci stiamo ancora muovendo nella direzione sbagliata” mentre lo sconvolgimento climatico impatta sul sistema Terra.
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