Cos’è la prestazione di lavoro autonomo occasionale? Contratto, limiti e quando usarla

Patrizia Del Pidio

09/12/2024

Il lavoro autonomo occasionale potrà essere utilizzato anche nel 2025, vediamo di cosa si tratta e come funziona, facendo una distinzione tra collaborazione occasionale e lavoro autonomo occasionale.

Cos’è la prestazione di  lavoro autonomo occasionale? Contratto, limiti e quando usarla

La prestazione occasionale è una attività di lavoro svolta, con lavoro autonomo occasionale o con collaborazione occasionale, in modo non continuativo e sporadico. L’attività deve rientrare nel lavoro autonomo e, quindi, deve essere svolta senza che nessuno la diriga, e se svolta in modo episodico non richiede che sia aperta la partita Iva (poiché la professione non è esercitata in maniera continuativa e abituale).

La prestazione di lavoro autonomo occasionale può essere utilizzata per ricevere modesti compensi con limiti economici e divieti che vanno sempre intesi nell’anno civile (dal 1 gennaio al 31 dicembre).

La cosa fondamentale della prestazione occasionale è che ne deve derivare un guadagno modesto che non richieda l’avvio di una vera e propria attività professionale. Chi pensa che la prestazione occasionale possa essere una alternativa all’apertura della partita Iva e che non richieda adempimenti fiscali cade in errore, poiché lavorare utilizzando questo strumento è consentito solo qualora l’attività venga svolta in maniera saltuaria e non abituale. In caso contrario l’apertura della partita Iva è sempre obbligatoria.

Cos’è la prestazione di lavoro autonomo occasionale

Parlare di prestazione di lavoro autonomo occasionale o di lavoro autonomo occasionale è la stessa cosa e ci si riferisce all’attività di lavoro autonomo svolta per compiere un opera o un servizio di lavoro in proprio di tipologia intellettuale senza avere la subordinazione da parte del committente e senza che il tutto sia coordinato. In base a quello che prevede la normativa si tratta di una attività lavorativa che non presenti elementi di:

  • abitualità (non deve ripetersi nel tempo);
  • professionalità (non deve essere coordinata e finalizzata a una professione);
  • continuità (inizio e fine stabiliti);
  • coordinazione (deve essere una attività di tipo intellettuale senza coordinazione di persone o mezzi).

La prestazione di lavoro autonomo occasionale è disciplinata dall’articolo 2222 del codice civile.
La normativa non prevede un limite massimo di durata, di importo o di numero, le caratteristiche che la contraddistinguono devono essere verificate caso per caso.

Quando si parla genericamente di prestazione di lavoro autonomo occasionale, quindi, ci si riferisce al lavoro autonomo occasionale che non deve essere confuso con il lavoro occasionale accessorio.

Lavoro autonomo occasionale e lavoro occasionale accessorio, la differenza

Per capire meglio come funziona la prestazione occasionale è necessario iniziare spiegando la differenza tra prestazione di lavoro occasionale e lavoro occasionale accessorio.

Il lavoro occasionale accessorio in senso stretto riguarda attività legate a tipologie di lavoro subordinato. Il committente stabilisce il lavoro e, di fatto, non si tratta di lavoro autonomo ma alle dipendenze del committente. Si tratta di tutti quei lavori che possono essere gestiti con contratto di prestazione occasionale alle dipendenze di altri. Per i privati si tratta di tutte quelle attività che possono essere retribuite con il «libretto famiglia».

Cosa diversa, invece, è la prestazione di lavoro autonomo occasionale o collaborazioni occasionali (quelle che, per spiegarci meglio, sono consentite anche per il pensionato con la quota 100, 102 e 103) che riguarda tipologie di lavori intellettuali (scrittura, consulenza ed attività simili). Sono prestazioni professionali a carattere intellettuale. Questa tipologia di lavoro può riguardare solo coloro che non hanno un albo professionale con l’obbligo di iscrizione (ne sono, quindi, esclusi i giornalisti).

Il lavoratore autonomo occasionale, quindi, è colui che dietro un corrispettivo opera un servizio senza subordinazione e coordinamento da parte del committente. Per poter essere considerata tale, in ogni caso, la collaborazione deve essere priva di abitualità, professionalità, coordinazione e continuità. I redditi prodotti, in questo caso, ricadono in «redditi diversi».

Come funziona la prestazione di lavoro autonomo occasionale

La prestazione occasione di lavoro autonomo prevede che sia stipulato un contratto di prestazione occasionale che formalizzi l’attività che intercorre tra committente e prestatore dell’opera. Non si tratta di un contratto obbligatorio, ma serve a tutelare le parti.

Il soggetto che svolge la prestazione di lavoro autonomo occasionale è tenuto, non avendo partita Iva, a rilasciare una ricevuta non fiscale (che non è obbligatoria se il committente non la richiede, a patto che il saldo del dovuto avvenga con mezzi di pagamento tracciabili) che certifica anche l’avvenuto pagamento. Per questo motivo è sempre consigliabile emettere la ricevuta solo dopo aver ricevuto il pagamento.

Per le prestazioni occasionali è prevista la ritenuta di acconto, un meccanismo fiscale che serve ad anticipare parte dell’imposta dovuta sui guadagni pari al 20% del compenso lordo. Il versamento della ritenuta d’acconto è a carico del committente che, però, trattiene l’importo dal compenso del prestatore, per versarlo all’Erario. Nel caso che l’importo dovuto per la prestazione sia superiore a 77,47 euro, il prestatore deve apporre sulla ricevuta una marca da bollo di 2 euro.

Il reddito che deriva dalla prestazione di lavoro autonomo occasionale deve essere inserito, in sede di dichiarazione dei redditi, nella categoria dei “redditi diversi” (quadro D del modello 730 o quadro RL del modello Redditi).

Contratto di prestazione di lavoro autonomo occasionale: esempio

Il contratto di prestazione di lavoro autonomo occasionale deve contenere tutte quelle informazioni essenziali senza le quali non risulterebbe valido.

Nel particolare il contratto deve identificare le parti, descrivere l’attività, descrivere la durata della prestazione, il compenso e la modalità di pagamento.

Le informazioni da inserire nel contratto, quindi, sono:

  • dati del committente;
  • dati del prestatore;
  • descrizione dell’attività da svolgere nel dettaglio, precisa e puntale;
  • indicazione del periodo in cui si svolgerà l’attività (non esistono limiti specifici, ma
  • deve essere chiaro che si tratta di una attività temporanea);
  • l’importo lordo dell’intero compenso pattuito che comprenda anche la ritenuta d’acconto del 20%;
  • la modalità della liquidazione del compenso e quando sarà erogato;
  • il contratto deve contenere anche una clausola che escluda che ci sia subordinazione;
  • l’indicazione che il committente tratterrà il 20% del compenso per versare la ritenuta d’acconto.

Chi può fare ricevuta di prestazione di lavoro autonomo occasionale

La prestazione di lavoro autonomo occasione può, come abbiamo già detto, riguardare soltanto attività sporadiche di lavoro autonomo di breve durata senza la coordinazione da parte del committente.

Per poter rientrare nell’attività di prestazione di lavoro autonomo occasionale l’attività non deve essere professionale; non si può, ad esempio, far rientrare in una prestazione occasionale una prestazione resa da un professionista (come, ad esempio, un avvocato) nell’ambito della propria professione.

Alcuni esempi per i quali è possibile fare una ricevuta di prestazione occasionale possono essere i seguenti:

  • scrittura di contenuti per un blog, per i social media o per un progetto specifico, con durata limitata nel tempo;
  • traduzione di un documento;
  • revisione e correzione di un testo;
  • servizio di supporto per un singolo evento;
  • ripetizione private per un periodo breve o solo per uno specifico argomento.

Limiti di guadagno con la prestazione di lavoro autonomo occasionale

Non esiste un limite di guadagno per la prestazione di lavoro autonomo occasionale (mentre è previsto per il lavoro occasionale accessorio). Fino al 2015 era previsto un limite massimo di guadagni annuo (Legge Biagi) che consentiva l’utilizzo del di lavoro autonomo occasionale per un massimo di 30 giorni l’anno e di 5.000 euro lordi di compensi per ogni committente. La disposizione è stata abrogata dal 25 giugno 2015.

Dal 2015, quindi, non esiste un limite massimo ai guadagni, anche se bisogna rispettare alcuni limiti di soglie per determinati adempimenti quali il versamento dei contributi e il pagamento delle imposte.

Per quel che riguarda i contributi il superamento della soglia dei 5.000 euro annui con di lavoro autonomo occasionale è previsto l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali alla Gestione Separata Inps che sono a carico del lavoratore per un terzo dell’importo e del datore di lavoro per i restanti due terzi.

Sempre al superamento della soglia dei 5.000 euro i lavoratori autonomi occasionali sono tenuti anche al versamento della maggiorazione contributiva per la malattia e la maternità.

Fino alla soglia di 4.800 euro l’anno di guadagni, inoltre, il lavoratore autonomo occasionale che percepisce solo redditi da collaborazioni occasionali, non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi annua. Superata la soglia menzionata, invece, la presentazione della dichiarazione dei redditi è obbligatoria.

Da sottolineare, però, che se il committente ha applicato la ritenuta d’acconto del 20%, anche con redditi inferiori alla soglia dei 4.800 euro, è consigliabile presentare la dichiarazione poiché il datore di lavoro ha trattenuto e versato imposte che non erano dovute e la dichiarazione dei redditi permette il recupero delle ritenute d’acconto versate e non dovute.

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