La prestazione occasionale può essere definita come l’attività svolta da un lavoratore che si impegna a compiere, dietro corrispettivo, una prestazione d’opera o servizio senza vincolo di subordinazione, potere di coordinamento del committente e in maniera occasionale.
La prestazione occasionale così come regolamentata dalla Riforma Biagi del 2003 è stata recentemente modificata dal Jobs Act. Tra le novità è previsto il venir meno del limite temporale dei 30 giorno di lavoro presso il medesimo committente, mentre resta il tetto di retribuzione all’anno non superiore ai 5.000 euro e non superiore a 2.000 euro per singolo committente.
Ai fini fiscali, il datore di lavoro è chiamato ad applicare una ritenuta d’acconto sulla retribuzione erogata a titolo di prestazione occasionale, pari al 20% dell’importo complessivo.
Il lavoratore, invece, è esonerato dal versamento dei contributi previdenziali qualora nell’anno solare non superi i 5.000 di retribuzione al netto della ritenuta d’acconto. In caso contrario è tenuto a versare i contributi relativi all’eccedenza alla Gestione Separata Inps.
Leggi la guida dettagliata -> Ritenuta d’acconto per prestazione occasionale: che cos’è e a chi conviene?