Una tipologia di rapporto da maneggiare con attenzione: il lavoro autonomo occasionale. Ecco una guida completa su adempimenti, limiti e requisiti richiesti dalla legge.
Un rapporto di lavoro autonomo che non comporta l’apertura della partita Iva ma, al tempo stesso, non si qualifica come una collaborazione coordinata e continuativa: stiamo parlando del lavoro autonomo occasionale, da non confondere con le «prestazioni occasionali» di cui al decreto legge numero 96/2017 eredi degli ex voucher.
Pur essendo una tipologia di rapporto in cui non è presente alcun tipo di subordinazione nei confronti del committente, sono in ogni caso previsti una serie di adempimenti preliminari, come la stesura di una lettera di incarico e l’obbligo di comunicazione preventiva all’ITL.
A ciò si aggiunge il versamento con F24 delle somme dovute a titolo di contributi previdenziali e tassazione Irpef.
Analizziamo in dettaglio cos’è, come funziona e quali limiti ha il lavoro autonomo occasionale nel 2022.
Lavoro autonomo occasionale: cos’è, come funziona, come si paga e limiti 2022
Cos’è il lavoro autonomo occasionale?
Il lavoratore autonomo occasionale, ai sensi dell’articolo 2222 del Codice civile, è colui che si obbliga a compiere un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione, nei confronti di un committente.
L’attività svolta, ha aggiunto la circolare Inps del 6 luglio 2004 numero 103, dev’essere «del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della prevalenza».
Di conseguenza, le caratteristiche principali del lavoro autonomo occasionale sono:
- assenza di un coordinamento con l’attività del committente;
- mancanza dell’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale;
- carattere episodico della prestazione;
- autonomia completa del lavoratore, su tempi e modalità di svolgimento della prestazione.
Il lavoro occasionale si distingue da:
- lavoro subordinato, per l’assenza di qualsiasi assoggettamento del lavoratore al potere direttivo, organizzativo, di controllo e disciplinare del committente;
- lavoro autonomo in senso stretto (è il caso dei professionisti e in generale dei titolari di partita Iva), per il carattere episodico dell’attività;
- collaborazione coordinata e continuativa, sempre per il carattere episodico dell’attività e per la mancanza di coordinamento con l’attività del committente e dell’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale.
leggi anche
Chi può non aprire la partita Iva?
Come funziona il lavoro autonomo occasionale: gli adempimenti preliminari
Le prestazioni di lavoro autonomo occasionali devono essere precedute da due distinti adempimenti:
- Stesura della lettera di incarico;
- Comunicazione preventiva.
La lettera riporterà i dati identificativi di lavoratore e committente, le caratteristiche della prestazione e il compenso concordato tra le parti.
L’articolo 14 del decreto - legislativo del 9 aprile 2008 numero 81, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, in particolare contrastando le ipotesi di occupazione sommersa, prevede l’obbligo per il committente di comunicare, in maniera preventiva, le prestazioni di lavoro autonomo occasionale all’Ispettorato territoriale del lavoro competente.
Per trasmettere la comunicazione, il committente è tenuto a utilizzare la piattaforma «Servizi lavoro», disponibile collegandosi a «servizi.lavoro.gov.it» in possesso delle credenziali Spid e Cie (Carta di Identità Elettronica).
L’omessa segnalazione all’ITL della prestazione di lavoro occasionale, è punita con una sanzione amministrativa da 500 a 2.500 euro, in relazione a ciascun soggetto interessato per cui è stata omessa o ritardata la comunicazione. In queste ipotesi, peraltro, non si applica la procedura di diffida di cui all’articolo 13 del d.lgs. numero 124/2004.
Cosa succede dopo la prestazione per un lavoratore autonomo occasionale
Una volta effettuata la prestazione di lavoro occasionale, il pagamento del compenso avviene a seguito della presentazione, da parte del lavoratore, di una nota di pagamento.
Nel documento, l’interessato è tenuto a riportare il totale del compenso lordo, da cui devono essere detratte:
- le ritenute fiscali a titolo d’acconto, calcolate applicando un’aliquota del 20%;
- le ritenute per contributi previdenziali e assistenziali dovuti alla Gestione separata Inps;
per ottenere la somma netta.
Nella nota di pagamento è altresì necessario dichiarare di:
- non svolgere l’attività in forma professionale;
- non essere titolari di partita Iva.
Quali sono i limiti del lavoro autonomo occasionale?
L’iscrizione alla Gestione separata Inps da parte del lavoratore autonomo occasionale e l’obbligo di versare i contributi, scattano al superamento di un reddito annuo fiscalmente imponibile (derivante dalle attività in parola) superiore a 5 mila euro, anche se per effetto di prestazioni rese in favore di più committenti.
La trattenuta Inps opera comunque sulla parte di compenso eccedente i 5 mila euro, con riferimento agli emolumenti percepiti nell’arco dell’anno solare, dal 1° gennaio al 31 dicembre.
Il carico contributivo è ripartito tra il collaboratore (1/3) e il committente (2/3). Il primo, subisce la trattenuta in sede di erogazione del compenso, il secondo versa la quota a suo carico (comprensiva anche di quella del lavoratore) con modello F24.
Con riferimento all’anno 2022, le aliquote Gestione separata (diffuse con la circolare 11 febbraio 2022 numero 25) corrispondono a:
- 11,24% a carico del lavoratore;
- 22,48% a carico del committente.
Al contrario, i lavoratori autonomi già pensionati o iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, comportano l’applicazione di un’aliquota del 24% di cui:
- 8% a carico del lavoratore;
- 16% a carico del committente.
Come funziona il lavoro autonomo occasionale? Calcolo e pagamento del compenso
Il lavoratore obbligato a versare i contributi alla Gestione separata, se non iscritto ad altre forme di previdenza obbligatoria, ipotizzando un compenso di 7.000 euro, riceverà un netto così calcolato:
Compenso lordo (A) | 7.000,00 |
Imponibile previdenziale (al netto della soglia dei 5.000 euro) | 2.000,00 |
Contributo Inps a carico del lavoratore | (11,24%) 2.000 * 11,24% (B)= 224,80 |
Imponibile fiscale | 7.000,00 |
Ritenuta d’acconto (20%) | 7.000,00 * 20% (C) = 1.400,00 |
Netto | (A - B - C) = 5.375,20 |
Il committente dovrà versare con modello F24:
- Nella sezione «Erario», codice tributo 1040, la somma a titolo di ritenuta d’acconto pari a euro 1.400,00;
- Nella sezione «Inps», con il codice tributo «CXX» la somma di euro 224,80 (contributi a carico del lavoratore) + euro 449,60 (contributi a carico del committente pari a 2.000 * 22,48%) per complessivi 674,40 euro.
Il netto di 5.375,20 euro dev’essere corrisposto utilizzando il metodo (bonifico bancario, assegno etc.) specificato dal lavoratore nella nota di pagamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA