La Bce ha annunciato per la prima volta dopo 10 anni un rialzo dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione. Una scelta che ricadrà con pesanti conseguenze anche sulle famiglie.
L’inflazione dilaga in Europa. Nel 2022 le stime parlano di un +6,8% che diventerà 3,2% nel 2023 e 2,1% nel 2024. In questo contesto di aumento generale dei prezzi il mercato e i consumi patiscono. Per questo la Bce ha deciso di correre ai ripari adottando una scelta di politica economica nuova che non si vedeva ormai da 10 anni: aumentare i tassi di interesse e porre fine all’acquisto costante di titoli di stato attivo da 8 anni.
In questo modo la Banca centrale europea mira a calmare gli investimenti e così anche l’inflazione. Dopo la notizia dell’aumento dei tassi di interesse le prime conseguenze si sono viste sui mercati con le borse europee che sono calate a picco e lo spread tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani è aumentato fino a toccare quota 228 punti base.
Vediamo quali conseguenze ci saranno anche per le famiglie dopo l’aumento dei tassi di interesse.
Bce aumenta i tassi di interesse da luglio
La notizia era nell’aria da tempo e oggi è arrivata la conferma con le dichiarazioni della numero 1 della Bce Christine Lagarde. La banca centrale europea ha deciso di adottare una misura di politica economica nuova che non si vedeva da 10 anni per cercare di contrastare l’aumento dell’inflazione.
Si è deciso di aumentare i tassi di interesse a partire dal prossimo mese di luglio dello 0,25%. Ma Lagarde ha già annunciato che a settembre ce ne sarà un altro probabilmente più consistente. Gli analisti si aspettano un aumento almeno dello 0,5%. E potrebbe non essere finita qui perché se l’inflazione non venisse riportata al di sotto del 2% come previsto dall’obiettivo della Bce, non è da escludere che possano esserci ulteriori revisioni al rialzo dei tassi.
Quando si parla di aumento dei tassi di interesse si parla di quelli con cui le banche centrali prestano denaro alle altre banche. Innalzando i tassi aumenta il costo del denaro e di conseguenza le persone saranno meno portate a investire perché è meno conveniente con tassi di interesse più alti e investimenti più rischiosi. Si creerà quindi una sorta di stasi nell’economia che porterà di conseguenza anche a una stabilizzazione dell’inflazione.
Oltre all’aumento dei tassi di interesse la Bce ha deciso anche di porre fine, sempre da luglio, all’acquisto di titoli di stato appartenente all’’asset purchase programme.
Quali conseguenze per le famiglie
La decisione della Bce porterà delle conseguenze a catena su tutti i protagonisti economici comprese le famiglie. Pagare di più il denaro inciderà sui consumi. Sarà più caro chiedere prestiti personali o rateizzare un acquisto.
Il tutto mentre l’inflazione toglierà sempre di più potere d’acquisto alla moneta e a parità di denaro si potrà acquistare meno merce. Di conseguenza si ridurranno anche i consumi e le persone meno abbienti saranno portate a tagliare le spese superflue. Una spesa che secondo l’Istat non ha ancora recuperato i livelli pre pandemia con stime ancora al di sotto del 4,8% rispetto al 2019.
Sarà più caro anche acquistare casa visto che i mutui torneranno a salire. A salvarsi sarà soltanto chi ha già acceso un mutuo a tasso fisso strappando la certezza di vedere invariato il proprio tasso per tutta la durata.
A patire saranno anche gli investimenti con i titoli di stato che con il rialzo dei tassi tenderanno a scendere di prezzi. E che dire della borsa che a oggi è un luogo in cui fare investimenti è molto rischioso vista la prospettiva di un economia in rallentamento.
Pagare di più per finanziarsi metterà in difficoltà anche le imprese e gli artigiani già in difficoltà per l’aumento dei costi delle materie prime con margini di guadagno che si fanno sempre più ristretti.
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