Cosa ci fa una flotta russa nel Mediterraneo (a pochi chilometri dalla Sicilia)?

Alessandro Nuzzo

26/03/2024

Tre navi militari russe progettate per il trasporto sono entrate nel Mediterraneo attraversando il Canale di Sicilia. Ecco dove sono dirette.

Cosa ci fa una flotta russa nel Mediterraneo (a pochi chilometri dalla Sicilia)?

Qualche anno fa la notizia di tre navi militari russe progettate per operazioni di trasporto in navigazione nel Mediterraneo a pochi chilometri dalle coste italiane, probabilmente non avrebbe interessato nessuno. Con il mondo attuale e lo stato delle cose da un punto di vista geopolitico, il tutto cambia. E la notizia di tre navi militari russe scortate nel loro tragitto a pochi chilometri da noi, qualche curiosità la provoca.

È notizia recente infatti che una flottiglia russa molto speciale è entrata nel Mediterraneo e a breve attraverserà il canale di Sicilia. Tre navi progettate per operazioni di trasporto con lo scopo di far sbarcare truppe e mezzi d’assalto. Il carico preciso non è dato sapere ma di solito navi del genere trasportano armi, mezzi, equipaggiamenti da un porto all’altro. Vederle nella acque del Mediterraneo è abbastanza insolito ma da qualche settimana Mosca ha cambiato rotta prendendo misure di sicurezza straordinarie per evitare problemi con la vecchia rotta.

Dirette verso Africa e Medio Oriente

Mosca, a causa dell’escalation della guerra in Ucraina, nelle ultime settimane ha cambiato rotta alle proprie navi militari evitando di attraversare il Mar Nero per raggiungere sopratutto il porto siriano di Tartus. Preferisce allungare la rotta e impiegarci qualche giorno in più anziché rischiare di farsi colpire dai missili ucraini. Queste navi di solito trasportano armi ed equipaggiamenti da consegnare a paesi amici in Medio Oriente e Africa.

Ora le navi partono dal mar Baltico, costeggiano la parte atlantica dell’Europa, il Mediterraneo per poi raggiungere i porti di destinazione desiderati. Le prime a seguire queste nuove rotte sono state la nave «Ursa Major» e la «Sparta IV», che per mesi hanno fatto avanti e indietro tra la Siria e la Crimea.

La scorsa settimana sono uscite dal porto siriano di Tartus, dirette verso l’Atlantico. Ora a muoversi sono state tre unità navali: la «Ivan Gren», una delle navi anfibie d’assalto più moderne in mano alla Russia, la «Alexander Otrakovsky» e la petroliera Kola. Nonostante il cambio di rotta, che all’apparenza è esente da pericoli, queste tre navi ma anche quelle precedenti, navigano sempre sotto scorta armata.

Ciò che trasportano non è reso pubblico ma di certo queste navi sono state progettate per trasportare in stiva carri armati, cingolati corazzati o cannoni semoventi e non semplicemente container. D’altronde prove arrivano anche da alcune immagini satellitari scattate da armatori privati che hanno immortalato il momento in cui da queste navi attraccate nel porto siriano, si stavano scaricando batterie contraeree Sa300 e altri armamenti.

Anche questa volta probabilmente sarà così. Questa intensa attività navale dimostra come Mosca, nonostante la guerra in Ucraina, continui il suo ruolo di prim’ordine nel mondo. In cambio di favori e la consegna di armi mira a conquistare la fiducia di sempre più paesi sopratutto in Africa e Medio Oriente, in particolare quelli dove sono in atto tensioni sociali e dove quindi le armi servono.

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