A Gubbio 100 persone sono state intossicate per aver mangiato pesce. Cosa c’è di vero nella storia diventata virale?
È diventato subito un meme l’esperienza di un pranzo indigesto. La storia del ristorante di Gubbio ha fatto il giro del web e si è ingigantita ad ogni persona che la ripubblicava. Qualcuno ha inventato dei dettagli, qualcun altro li ha esagerati e alla fine il proprietario del ristorante sta pensando di denunciare per diffamazione. Ma cosa è successo davvero?
Tra giovedì e venerdì ha iniziato a circolare la notizia di un numeroso gruppo di commensali che, in un ristorante di Gubbio, si sono sentiti male. Il problema, dal racconto emerso, sarebbe stato un’intossicazione per colpa di un pescato non buono. Si trattava infatti di un gruppo di 40 o, in alcuni casi è stato detto 100 pescatori dell’associazione Ikuvium Big Game Fishing. Secondo tale racconto domenica 2 ottobre un centinaio o meno persone si sono seduti al ristorante Federico da Montefeltro, a Gubbio (Umbria) per mangiare cibo non del ristorante, bensì appena pescato dagli stessi pescatori.
La parte divertente è che a contribuito a far diventare virale la storia è stata quella delle conseguenze del pranzo: nausea, vomito e diarrea. Secondo la ricostruzione più fantasiosa il gruppo di 100 commensali avrebbe iniziato a cercare luoghi dove rilasciare i propri bisogni incontrollabili, tanto che sono sopraggiunte diverse ambulanze e qualcuno ha anche avuto un incidente stradale. Un racconto, si tratterebbe solo di questo secondo le ricostruzioni di chi ha iniziato a indagare su cosa fosse veramente accaduto al ristorante di Gubbio.
Vitalità non significa realtà: la vera storia dei ristoranti di Gubbio
Sembra non ci siano troppi dubbi sul fatto che la vicenda del ristoranti di Gubbio sia, se non del tutto falsa, almeno in buona parte gonfiata ed esagerata. Troppi dettagli fanno pensare che non sia una storia realmente accaduta. Il numero dei commensali varia da notizia a notizia, passando da 30 a oltre 100 persone coinvolte; ma a lasciare diversi dubbi sono il luogo, infatti Gubbio si trova distante dal mare oppure il fatto che non ci siano state indagini nel ristorante in seguito a un evento così grave di intossicazione alimentare.
Eppure, anche se non tutto è reale, qualcosa al ristorante di Gubbio è davvero accaduto. Sembra infatti che il pranzo dell’associazione di pescatori sia effettivamente avvenuto il 2 ottobre 2022 a Gubbio e che il personale medico sia sopraggiunto per aiutare due persone a cui era calata la pressione. A dirlo è stato lo stesso proprietario del ristorante che sui social si è difeso dalla diffamazione, dalla cattiva reputazione e dal giudizio intorno al proprio lavoro e al ristorante. Ecco le parole:
Corrisponde a verità che il giorno del pranzo sia intervenuto, presso il ristorante, personale medico del 118, tuttavia, tale intervento si è reso necessario per problemi personali di salute che hanno afflitto due avventori, ma che nulla hanno a che vedere, in alcun modo, con la qualità e/o tipologia del cibo somministrato presso il ristorante, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere. Pertanto, poiché quel che ha avuto inizio come un semplice “sparlare” si sta protraendo nel tempo e soprattutto, considerato che la divulgazione di notizie false e diffamatorie sta arrecando un danno all’immagine del ristorante, anche ben oltre i confini della città, invito chiunque a cessare simili comportamenti.
La conferma del gesto goliardico: confessione e probabile denuncia
A conferma che il caso virale del ristoranti di Gubbio sia in buona parte una storia inventata ed esagerata vi è la confessione dello stesso che ha fatto diventare gli audio WhatsApp virali. La storia infatti circola in rete grazie a degli audio WhatsApp nei quali veniva descritto in maniera molto dettagliato il problema dell’intossicazione e la conseguente diarrea. Gli audio sono usciti dai confini paesani, poi regionali e hanno toccato l’intera nazione. A quel punto il ragazzo (sembra che il nome sia Beppe) ha chiesto scusa al ristoratore per aver messo in giro dettagli non reali.
Un ulteriore conferma che l’intossicazione alimentare non sia stata così grave è arrivata dall’azienda sanitaria locale Umbria 1, che ha confermato a Il Post di non aver ricevuto segnalazioni di gravi intossicazioni alimentari e che non ci sono ispezioni previste nel ristorante come succede invece in seguito a simili eventi. Proprio per questo il ristoratore sta valutando se sporgere denuncia, anche se in parte colpevole di aver permesso di cucinare e di consumare pesce non controllato.
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