Continua l’attenzione su Chiara Ferragni, che è stata multata per 1,4 milioni di euro per truffa. Cosa ha fatto e su cosa si sta indagando?
Da settimane si parla della maxi multa dell’Antitrust. L’oggetto dell’inchiesta, avviatasi dopo la denuncia del Codacons (Associazione per la tutela dei consumatori) è la campagna promozionale del pandoro Balocco nella versione “Pandoro Pink Christmas” presenta come l’iniziativa di beneficenza per l’ospedale Regina Margherita di Torino.
Qualcosa, ormai è chiaro, è andato storto e il prezzo del pandoro by Ferragni - venduto a oltre 9 euro, quasi tre volte di più del Pandoro classico Balocco - aveva attirato subito l’attenzione dei consumatori e di chi li tutela. Ma è l’errore di comunicazione rispetto alla donazione di beneficenza che, secondo l’Antitrust, ha definito una “pratica scorretta”.
Del caso ne sta parlando chiunque, dagli influencer a Giorgia Meloni sul palco di Atreju. Nel frattempo sono arrivate le scuse di Chiara Ferragni dopo la condanna per truffa aggravata. Ripercorriamo la vicenda dal primo momento a oggi, con le nuove accuse in merito alla collaborazione con il brand Oreo.
leggi anche
Spetta il rimborso a chi ha comprato il pandoro «benefico» di Balocco e Chiara Ferragni?
La perquisizione della Guardia di Finanza
I primi fatti relativi alla vicenda Balocco-Ferragni e la multa da oltre 1 milione di euro si sono verificati nell’estate 2023. La Guardia di Finanza a giugno ha perquisito due aziende collegate a Chiara Ferragni, la Fenice e TBS Crew – The blonde salad.
La perquisizione è stata disposta in seguito a un’inchiesta da parte dell’Autorità garante della comunicazione del mercato, l’Antitrust, mossa da una denuncia presentata dal Codacons, l’Associazione di consumatori. È proprio questa che aveva denunciato la campagna proporzionale della linea di pandoro Balocco con cui Chiara Ferragni aveva collaborato nel 2022.
Il Codacons aveva fin da subito mostrato l’intenzione di iniziare un’azione legale contro Balocco e Ferragni per chiedere il rimborso del costo dei pandori venduti, ma aspettava all’Antitrust indagare sulla responsabilità e la presunta scorrettezza della campagna promozionale.
La multa di 1,4 milioni di euro
La multa infine è arrivata. Secondo l’Antitrust infatti la campagna pubblicitaria “Pandoro Pink Christmas” di Balocco, in collaborazione con Chiara Ferragni, è stata presentata come l’iniziativa di beneficenza per l’ospedale Regina Margherita di Torino. Secondo i diretti interessati si tratta di un “errore di comunicazione”, in particolar modo da parte dell’imprenditrice italiana, mentre secondo l’Antitrust si tratta di truffa aggravata per una campagna pubblicitaria che voleva far credere che il prezzo di vendita gonfiato contribuisse alla donazione di beneficenza all’ospedale. In realtà l’ammontare della donazione era stato già disposto e non era legato alle vendite del prodotto.
Proprio il prezzo aumentato, gonfiato di quasi tre volte rispetto al pandoro classico Balocco, avrebbe contribuito a indurre in errore i consumatori e rafforzato la percezione che questo contribuisse alla donazione in aiuto di bambini con gravi malattie.
L’attacco di Giorgia Meloni
Dal palco di Atreju, organizzato da Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha chiuso con un lungo discorso di più di un’ora. Durante questo sono state lanciate diverse frecce avvelenate a Giuseppe Conte, a Elly Schlein e persino a Chiara Ferragni in merito alla vicenda Balocco-Ferragni.
Per introdurre il discorso, Giorgia Meloni è passata dal concetto di “vero modello” da seguire, che non sarebbero gli influencer che fanno soldi indossando abiti o mostrando borse, ma al contrario il “vero modello” sarebbe quello che la “vera” eccellenza italiana la inventano, la disegnano e producono.
Meloni ha così potuto citare in negativo gli influencer che promuovono “carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza”, un chiaro dito puntato sulla recente vicenda Chiara Ferragni. Un nome mai citato, ma evidente.
Un commento, quello di Giorgia Meloni, che è stato subito ripreso da Fedez, marito di Chiara Ferragni. Questo ha risposto chiedendo a Meloni di concentrarsi su temi politici come la disoccupazione giovanile, di cui invece si occupa (si potrebbe dire) il “web”, perché in grado di veicolare talenti di ogni tipo.
Il post di scuse per la vicenda pandoro
Nella giornata di lunedì 18 dicembre Chiara Ferragni ha pubblicato un video di scuse, nel quale si scusa per aver “commesso un errore di comunicazione”. Inoltre l’imprenditrice, che a differenza di quanto detto da Meloni produce prodotti ed è un esempio di eccellenza italiana nel mondo della moda, ha deciso di devolvere 1 milione di euro al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini e di voler separare le future attività di beneficenza dalle attività commerciali.
Nel video Chiara Ferragni aggiunge che impugnerà il provvedimento, perché lo ritiene sproporzionato. “Il mio errore, in buona fede, è stato legare con la comunicazione un’attività commerciale a una di solidarietà - ha spiegato e ha ripetuto che - purtroppo si può sbagliare, mi spiace di averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio”.
Infine Ferragni ha dichiarato che se la sanzione economica a suo carico dovesse risultare più bassa in seno al ricorso, la differenza verrà aggiunta alla somma da lei donata all’ospedale Regina Margherita.
Tutti i prodotti sponsorizzati e finiti sotto indagine
Dopo il caso Pandoro (Pandorogate), si aprono nuovi fronti di attacco verso il business delle sponsorizzazioni per beneficenza e non solo di Ferragni. Dubbi sono emersi sulle associazioni come D.i.R.e, alla quale l’imprenditrice aveva promesso il cachet di Sanremo. L’associazione ha confermato l’arrivo della cifra, con tanto di immagine del bonifico.
I controlli su Trudi, Oreo e molte altre collaborazioni, hanno seguito le fughe degli sponsor come Safilo Group e Coca Cola.
© RIPRODUZIONE RISERVATA