Cosa non dovresti mai dire quando ti fermano a un posto di blocco

Ilena D’Errico

16 Agosto 2024 - 20:39

Come ci si comporta a un posto di blocco, ecco le cose che non dovresti mai dire quando ti fermano.

Cosa non dovresti mai dire quando ti fermano a un posto di blocco

Essere fermati a un posto di blocco è un’esperienza che può causare parecchie ansie e timori, soprattutto per chi è alle sue prime esperienze alla guida. Sottolineare che chi non ha commesso nessuna infrazione è al sicuro è superfluo perché l’agitazione può giocare brutti scherzi, perfino comportando problemi e sanzioni laddove sarebbero state evitabili.

Senza contare che un atteggiamento collaborativo e trasparente è indispensabile, ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine è controproducente e molto dannoso per la collettività. Non dimentichiamo che il posto di blocco ha diverse funzioni e va ben oltre l’accertamento delle violazioni stradali, comunque importante. Non bisogna infatti confonderlo con il posto di controllo, che è costituito essenzialmente da alcuni agenti che fanno fermare alcuni veicoli.

Il posto di blocco prevede invece un’unica corsia obbligatoria e il potenziale controllo di tutti i veicoli, perciò è utile alla repressione di reati e alla ricerca di criminali, senza dimenticare in ogni caso della normativa stradale. Considerando che in genere i controlli devono svolgersi in pochi minuti, salvo particolari necessità di approfondimento, comportarsi nel migliore dei modi è indispensabile. Si velocizza la procedura e non si rischiano conseguenze spiacevoli.

Non ammettere colpe prematuramente

Il panico può avere manifestazioni inaspettate, tanto che non sono pochi i conducenti che in preda alla paura cominciano a fare ammissioni di colpa spropositate. Ovviamente, non c’è nulla di sbagliato nell’ammissione di eventuali responsabilità, ma a patto che siano vere e fondate. Se non si è certi di un’infrazione è meglio prima ascoltare le contestazioni degli agenti, a cui rispondere poi onestamente e non ostacolando i controlli.

C’è anche chi suggerisce di non ammettere nemmeno le colpe certe, visto che potrebbero comunque passare in sordina e sfuggire al controllo, in particolare se non si tratta di violazioni gravi. Un comportamento del genere non è corretto dal punto di vista etico e civico, ma dal punto di vista meramente legale non è perseguibile.

Nessuno è obbligato ad autoincriminarsi, ma non deve per questo mentire e ostruire il lavoro delle forze dell’ordine. Il problema è che spesso i conducenti più suscettibili parlano in modo frenetico, aprendo dubbi immotivati e facendo perdere tempo agli agenti. L’idea migliore è rispondere alle domande rivolte dalle forze dell’ordine. Al contrario, fornire tutte le spiegazioni in merito a eventuali dubbi (sulla destinazione o su alcuni oggetti contenuti nel veicolo, ad esempio) è invece molto utile.

Non essere aggressivi o troppo confidenziali

Un atteggiamento composto ed educato sarebbe la condotta migliore in un posto di blocco, anche se ovviamente rimane una minima parte delle componenti che ne influenzano il risultato. Insospettire gli agenti, anche in maniera del tutto innocente, non è comunque proficuo. Attenzione, però, a non sfociare in comportamenti interpretabili scorrettamente o persino contrari alla legge.

Essere consapevoli dei propri diritti e pretenderne il rispetto non significa certo assumere atteggiamenti aggressivi o sospettosamente compiacenti. Ci sono tanti reati riguardanti azioni illecite commesse a danno dei pubblici ufficiali, ma i conducenti effettivamente in buona fede tendono a commetterne uno in particolare: l’oltraggio a pubblico ufficiale.

Questo reato si concretizza quando si offende pubblicamente l’onore dei pubblici ufficiali, per esempio urlando parole disdicevoli dal finestrino o fuori dall’auto (altra regola: si accosta il veicolo e si scende dall’auto soltanto su richiesta degli agenti). Questo reato è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Non fermarsi a un posto di blocco

L’errore più importante è sicuramente quello di scappare e non fermarsi al posto di blocco. Nella migliore delle ipotesi questa imprudenza costa una sanzione da 1.256 a 5.030 euro, la decurtazione di 10 punti dalla patente di guida e l’eventuale denuncia da parte delle forze dell’ordine. Chi ignora un posto di controllo (e sostanzialmene non si ferma all’alt degli agenti) rischia invece una multa da 80 a 318 euro, la decurtazione di 3 punti dalla patente e il fermo del veicolo.

La differenza tra le sanzioni deriva proprio dalle diverse finalità degli strumenti, ma anche dalla modalità in cui vengono attuati. Ignorare un posto di blocco è impossibile se non volontariamente, mentre la disattenzione potrebbe impedire di arrestarsi all’alt. I consigli valgono comunque in entrambi i casi.

Da non perdere su Money.it

Iscriviti a Money.it