Ecco cosa rischia chi butta acqua dal balcone, quali sanzioni pecuniarie, quando commette un reato e quali sono i modi per difendersi da questa condotta.
Panni stesi e poco strizzati, acqua di scolo delle piante o dei fori di scarico, l’acqua sporca dopo il lavaggio del pavimento del balcone o del terrazzo... Di modi in cui chi abita ai piani inferiori può essere infastidito dall’acqua ce ne sono moltissimi. Anche quando non si tratta di acqua sporca c’è un grosso fastidio per chi si ritrova il balcone e i panni bagnati, peggio ancora se esce nel momento sbagliato e l’acqua gli cade direttamente addosso.
È solo acqua, si potrebbe pensare. In effetti non si tratta di una sostanza nociva (anche questo dipende poi dall’uso che ne è stato fatto prima), ma ciò non toglie che gettarla dal balcone danneggia inevitabilmente chi abita sotto, o perlomeno lo infastidisce. In molti pensano che si tratti di una condotta del tutto innocente, ma non è proprio così.
Anzi, potrebbe perfino configurarsi un reato. Anche quando non rientra nella materia penale, gettare l’acqua dal balcone è un comportamento scorretto, non solo dal punto di vista meramente civico ma anche per la legge e come tale sanzionato. Ecco cosa rischia chi butta acqua dal balcone.
La disciplina civile
L’articolo 844 del Codice civile regola le immissioni, ossia tutte le propagazioni che possono provenire da un’abitazione, stabilendo che sono lecite entro la normale tollerabilità. Questo perché non è possibile utilizzare la casa in libertà evitando completamente le immissioni, si pensi semplicemente a un minimo di rumore o di fumi.
L’acqua gettata dal balcone supera inevitabilmente la normale tollerabilità, proprio perché non rientra in alcun modo nell’uso ordinario della cosa e comporta grossi disagi. Si tratta quindi di un illecito, che può essere contestato in una causa civile.
La funzione principale della causa è quella di ottenere un ordine di cessazione del comportamento, cioè al vicino sarà vietato di buttare l’acqua dal balcone (con le relative sanzioni in caso di violazione della sentenza). C’è però un secondo aspetto molto importante, ovvero la possibilità di ottenere un risarcimento danni per il pregiudizio patito.
Ad esempio, per via dell’acqua gettata dal balcone si potranno portare diversi danni patrimoniali (spese di lavaggio, costo dei beni rovinati) ma anche non patrimoniali, ad esempio per l’impossibilità di usare serenamente il balcone.
Le sanzioni condominiali
Oltre alla disciplina generica dal Codice civile, è importante ricordare a chi abita in un condominio che il regolamento condominiale può prevedere delle sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto delle regole. Se questo è il caso, l’amministratore di condominio ha la facoltà di erogare una multa al condomino.
In particolare, può essere comminata una sanzione fino a 200 euro per ogni violazione del regolamento (fino a 800 euro in caso di recidiva).
Quando buttare acqua dal balcone è un reato
Chi butta l’acqua dal balcone rischia una condanna penale, poiché questa condotta può integrare il reato di getto pericoloso di cose definito dall’articolo 674 del Codice penale e punito con l’arresto fino a 1 mese o l’ammenda fino a 206 euro.
Può sembrare strana l’associazione fra questo tipo di reato e l’acqua buttata dal balcone, che non è un rifiuto tossico e non lede direttamente le persone (non sempre almeno). Una sentenza della Cassazione (precisamente la n. 32958/2023) ha però riconosciuto pienamente questa associazione.
In primo luogo, bisogna sottolineare che il Codice penale fa riferimento a cose che possono “offendere o imbrattare o molestare persone”. Dunque non è necessario che si tratti di oggetti e sostanze nocivi nel senso stretto del termine, ma nemmeno che il danno si concretizzi: è sufficiente la potenzialità.
Oltretutto, la Cassazione ha rilevato che la molestia alle persone avviene anche quando l’acqua non le colpisce direttamente, ma per via del disagio e disturbo arrecati alla loro vita quotidiana. Ciò vuol dire che è possibile querelare il vicino che butta acqua dal balcone.
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