Cosa rischia chi non fa la raccolta differenziata?

Ilena D’Errico

31 Maggio 2024 - 18:24

Ecco cosa rischia chi non fa la raccolta differenziata: le multe previste, come vengono irrogate, quali sono i comportamenti vietati e le possibili conseguenze.

Cosa rischia chi non fa la raccolta differenziata?

Fare la raccolta differenziata è fondamentale per l’ambiente, perché la separazione dei rifiuti è necessaria al loro corretto smaltimento e, quando possibile, al riciclo dei materiali. Eppure non tutti i cittadini abbracciano volentieri questo dovere civico, anche se gradualmente si sta assistendo a un miglioramento nella tendenza, dimostrato dai rapporti annuali sui rifiuti urbani. Molto spesso, chi non fa - o non fa completamente - la raccolta differenziata adduce come motivazioni i problemi organizzativi (suddivisione dei rifiuti, lavaggio, orari per depositi e ritiri) e i costi per la tassa sui rifiuti, che secondo molte persone non sono affatto giustificati dal servizio.

Al di là del fatto che il sistema di raccolta differenziata potrebbe essere migliorato, anche per quanto riguarda la collaborazione dei cittadini, resta il fatto che è obbligatoria. La legge, che ha recepito le direttive europee in materia ambientale, delega ai Comuni la regolamentazione precisa, comprensiva di sanzioni per chi non rispetta quanto previsto. Ecco cosa rischia chi non fa la raccolta differenziata.

Cosa rischia chi non fa la raccolta differenziata

Come anticipato, la legge (ci si riferisce in particolare al Decreto legislativo n. 152/2016, che ha aggiornato le disposizioni del Decreto Ronchi) chiede agli enti locali di gestire i servizi di raccolta differenziata nei propri territori di competenza, disponendo tutte le regole necessarie per la sua funzionalità e le sanzioni per incentivarne il rispetto. Non tutti lo sanno, ma esistono delle vere e proprie multe per chi non effettua correttamente la raccolta differenziata, il cui importo varia a seconda del regolamento locale.

Oltre alla differenza negli importi delle sanzioni, c’è da considerare che i Comuni possono prevedere diversi comportamenti vietati, ritenendo opportuno punirli in modo specifico, e pertanto non c’è una violazione generica che corrisponde a una raccolta differenziata non effettuata o solo parziale, anche perché sarebbe di fatto quasi impossibile da accertare.

In pressoché tutto il territorio, tuttavia, ci sono delle sanzioni amministrative per chi deposita nei cassonetti per la raccolta differenziata dei materiali differenti da quelli previsti dal regolamento. In questo caso si rischia una multa che in media va da 25 a 155 euro, per esempio se si butta dell’organico nei cassonetti per la carta oppure del vetro in quelli per la plastica e così via.

Riguardo allo smaltimento di carta e cartone, nel dettaglio, molti Comuni prevedono sanzioni specifiche per imporre ai cittadini il rispetto delle regole (piegare gli imballaggi e lasciarli vicino al cassonetto, per esempio), che vanno da 100 a 600 euro circa.

Infine, in gran parte d’Italia i Comuni impongono degli orari specifici per il ritiro o il deposito dei rifiuti urbani il cui mancato rispetto comporta una sanzione da 25 a 155 euro circa.

Esistono poi, a seconda delle disposizioni dell’ente locale, regole ancora più rigide e specifiche. Per esempio, in alcuni Comuni italiani c’è una multa dedicata per chi getta rifiuti ingombranti e/o pericolosi in luoghi impropri, che in alcune zone tocca perfino i 600 euro. Esistono anche sanzioni apposite per chi non chiude i sacchetti, sposta i cassonetti o lascia i rifiuti fuori dagli stessi. I regolamenti comunali sono piuttosto eterogenei sul punto.

Allo stesso tempo, c’è un però: esistono ancora numerosi cassonetti per la cosiddetta indifferenziata, dedicati a tutti quei rifiuti che non hanno un comparto apposito e che comunque non necessitano di particolari accortezze per lo smaltimento né possono essere riciclati. Nemmeno con un’ottima gestione della raccolta differenziata sarà possibile eliminare questa categoria, che include rifiuti come la carta trattata (scontrini, carta da forno e similari), gli oggetti in plastica non riciclabile e alcuni oggetti di vetro (come le lampadine).

In linea teorica, gettare tutti i rifiuti in questi cassonetti è sanzionabile per aver sbagliato la raccolta differenziata, ma si tratta con tutta evidenza di un comportamento ancora più difficile da controllare e documentare (il che è invece fondamentale per irrogare una sanzione, come vedremo), perciò la maggior parte dei Comuni adotta una soluzione alternativa.

Si tratta delle carte elettroniche per ogni utenza Tari, con cui sbloccare l’apertura del cassonetto (spesso necessaria solo per quello dedicato all’indifferenziata), il cui utilizzo influirà sull’imposta da pagare. Più si usa quel cassonetto e più si paga, mentre al contrario l’adesione a determinati progetti di raccolta indifferenziata consente di accedere a degli sconti in moltissimi Comuni italiani.

Le multe per la raccolta differenziata

Ci sono alcune informazioni fondamentali per comprendere come vengono erogate le multe per l’errata raccolta differenziata. Bisogna sapere che le multe sono irrogate direttamente dal Comune competente, a mezzo della Polizia municipale. L’accertamento può infatti avvenire soltanto tramite un pubblico ufficiale, che deve poter verificare il fatto e identificare il responsabile in modo inequivocabile.

Oltretutto, secondo la Cassazione va rispettato il principio di personalità della responsabilità amministrativa, pertanto l’unico soggetto sanzionabile è chi ha materialmente commesso la violazione (e non, come sovente accade, l’amministratore di condominio o il condominio stesso). Non è necessario che il pubblico ufficiale assista fisicamente all’illecito amministrativo, purché possa comprovarlo tramite le indagini effettuate.

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