Chi non si ferma all’alt della polizia rischia multe piuttosto elevate e in alcuni casi commette anche un reato. Ecco a quali conseguenze va incontro a seconda dei casi.
I posti di blocco e di controllo sono strumenti importanti per tutelare la sicurezza collettiva. Questi mezzi sono infatti utili nel monitoraggio delle infrazioni stradali ma anche in ipotesi decisamente più gravi, per esempio in operazioni per rintracciare l’autore di un reato o fermare l’esecuzione dell’illecito. In ogni caso, i conducenti a cui viene intimato l’alt dovrebbero prontamente fermarsi per non intralciare il lavoro delle forze dell’ordine né creare scompiglio. Non farlo è molto pericoloso, innanzitutto per l’incolumità degli agenti, delle altre persone e di sé stessi. Ecco perché sono previste delle sanzioni apposite, oltre alle ipotesi di reato.
Cosa rischia chi non si ferma all’alt?
La legge distingue con precisione tra il posto di blocco e il posto di controllo, nonostante le molte similitudini. Si parla di posto di blocco quando le forze dell’ordine procedono con il controllo di tutti i veicoli in transito, obbligati materialmente a convogliare in un’unica corsia attraverso sbarramenti fisici. I posti di blocco vengono impiegati raramente, proprio perché impongono un notevole rallentamento della circolazione, e possono essere segnalati dall’apposito cartello stradale che indica “Alt - Polizia” per avvisare di rallentare la marcia.
Non fermarsi all’alt della polizia mentre si transita comporta necessariamente azioni imprudenti e spesso violente, considerando che è più semplice per gli agenti bloccare fisicamente le vetture. Considerando che i posti di blocco vengono impiegati in situazioni particolari, decisamente più gravi dei controlli stradali di routine, le sanzioni sono molto elevate. Si ha quindi una multa da 1.362 a 5.456 euro, oltre alla decurtazione di 10 punti dalla patente e all’eventuale sospensione della stessa per un periodo variabile: 14 giorni per chi ha meno di 10 punti, 7 giorni per chi 10 punti o più, ma meno di 20.
Il posto di controllo viene invece predisposto proprio per verificare il rispetto della normativa stradale, attraverso controlli a campione, anche a seconda dei motivi di sospetto valutati dalle forze dell’ordine. In questo caso mancano vere e proprie barriere fisiche, semplicemente gli agenti intimano al conducente di arrestare la marcia con la paletta rossa apposita. Se il personale è in borghese dovrà però accertarsi di essere identificato come appartenente alle forze dell’ordine, principalmente mostrando il tesserino di riconoscimento.
Chi non si ferma è sanzionato con una multa da 87 a 344 euro e la decurtazione di 3 punti dalla patente di guida. Quest’ultima viene sospesa per 7 giorni se il conducente ha meno di 20 punti ma più di 9, per 14 giorni se ha meno di 10 punti residui.
Quando non fermarsi è reato
Contrariamente a quanto molti pensano, non fermarsi all’alt della polizia non è un reato, o perlomeno non sempre. Chi si limita a “non fermarsi” non commette un reato, ma naturalmente può essere multato e anche inseguito per comminare la sanzione e portare a compimento il controllo. Se nella fuga si mette a repentaglio la sicurezza stradale, con forti velocità e manovre spericolate, si commette il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Quest’ultimo punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni, pertanto una volta fermato gli agenti possono arrestarlo. È il caso di chi torna indietro con manovre vietate dinanzi a un posto di blocco o prosegue la fuga dopo l’alt inequivocabile.
Anche se può sembrare strano, per contestare il reato in seguito all’elusione del posto di controllo sarà infatti necessario dimostrare la consapevolezza del conducente. Se quest’ultimo viene avvisato propriamente e dà via a un inseguimento commette un reato, ma se non ha davvero compreso l’intimazione e si limita a proseguire la marcia prudentemente non è sanzionabile dal punto di vista penale. Resta naturalmente l’obbligo di essere vigili e attenti alla circolazione. Il comportamento del conducente viene in ogni caso considerato se resta coinvolto in un incidente stradale, con accuse che dipendono dalle conseguenze effettive del sinistro e dalle particolari circostanze.
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