Cosa rischia chi rivela un tradimento e quando è reato

Ilena D’Errico

20 Ottobre 2024 - 23:09

Rivelare un tradimento può configurare un reato. Ecco in quali casi e cosa si rischia a seconda delle circostanze.

Cosa rischia chi rivela un tradimento e quando è reato

Rivelare un tradimento a una persona che ne è all’oscuro è una scelta coraggiosa, trattandosi di solito di una rivelazione che provoca uno sconvolgimento emotivo non indifferente. Chi scopre che una persona amica o conoscente viene tradita dal partner può avere diverse ragioni per decidere di portare alla luce questa verità, non sempre condivisibili dal punto di vista morale. Il motivo per cui si sceglie di diffondere la notizia di un tradimento influisce sicuramente nella reazione del diretto interessato, che potrebbe anche decidere di agire legalmente contro questa intrusione nella propria vita privata.

Anche la persona adultera potrebbe aver ben da ridire su questo comportamento, potendo parimenti adire le vie legali per tutelare l’offesa alla propria reputazione e il turbamento alla propria vita familiare, per quanto ciò possa non essere di facile intuizione. Non tutti lo sanno, ma rivelare un tradimento può configurare persino un reato in alcuni casi. Le considerazioni da fare per agire nel migliore dei modi non possono quindi prescindere dagli aspetti legali della vicenda, al di là della visione morale che è strettamente personale e dipendente dalle circostanze. Ecco cosa si rischia.

Quando rivelare un tradimento è reato di molestia

Cominciamo con la prima ipotesi, che è anche quella più discussa: la rivelazione del tradimento al diretto interessato, ossia la persona tradita. Quando le motivazioni sono del tutto lecite - da un punto di vista strettamente legale - la modalità scelta fa una grande differenza. La Corte di Cassazione ha infatti riconosciuto in queste situazioni il reato di molestie contestato all’autore della rivelazione, in particolare quando:

  • ha usato una condotta petulante, insistente, morbosa a mezzo telefonico;
  • ha turbato l’armonia familiare della vittima, mettendo di conseguenza a repentaglio l’ordine pubblico.

Telefonate anonime, brusche rivelazioni e comportamenti inopportuni sono quindi da evitare assolutamente. Il reato di molestie, punito con l’arresto fino a 6 mesi o l’ammenda fino a 516 euro è definito dall’articolo 660 del Codice penale come il comportamento di

Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo(1), reca a taluno molestia o disturbo.

L’inquadramento della fattispecie di rivelazione del tradimento effettuato a più riprese dalla Corte di Cassazione resta in ogni caso vincolato agli elementi caratterizzanti del reato: l’uso del telefono o, in alternativa il luogo pubblico, e un motivo biasimevole, cioè eticamente non condivisibile, invadente, arrogante.

Quando i contatti sono reiterati, tali da generare uno stato d’ansia nella vittima, si può invece commettere il reato di stalking. I cosiddetti atti persecutori sono infatti determinati da condotte reiterate che causano ansia e timori, tanto da portare la vittima a modificare le proprie abitudini quotidiane. Questo reato è punito ai sensi dell’articolo 612 bis del Codice penale con la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi, salvo aggravanti.

Se le finalità sono illecite, si va incontro a reati diversi e potenzialmente ancora più gravi. La minaccia, per esempio, ma anche l’estorsione.

Rivelare un tradimento è diffamazione?

Tra i reati più spesso contestati a chi rivela un adulterio c’è quello di diffamazione, tenendo conto che:

  • non rileva l’eventuale veridicità dei fatti;
  • anche chi è coinvolto nei fatti, ossia l’amante, può commettere il reato;
  • non serve diffondere l’informazione a più persone contemporaneamente.

Il tradimento è infatti una condotta contraria ai valori etici della società e in quanto tale mina la reputazione e l’onore della vittima, ovvero chi lo ha commesso, e potenzialmente anche del partner tradito. Si ha diffamazione quando il tradimento viene raccontato a più persone, anche se non nello stesso momento. Il reato è punito con la reclusione fino a 1 anno o la multa fino a 1.032 euro, pena aumentata in caso di diffusione a mezzo stampa (eventualmente anche i social network) e quando l’offesa riguarda l’attribuzione di un fatto determinato.

Argomenti

# Reato

Iscriviti a Money.it