Controllare il cellulare ai figli non è un diritto dei genitori, ma un loro dovere. Ci sono comunque limiti da rispettare. Ecco cosa si rischia se si eccede nella vigilanza o nell’incuria.
I genitori sono spesso combattuti sulla concessione di un telefono cellulare ai figli, ma con il continuo utilizzo della tecnologia delle nostre vite e le sue varie utilità, dopo una certa età è naturale dare l’approvazione. La questione si risolve abbastanza facilmente, anche perché il peggio arriva dopo: come e quanto possono utilizzarlo? Ma soprattutto come assicurarsi che ne facciano un uso corretto e consapevole?
I pericoli e gli usi impropri sono a portata di click e la fiducia nei figli più attenti e diligenti non basta comunque a prevenire certi rischi, anche legati all’esposizione involontaria di materiali inadeguati. Non si pensi solo alla pornografia o alla pedopornografia, ma anche alle incitazioni alla violenza, al cyberbullismo e così via. Ecco perché molti genitori preferiscono controllare il telefono ai figli, chi direttamente, chi servendosi delle apposite applicazioni di parental control.
Questo punto è forse quello che crea il dibattito più grande, anche dal punto di vista giuridico. Anche i minori hanno diritto alla privacy, anzi hanno diritto all’astensione dei genitori delle interferenze nello svolgimento della loro vita privata (Convenzione sui diritti dell’infanza 1989), ma questo non significa che i genitori non possano esercitare gli opportuni controlli. È evidente che il diritto alla privacy e alla riservatezza può essere compresso dai genitori, in virtù della tutela di un interesse prioritario dei figli. Anzi, controllare il cellulare dei figli è un diritto/dovere dei genitori, ma è importante non ledere i loro diritti in modo immotivato.
Vediamo cosa rischiano i genitori che controllano il cellulare dei figli e cosa rischiano quando non lo fanno, perché entrambe le condotte possono rivelarsi errate a seconda dei casi e delle modalità.
I genitori possono o devono controllare il cellulare ai figli? La giurisprudenza
La giurisprudenza è ricca di sentenze che riguardano il controllo del cellulare dei figli minori, proprio perché a riguardo è frequente la confusione. Come già detto, i minori hanno diritto alla privacy e alla riservatezza, perciò le interferenze dei genitori nella loro vita privata devono limitarsi a quanto necessario alla loro educazione.
Allo stesso tempo, la tutela dei diritti dei minori (compresi quelli citati) ricade inevitabilmente sui genitori stessi, i quali non solo possono esercitare un certo controllo, ma anzi devono farlo. Bisogna quindi trovare un punto di equilibrio e, soprattutto, valutare caso per caso.
I genitori devono quindi valutare un insieme di circostanze, tra cui l’età, il comportamento ed eventuali segnali di allarme. Ad esempio, la sentenza n. 41192 della Corte di Cassazione afferma che la prevalenza del diritto/dovere genitoriale di vigilanza sul diritto alla riservatezza dei minori deve essere giustificata da una “effettiva necessità”. Quest’ultima può essere rappresentata da vari pericoli a cui si espone il minore, anche inconsapevolmente, ma anche dalla prevenzione degli illeciti.
Sul punto è doveroso citare due sentenze. La prima è la n. 698 del tribunale di Parma che, pronunciandosi su una lunga causa di divorzio, ha stabilito il dovere dei genitori di monitorare l’utilizzo dei dispositivi elettronici da parte dei figli, tra cui pc e cellulare, oltre che filtrare i contenuti con le applicazioni apposite. In particolare, uno dei figli della coppia aveva mostrato segni di ricevere un’influenza nociva dall’ambiente digitale, facendo anche parte di un gruppo Whatsapp in cui avveniva lo scambio di contentui pedopornografici.
I genitori devono quindi accertarsi che i figli si muovano in un contesto idoneo alla loro educazione e al rispetto delle regole sociali e legali, esercitando anche un controllo più stringente quando manca la maturità necessaria affinché ci sia piena comprensione oppure in presenza di avvisaglie di pericolo, per azioni che il minore può commettere o subire. Il minore del caso, secondo i giudici, nutriva “bisogni trasgressivi” e mostrava incapacità di dissociarsi dalle condotte illecite altrui.
Anche il tribunale di Caltanissetta nel 2019 ha ribadito lo stesso concetto, sottolineando il dovere dei genitori di educare i figli all’uso corretto dei mezzi di comunicazione ed esercitando gli opportuni controlli. La compressione del diritto alla privacy e alla riservatezza deve essere limitata alle finalità educative, quindi sono incentivati i dispositivi di parental control che consentono di filtrare i contenuti e i controlli limitati a condotte inadeguate, nocive, pericolose o illegali.
Cosa rischia un genitore che controlla il cellulare ai figli e cosa rischia se non lo fa
Se i genitori non controllano il cellulare ai figli rischiano così di venir meno al loro dovere genitoriale, essendo comunque responsabili degli accadimenti risultanti. Una negligenza che può essere molto rilevante nella decisione sull’affidamento e sul collocamento dei figli minori, e che nei casi più gravi comporta un’incapacità o noncuranza tale da pregiudicare anche la potestà genitoriale.
Di pari passo, anche il genitore che controlla il cellulare ai figli rischia delle conseguenze, ma soltanto se ha interferito nella vita privata del minore senza una ragione valida e arrecandogli dei danni. In questo caso, il minore potrebbe maturare anche a un diritto al risarcimento.
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