Cosa sta succedendo a Daniela Santanché? Perché l’opposizione ha chiesto le dimissioni della ministra? L’accusa di falso in bilancio portata alla luce da Report.
Daniela Santanché ha annunciato la querela a Report, dopo l’inchiesta sulle aziende della ministra del Turismo. Diverse le operazioni sospette segnalate dalla trasmissione e accuse pesanti rivolte alla ministra Santanché, tanto che si è già scatenato un acceso dibattito politico. L’opposizione non ha esitato a chiedere le dimissioni della ministra, mentre il centrodestra esprime tutta la sua solidarietà. Ecco cosa sta succedendo a Daniela Santanché.
Inchiesta Report, cosa sta succedendo alle aziende di Daniela Santanché
Report, trasmissione di giornalismo investigativo trasmessa su Rai3, ha mandato in onda nella serata di lunedì un’inchiesta sulle aziende collegate a Daniela Santanché. Sono due i procedimenti giudiziari, di natura civile, che riguardano Visibilia editore, proprio relativamente al periodo di gestione della ministra.
In particolare, lo scorso novembre la procura ha aperto un fascicolo per falso di bilancio che coinvolge anche la ministra Santanché, proprio perché le operazioni sospette sono avvenute quando l’azienda era sotto la gestione della ministra. Sia il fascicolo della procura milanese che il procedimento in corso si muovono a partire dalle proteste di alcuni azionisti, che hanno presentato denunce e avviato la causa civile, a causa delle lamentate perdite.
La questione sarà approfondita nell’udienza fissata per il 22 giugno, dedicata per l’appunto all’accusa di falso in bilancio. Nel mirino c’è l’improvviso e repentino crollo in borsa delle aziende, compresa la Ki Group, nonostante sia stato abilmente evitato il fallimento. L’inchiesta condotta da Giorgio Mottola per Report cita diversi punti oscuri, dal mancato pagamento dei fornitori – che ha creato consistenti debiti alle società - ai lavoratori licenziati che ancora attenderebbero il Tfr.
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Non solo, sempre stando all’inchiesta, c’è poi un’eccessiva disparità fra i compensi ricevuti dalla ministra Santanché durante la carica di amministratrice e il bilancio presentato alla fine da Visibilia editore e da Ki Group. Nel complesso, sono diverse le operazioni nebulose che coinvolgono le aziende collegate alla ministra, diverse le spese che hanno drasticamente – e in apparenza senza una giustificazione plausibile – fatto crollare la quotazione in borsa.
Visibilia editore, in particolare, ha avuto tra i soci Daniela Santanché e il suo compagno attuale, Dimitri Kurz, fino al 2022. Il bilancio del 2021 è stato chiuso con una perdita superiore a 3 milioni di euro, ma non approvato dalla società di revisione. La Bdo ha infatti dichiarato “l’impossibilità di esprimere un giudizio”. Tra i principali interrogativi che riguardano la società, c’è la spesa di 816.000 euro sostenuta nel dicembre 2020, pari alla metà del valore che l’azienda aveva in borsa e, a prima vista, ingiustificate.
La spesa è stata infatti necessaria per l’acquisto dei domini delle testate di Visto e Novella2000 da Visibilia magazine srl, altra società direttamente legata alla ministra Santanché. L’anno prima, inoltre, l’azienda aveva chiesto un importante prestito per far fronte a una crisi di liquidità, rivolgendosi a Negma. Una società di investimento con sede a Dubai di cui non si hanno molte informazioni.
Ad ogni modo, Negma ha ricevuto a fronte del prestito diverse azioni di Visibilia, che ha poi rivenduto sul mercato diminuendone il valore. Queste, fra le operazioni principalmente additate dai piccoli investitori che avrebbero subito l’improvviso crollo delle azioni.
Forse ancora più nebbiosa la situazione che ruota intorno a Ki Group, segnalata da Report per il mancato pagamento dei fornitori che ha messo in estrema difficoltà le ditte del Made in Italy, il continuo blocco dei bilanci da parte delle società di revisione e la creazione di una società omonima, ma srl, che ha acquisito i rami aziendali che fatturavano. Ci sono, poi, le diverse cause avviate dai dipendenti licenziati per avere il pagamento del Tfr e per protestare contro la cassa integrazione fittizia. In ogni caso le problematiche principali ruotano intorno ai bilanci, alle spese personali e agli acquisiti di lusso. Secondo quanto riportato da Report, oltretutto, buona parte delle somme versate dagli azionisti è andata ai compensi di Santanché e dell’ex compagno Canio Mazzaro.
La reazione di Santanché alle accuse di Report
Sono dunque molteplici gli elementi poco chiari, peraltro molto simili nelle varie aziende con cui ha avuto a che fare la ministra Santanché in qualità di imprenditrice. Molti esposti e diverse denunce, ma per il momento i procedimenti sono ancora in corso e nessuno ha ancora chiarito la veridicità delle accuse, né tanto meno il ruolo della ministra a riguardo.
Trattandosi peraltro di un personaggio politico, la facilità di conclusioni è estremamente rischiosa, soprattutto considerando la gravità delle accuse mosse alla ministra. Non è quindi tardata ad arrivare la reazione di Santanché, che ha annunciato di quelare la trasmissione Report, dichiarando peraltro di aver avvisato preventivamente di “non diffondere notizie non veritiere”.
Daniela Santanché ha infatti rigettato tutte le accuse, dichiarando che le notizie diffuse da Report:
risultano prive di corrispondenza con la verità storica. Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione presso l’opinione pubblica.
Anche se ci sono oggettivamente dei punti controversi riguardo alle aziende, di fatto non è stato ancora pronunciato un giudizio a riguardo. Non è possibile stabilire con certezza se effettivamente le accuse mosse dagli azionisti, dagli ex dipendenti e dai fornitori siano basate su fondamenta rilevanti. È chiaro che il numero di elementi equivoci è straordinariamente alto, così come è innegabile una confusa somiglianza di strategie tra la Visibilia editore e la Ki Group.
Soltanto il termine delle cause civili potrà chiarire davvero la situazione, anche se considerando tutti gli elementi in gioco risulta improbabile un’infondatezza delle accuse. Le responsabilità di Santanché a riguardo sono anche dubbie, soprattutto considerando il suo ruolo rispetto all’attività di numerose aziende coinvolte nelle operazioni poco chiare, che hanno portato ai bilanci negativi e al crollo in borsa. Da qui ad affermare colpevolezze, tuttavia, il passaggio è grande. Le valutazioni dovrebbero essere innanzitutto eseguite dalle persone competenti, ma in ogni caso con estrema cautela.
Come ribadito dalla stessa ministra, i danni all’immagine lavorativa e professionale che possono risultare da queste notizie sono importanti, tanto più che non ci sono ancora state delle sentenze. Ciononostante, la situazione politica è già nel caos.
Le conseguenze politiche delle accuse a Daniela Santanché
Daniela Santanché ruota intorno a tutte le aziende citate dall’inchiesta e oggetto dei procedimenti giudiziari, con particolari coincidenze di ruolo e temporalità rispetto ai fatti. Così, almeno in via preventiva, l’opposizione politica non ha esitato a chiedere le dimissioni della ministra dal suo ruolo, anche vista l’assenza di spiegazioni fornite rispetto alle accuse così gravi risultanti dall’inchiesta.
È soprattutto la replica della ministra ad aver infastidito l’opposizione, tanto che Angelo Bonelli, coportavoce nazionale di Alleanza Verdi, ha tacciato la ministra di arroganza e ha richiesto una mozione di sfiducia.
Completamente diversa la reazione degli alleati, fra cui Raffaele Nevi di Forza Italia, che ha ribadito la necessità di attendere il responso della magistratura. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha accusato la sinistra di continui tentativi di far dimettere i ministri, esprimendo solidarietà a Santanché.
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