Ecco cosa succede con la morte di Papa Benedetto e come si svolgeranno le cerimonie per dire addio al primo Papa ad aver presentato le dimissioni.
Dopo la morte di Papa Benedetto XVI non appare ben chiaro che cosa succederà, in quanto le sue dimissioni rappresentano un primato unico nella storia della Chiesa moderna, e purtroppo in questi anni Papa Francesco non ha disciplinato la questione. I funerali e la sepoltura del Papa, infatti, devono seguire precisi e rigorosi protocolli. Di norma, la successione della carica pontificia avviene proprio per la morte del Papa, al quale dunque sono riservate determinate regole e onorificenze.
In questo caso, tuttavia, si terranno i funerali di un Papa non più in carica, pertanto la Chiesa dovrà bilanciare nella scelta delle cerimonie i vari interessi in gioco. In questi giorni il Vaticano ha ospitato quindi diverse riunioni di cardinali e dell’ufficio delle celebrazioni liturgiche, proprio al fine di individuare la procedura più adeguata al caso.
In tal proposito, è intervenuto durante un’intervista il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, il quale ha annunciato che i funerali di Papa Benedetto XVI si terranno nel segno della semplicità.
Come saranno i funerali di Papa Benedetto
In particolare, i funerali saranno presieduti da Papa Francesco giovedì 5 gennaio 2023 alle 9,30 in piazza San Pietro. Il portavoce ha spiegato che era proprio un desiderio di Papa Benedetto XVI quello di avere dei funerali sobri e minimalisti, anche se non potranno mancare la solennità del caso. Il complesso cerimoniale dedicato alla sepoltura del Papa è infatti decisamente formale, e deve essere adeguato alla carica.
Per questa ragione, la scelta individuata dal Vaticano è in una versione più leggera delle esequie riservate al Papa in carica. Nel dettaglio, la costituzione apostolica Universi Dominici Regis individua proprio questa procedura, che sarà rivisitata in maniera meno solenne per adeguarsi allo status di Papa Benedetto XVI dimesso dalla carica. Il risultato sarà quindi una cerimonia comunque solenne, molto di più delle esequie previste per i cardinali semplici, ma comunque meno imponente di quella prevista per il Papa regnante.
Per le esequie del Papa in carica, ad esempio, è previsto dalla costituzione apostolica che la salma venga esposta per 9 giorni consecutivi. Si tratta dei novendiali, istituiti per la devozione dei fedeli. La salma di Papa Ratzinger, invece, sarà esposta ma soltanto per 4 giorni, cioè da lunedì 2 gennaio a giovedì 5 gennaio.
In particolare, la salma sarà esposta per la visita dei fedeli nella basilica di San Pietro:
- Lunedì 2 gennaio dalle ore 9 alle 19.
- Martedì 3 gennaio dalle 7 alle 19.
- Mercoledì 4 gennaio dalle 7 alle 19.
Giovedì 5 gennaio, poi, Papa Francesco presiederà la santa messa esequiale sul sagrato della basilica alle 9,30, con la partecipazione delle delegazioni ufficiali della Germania e per l’Italia. Nei giorni precedenti, invece, non sono previste visite ufficiali o preghiere pubbliche. Questo rappresenta il primo fattore di differenza rispetto al funerale del Papa in carica, poiché tutte le altre delegazioni che vorranno partecipare lo faranno in forma privata. In seguito alla cerimonia, seguiranno l’ultima commendatio e la valedictio.
La sepoltura nella tomba di Papa Giovanni Paolo II
La sepoltura, invece, rispetterà le volontà contenute nel testamento spirituale di Papa Benedetto XVI. Quest’ultimo, infatti, ha richiesto che la sua salma venisse sepolta nelle grotte vaticane. Peter Seewald, biografo ufficiale di Ratzinger, ha infatti raccontato che il Papa emerito aveva scelto come luogo di sepoltura la tomba appartenuta a Papa Giovanni Paolo II fino alla sua traslazione. In ogni caso, il testamento sarà pubblicato secondo le disposizioni.
Papa Benedetto XVI aveva ricevuto l’unzione degli infermi mercoledì scorso nel monastero Mater Ecclesiae, alla presenza delle consacrate laiche che lo hanno assistito negli ultimi anni. Poco prima, Papa Francesco, aveva chiesto ai fedeli le preghiere per il suo predecessore, sul quale ha speso parole di profonda gratitudine durante il Te Deum di oggi.
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