Ecco cosa vogliono davvero i Brics. VIDEO

Alessandro Cipolla

2 Gennaio 2025 - 13:35

Da tempo si parla dei Brics, specie dopo lo scoppio della guerra in Ucraina: ecco cosa vogliono questi Paesi emergenti secondo Roberto Mazzoni, il giornalista ospite del canale YouTube di Money.it.

Cosa vogliono davvero i Brics? Una domanda questa che appare essere una sorta di tormento per l’Occidente, visto che la crescita dei cosiddetti Paesi emergenti sembrerebbe minare quell’egemonia - politica, economica e culturale - che da decenni regola l’ordine mondiale, con la guerra in Ucraina che per molti è una sorta di conseguenza di questa sfida tra i due blocchi di potere.

A dare vita ai Brics sono stati Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Questo gruppo è stato fondato con l’obiettivo di creare un contrappeso all’influenza delle economie avanzate e delle istituzioni internazionali dominate dall’Occidente, come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale.

Dal primo gennaio 2024 si sono aggregati anche Arabia Saudita, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Iran, segno di come questo gruppo ormai sia sempre più potente e intraprendente, con tutte le conseguenze geopolitiche del caso.

Durante una puntata andata in onda sul canale YouTube di Money.it, il giornalista indipendente Roberto Mazzoni ha provato a fare il punto della situazione sui Brics e su quelle che sarebbero i loro veri obiettivi soprattutto in relazione con l’esito del voto negli Usa.

Mazzoni così ha spiegato che quello dei Brics “è un progetto che va avanti da molto tempo e ha avuto sicuramente una fortissima accelerazione con gli eventi degli ultimi tre anni, quindi dopo l’inizio della guerra in Ucraina”.

Il sistema Brics - secondo il giornalista - nasce inizialmente come un’idea di Goldman Sachs come mercato per le economie emergenti e poi dal 2009, dopo la grande crisi economica, è iniziato a diventare un tentativo da parte di diverse economie di creare un sistema alternativo a quello dell’euro-dollaro, che in buona sostanza si era schiantato nel 2008 e non si è mai ripreso veramente, quindi un meccanismo per incentivare la crescita, per favorire i prestiti in dollari e soprattutto per riattivare la circolazione di dollari che comunque è cominciata a calare, proprio perché il circuito dell’euro-dollaro non funzionava più”.

Con la vittoria di Donald Trump ora “gli Stati Uniti stanno decisamente andando per i fatti propri, i britannici sono scollegati dalla realtà e l’Unione europea non si capisce esattamente che cosa voglia fare”, con il momento che di conseguenza appare essere propizio per i Brics.

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