Riyad guarda sempre di più verso il versante occidentale, mentre i BRICS aspettano ancora una risposta.
Il multilateralismo rimane il caposaldo dell’Arabia Saudita, che non tarda a stringere accordi con il nuovo presidente eletto Donald Trump.
Nonostante l’allettante proposta di entrare a far parte dei BRICS, il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha in programma di investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti.
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Un rafforzamento dei rapporti tra USA e Arabia Saudita
Secondo l’agenzia ufficiale saudita Spa, Riyad ha intenzione di accrescere la partnership economica con gli USA nei prossimi quattro anni, investendo “un ammontare di 600 miliardi di dollari, o anche di più”, senza però specificare il settore nel quale andranno investiti.
La storica relazione tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita potrebbe vedere l’inizio di una nuova fase, che va oltre il comparto energetico, andando a rafforzarne ulteriormente i rapporti.
L’adesione ai BRICS: sogno o realtà?
Decisione non vista bene dai BRICS, blocco politico transnazionale che sfida l’Occidente composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.
Questa unione cerca di costituire un sistema finanziario ed economico che si alterni al Fondo Monetario Internazionale, in contrasto con il predominio occidentale nelle transazioni globali.
In seguito all’entrata di nuovi membri avutasi nel 2023, come Argentina, Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti, il blocco riunirebbe il 45% della popolazione mondiale, costituendo il 28% del PIL globale.
A più di un anno dall’invito dell’alleanza, il regno arabo è ancora in fase di valutazione, in dubbio se rimanere nell’orbita occidentale o unirsi all’asse della resistenza.
La possibile adesione dell’Arabia Saudita all’interno dei BRICS ne andrebbe a rafforzare il peso economico e strategico, visto il costante aumento del volume commerciale del Paese e l’ingente esportazione di petrolio.
L’Arabia Saudita è infatti uno dei cinque Paesi fondatori dell’OPEC (insieme a Iraq, Kuwait, Venezuela e Iran) e in quanto tale ha un’influenza diretta sul mercato globale.
Le motivazioni dietro la volontà dei BRICS di annettere l’Arabia Saudita sarebbero prettamente economiche, ma gli interessi divergenti con il blocco pone il Regno arabo in una posizione di incertezza, se non di esclusione per l’entrata a far parte dei BRICS.
L’attuale clima geopolitico globale incide fortemente su Riyad, che cerca piuttosto di perseguire una rete diversificata di partnership economiche, senza garanzie di conferma per il versante orientale.
Essendo gli USA il suo principale partner di difesa e fornitore di armi, la stretta vicinanza del Paese arabo agli Stati Uniti ha motivazioni economiche quanto militari, che riflettono una preferenza maggiore per l’alleato americano piuttosto che con la Cina.
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Gli investimenti in programma potrebbero rappresentare una grande opportunità di prosperità economica per l’Arabia Saudita, che al momento vede sempre più distante possibilità di accettare l’invito da parte dei BRICS.
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