Per garantire la libertà di utilizzo di un programma si utilizza la licenza di software libero: ecco di cosa si tratta.
La licenza di software libero permette agli utenti di svolgere una serie di azioni, tra cui: l’esecuzione del software, la copia, la modifica e molto altro ancora. Per rientrare in questa categoria la licenza deve rispettare le quattro libertà fondamentali degli utenti.
La licenza di software libero consente agli utenti di controllare il programma con le funzioni annesse, al contrario dei software detti “non liberi” oppure “proprietari” che non riconoscono queste libertà. Attenzione però, la differenza tra programmi “liberi” e “non liberi” non è semplice come potrebbe apparire. Infatti, quando si utilizza una licenza di software libero, non significa che questo sia gratis o non commerciale.
Esistono diverse tipologie di licenze libere, che possono prevedere l’utilizzo commerciale del programma. Per poter rientrare in questa definizione, infatti, la licenza in questione deve permettere a chiunque sia entrato in possesso di una copia del software una serie di opportunità. Questo, a patto che la copia sia stata ottenuta rispettando le condizioni imposte dalla licenza.
Licenza di software libero non significa gratis
Può accadere che si pensi che “software libero” significhi “un programma che usa una licenza che permette di ottenerlo gratuitamente”. Si tratta di un errore. I software che utilizzano una licenza libera permettono agli utenti che ne entrino in possesso una serie di libertà. Tuttavia, questo non significa che non possa venire venduto e acquistato.
Le modalità in cui si può entrare in possesso di una copia del programma, infatti, dipendono dalla licenza libera utilizzata.
Un’azienda o un programmatore possono scegliere una delle diverse licenze che rispettano i requisiti per essere considerate libere. Si potrà comunque utilizzare il programma con scopi commerciali, se la licenza in questione lo permette.
Il concetto di software libero è nato negli anni ‘80, grazie a Richard Stallman, fondatore del GNU Project. La definizione, periodicamente, viene revisionata, per chiarificare eventuali dubbi e punti bui.
Le quattro libertà che la licenza deve rispettare
Perché una licenza possa avere la definizione di “licenza libera” è necessario che rispetti pedissequamente le richieste previste. In particolare è necessario che vengano garantite le “quattro libertà essenziali”, numerate da 0 a 3.
- Libertà di eseguire il programma, come si desidera (libertà 0). Questo include anche la libertà di non eseguirlo, o di eseguirlo in modo errato, per qualsiasi scopo, senza dover richiedere permessi aggiuntivi;
- Libertà di studiare il programma e il suo funzionamento e di modificarlo (libertà 1), così da poterlo adattare secondo le proprie necessità e desideri. Per poter svolgere questa operazione, chiaramente, è fondamentale poter accedere al codice sorgente. Il codice sorgente deve essere sempre disponibile, e deve essere sempre possibile poter eseguire le versioni modificate del programma. Le modifiche che si possono attuare, inoltre, potranno essere sia negative, sia positive, e non devono essere imposti limiti agli utenti in questo senso;
- Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare terzi (libertà 2), con o senza modifiche;
- Libertà di migliorare il programma, e distribuirne i miglioramenti pubblicamente, sia a titolo gratuito, sia dietro pagamento, in modo che la comunità ne tragga beneficio (libertà 3). In questo caso è l’autore delle modifiche a scegliere se farlo gratuitamente o meno. La pubblicazione delle modifiche, in ogni caso, non obbliga a farne comunicazione a nessuno o a chiedere dei permessi ulteriori.
Licenza di software libero e open source sono uguali?
La maggior parte dei software che utilizzano una licenza open source rientrano nella categoria dei software liberi, tuttavia questa definizione è nata in seguito a quella di software libero. Potrebbe, occasionalmente, riferirsi a programmi che non rispettano le caratteristiche richieste.
Anche se spesso i due termini vengono utilizzati come sinonimi, non è sempre detto che un programma open source possa essere anche libero. Può accadere, molto raramente, che una licenza open source risulti più restrittiva rispetto a una licenza di software libero.
Software libero con o senza copyleft?
Il copyleft, in breve, prevede che nel momento in cui il programma viene distribuito non possano venire aggiunte restrizioni, ma che si debba utilizzare la licenza del software originale. In pratica, detto in maniera molto semplice, utilizzando il copyleft si impone che le versioni modificate e derivate del software siano anch’esse distribuite con la licenza di software libero.
Non si tratta però di un requisito obbligatorio, e si può utilizzare una licenza libera per il proprio programma, senza bisogno di aggiungere il copyleft.
Le licenze di software libero si possono suddividere in quattro modi in relazione al copyleft:
- licenze non copyleft;
- licenza con copyleft forte;
- licenza con copyleft debole;
- licenze copyleft di rete.
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Alcuni esempi di licenze di software libero
Chi è interessato a pubblicare un programma utilizzando una licenza di software libero ha diverse opzioni tra cui scegliere. Per esempio, alcune opzioni sono:
- La GNU GPL, GNU General Public License è sicuramente la più famosa licenza libera disponibile. Viene utilizzata da molti programmi, tra cui la maggior parte di quelli del progetto GNU.
- La GNU NGPL, GNU Lesser General Public License, che viene solitamente scelta per le librerie di software, come OpenOffice.org.
- La licenza MIT, creata appunto dal Massachusetts Institute of Technology, considerata una licenza permissiva o week copyleft.
Le licenze di software libero, così come il copyleft e il concetto di open source, sono argomenti molto ampi, complessi, e tecnici. Tuttavia conoscere le licenze in cui ricadono i prodotti che si utilizzano può essere utile anche a chi non è del settore.
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