Il turismo europeo negli Stati Uniti crolla: un boicottaggio silenzioso alimentato dalle politiche di Trump che potrebbe colpire duramente l’economia americana.
L’Europa e i suoi cittadini stanno boicottando gli Stati Uniti.
Date le tensioni geopolitiche e le discutibili scelte politiche dell’amministrazione Trump, la decisione di rimandare i viaggi turistici verso l’America appare quasi fisiologica, ma potrebbe mettere in crisi Washington.
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha generato onde d’urto non solo sul piano diplomatico, ma anche nelle scelte quotidiane dei cittadini europei. Una di queste, forse la più eloquente, riguarda il turismo: sempre più europei stanno rinunciando a viaggiare negli Stati Uniti.
Questa tendenza, che non rappresenta un embargo ufficiale, rappresenta un vero e proprio boicottaggio economico che potrebbe compromettere uno dei settori più redditizi per l’economia americana.
I dati parlano chiaro: a marzo 2025, i turisti europei sono diminuiti del -17% rispetto all’anno precedente. Una disaffezione che va oltre il semplice turismo e riflette un malessere più profondo nei confronti dell’attuale amministrazione. Non si tratta solo di politica, ma di percezione: l’America di Trump appare meno accogliente, più chiusa e imprevedibile. Un’immagine confermata anche dalla scelta di intensificare i controlli alla frontiera, esaminando anche gli smartphone e laptop dei turisti.
Questo sentimento si traduce in scelte concrete che, mese dopo mese, rischiano di avere ripercussioni serie sull’intero comparto turistico e, più in generale, sull’immagine internazionale degli Stati Uniti. Ecco cosa sta accadendo.
Il boicottaggio turistico europeo: ecco cosa sta accadendo
Il calo dei turisti europei negli Stati Uniti è la manifestazione concreta di un dissenso profondo. Mentre le tensioni tra Washington e Bruxelles si inaspriscono, i cittadini europei rispondono non con proteste di piazza, ma attraverso le loro abitudini di consumo. Rinunciare a un viaggio negli USA diventa così una forma di boicottaggio personale, un messaggio silenzioso ma potente rivolto a un’America percepita sempre più distante e ostile.
I numeri confermano questa tendenza: secondo l’International Trade Administration, il turismo proveniente dall’Europa occidentale è diminuito del 17% a marzo 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. I grandi operatori del settore, come Accor e Voyageurs du Monde, segnalano cali ancora più drammatici nelle prenotazioni estive, rispettivamente del 25% e del 20%. Destinazioni alternative come il Canada, l’Egitto o i Paesi dell’America Latina stanno approfittando di questa situazione, diventando le nuove mete preferite dai turisti europei.
Le ragioni di questo rifiuto sono evidenti: la politica migratoria restrittiva, le dichiarazioni anti-europee e il clima di tensione sociale interno agli Stati Uniti sotto la presidenza Trump generano paura e sfiducia. Come ha sottolineato il direttore di Accor, l’ansia di visitare un Paese diventato “imprevedibile” è ormai palpabile. In questo contesto, il boicottaggio turistico non è solo una questione di viaggi: è un atto politico, una modalità pacifica e personale di esprimere dissenso verso un modello di società che molti cittadini europei non riconoscono più.
Previsioni nere per il turismo americano: ecco cosa accadrà
Se la tendenza attuale continuerà, il settore turistico americano si troverà ad affrontare una crisi profonda. Le prime avvisaglie sono già visibili: a inizio 2025, Tourism Economics aveva previsto una contrazione del 5% per l’intero anno. Tuttavia, le stime aggiornate parlano ora di un calo del 9,4%, un dato che preoccupa analisti ed esperti.
Il turismo rappresenta circa il 2,5% del PIL statunitense e coinvolge milioni di posti di lavoro in settori come l’hotellerie, la ristorazione, i trasporti e il commercio al dettaglio. Una contrazione prolungata delle entrate turistiche avrebbe quindi effetti a catena su tutta l’economia, colpendo in particolare le città che tradizionalmente attirano grandi volumi di visitatori internazionali, come New York, Los Angeles, Miami e San Francisco.
Inoltre, la percezione negativa degli Stati Uniti potrebbe radicarsi e influenzare non solo il turismo, ma anche investimenti esteri, scambi culturali e collaborazioni scientifiche. Riconquistare la fiducia dei viaggiatori europei richiederà tempo, cambiamenti politici significativi e una nuova strategia diplomatica. Nel frattempo, il silenzioso boicottaggio europeo rischia di diventare un macigno sulla strada della ripresa economica americana, dimostrando ancora una volta come le scelte politiche interne possano avere conseguenze globali e durature.
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